Nascerà tra Novi e Bosco Marengo la “tomba” di tutte le scorie nucleari italiane?

Una enorme tomba nazionale di tutti i ricordi lasciatici dalla stagione dell’energia nucleare, terminata con il referendum votato a poco più di un anno dal disastro di Chernobyl (26 aprile 1986).

La tomba sarà costituita da 90 enormi parallelepipedi di calcestruzzo, alti 27 metri, larghi 15 e profondi 10. Praticamente 90 condomini di 10 piani. Al loro interno, moduli di 3 metri per due di calcestruzzo armato. All’interno di questi moduli, i bidoni di scorie nucleari anch’essi inertizzati dal calcestruzzo. 

Uno dei moduli che verranno sepolti all’interno dei parallelepipedi
di calcestruzzo alti 27 metri

Questa città fantasma, che conterrà 78mila metri cubi di scorie nucleari e coprirà un’area di 110 ettari, sarà poi ricoperta da terreno ed isolata dal resto del mondo per 300 anni. 

deposito
Il deposito nazionale di 110 ettari sarà ricoperto di terreno

Non è un film di fantascienza ma la descrizione del nuovo deposito nazionale delle scorie nucleari, che dovrà tombare per sempre – se tutto va bene – tutte le scorie nucleari presenti in Italia. 

Le aree selezionate a livello nazionale sono 67 e sono indicate nel Cnapi, Carta nazionale delle aree più idonee, pronto dal 2015 ma su cui era posto il segreto di stato. Segreto che il governo ha tolto il 31 dicembre 2020 e che è stato pubblicato nella notte tra il 4 e il 5 gennaio 2021 sul sito  www.depositonazionale.it.

Il Deposito Nazionale e Parco Tecnologico sarà costruito all’interno di un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al Deposito e 40 al Parco Tecnologico.  Il problema è decidere dove. Il Cnapi è stato realizzato dalla Sogin, la società pubblica di gestione degli impianti nucleari di cui è presidente l’ingegnere nucleare vignolese Luigi Perri. 

Luigi Perri, presidente della Sogin, è di Vignole Borbera

Sono 23 le possibili localizzazioni individuate a livello nazionale, e tra le più probabili c’è l’ex sito delle Fabbricazioni nucleari, nel territorio di Bosco Marengo e di Novi Ligure. 

Le barriere ingegneristiche del Deposito Nazionale e le caratteristiche del sito dove sarà realizzato garantiranno l’isolamento dei rifiuti radioattivi dall’ambiente per oltre 300 anni, fino al loro decadimento a livelli tali da risultare trascurabili per la salute dell’uomo e l’ambiente.

L’impianto Fabbricazioni Nucleari (FN) di Bosco Marengo è stato in funzione dal 1973 al 1995 ed ha prodotto elementi di combustibile nucleare per impianti ad acqua leggera a partire da ossidi di urani a basso arricchimento. I suoi prodotti sono stati utilizzati dalle centrali nucleari di Garigliano, Caorso e Trino oltre che centrali all’estero.

Dal 2013 l’impianto è gestito dalla Sogin ed è in disattivazione. All’interno dell’impianto sono presenti 477 metri cubi di rifiuti nucleari ad attività bassa e molto bassa, e 3 metri cubi di rifiuti a media attività. Queste scorie nucleari dovranno essere trasferite nel nuovo sito di deposito nazionale.

I luoghi idonei per il deposito nazionale delle scorie nucleari in Piemonte sono 8 di cui 6 in provincia di Alessandria: Alessandria-Castelletto Monferrato-Quargnento, Fubine-Quargnento, Alessandria-Oviglio, Bosco Marengo-Frugarolo, Bosco Marengo-Novi Ligure, Castelnuovo Bormida-Sezzadio.

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

Un commento su “Nascerà tra Novi e Bosco Marengo la “tomba” di tutte le scorie nucleari italiane?

  1. L’area AL-1 non è situata nell’area ex Fabbricazioni Nucleari ma su fertili terreni coltivati lungo la strada provinciale SP154 tra Bosco Marengo e Novi.

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