Persa la grande occasione di promuovere il ciclo turismo grazie ai fondi del terzo valico

In questi giorni di pandemia molti di noi, nel rispetto delle norme di sicurezza anticovid, riscoprono la propria città e le terre circostanti, seguendo percorsi che permettono di rendersi conto delle realtà che abbiamo intorno, apprezzandone la bellezza.
Le riflessioni che ne conseguono ci portano a domandarci quale possa essere la valorizzazione delle nostre zone quando, alla fine di questo periodo doloroso, ci si potrà spostare liberamente.
Il turismo, in questo periodo, è il settore più colpito dalla crisi, ma dobbiamo avere la consapevolezza che sarà anche uno dei primi comparti a ripartire, ed anche velocemente, a compensare tanti giorni di restrizione. Ma si prevede che possa ripartire in forme diverse, forse nuove, in cui il turismo cosiddetto di prossimità creerà un interesse sempre più ampio.
Saremo pronti ad accogliere, si spera a breve, questa opportunità? 
Non dobbiamo dimenticare che nel 2019 una delle più prestigiose riviste al mondo, Lonely Planet, ha individuato nel Piemonte la prima regione al mondo da scoprire .
A questo punto, quanto la nostra zona, la nostra provincia, è in grado di pesare all’interno della Regione?
Bisogna affrontare questa sfida con il coraggio del realismo: nessuna realtà locale può affrontare da sola l’opportunità che il settore turismo ci pone di fronte.
Se pensiamo di fare promozione territoriale senza la consapevolezza che la dimensione minima è quella provinciale, ci esponiamo ad una sicura sconfitta.
Allo stato quindi si rimane sorpresi dall’apprendere che la Giunta regionale, nella proposta di riorganizzazione delle ATL (Agenzie Turistiche Locali ), avrebbe delineato una frantumazione della provincia di Alessandria in due zone .
Sono assolutamente convinta che la strada da intraprendere sia esattamente opposta: dobbiamo rafforzare la nostra ATL alessandrina, Alexala, sollecitando gli enti locali partecipi ad assumere iniziative ed a coinvolgere tutti gli operatori del settore turistico ed anche, con particolare attenzione, i privati.
La nostra provincia deve anche sapere individuare le sue peculiarità, senza dimenticare anni di lavoro svolto sia dalle amministrazioni locali che da enti ed associazioni. L’insieme di queste esperienze rappresenta ora un patrimonio che merita di essere considerato in tutte le sue potenzialità.
Ritengo giusto sostenere i progetti che Alexala sta sviluppando sul tema del cicloturismo, settore che ha avuto nell’ultimo decennio un rapido sviluppo in tutta Europa. Proprio noi, che siamo terra natale dei grandi campioni del ciclismo, non sembriamo pienamente consapevoli ed in grado di cogliere la richiesta del turismo internazionale.
Alcune iniziative in questo settore sono state realizzate: ad esempio nel settore alberghiero l’ospitalità dedicata al turista ciclista ed alle sue esigenze. Ciò però non è sufficiente se restano iniziative che non hanno continuo supporto. Davvero encomiabile il lavoro svolto da associazioni che continuano da anni a promuovere eventi ciclistici con risonanza internazionale. 
A fronte della capacità di interpretare gli sviluppi del settore turistico mostrata da molti privati, le amministrazioni comunali, che dovevano essere attente a queste tematiche, hanno perso una grande occasione quando si sono trovate, pochi mesi fa, nelle condizioni di potere disporre dei 49 milioni di euro stanziati per il terzo valico. 
Nel corso degli incontri istituzionali per l’elaborazione del “Progetto condiviso di sviluppo economico, sociale, ambientale e turistico” il tema della ciclabilità era emerso in maniera forte, anche usufruendo dei lavori già svolti dalle più importanti associazioni di appassionati di ciclismo.
Dispiace constatare che di fronte ad una ingente disponibilità di fondi e di studi per i tracciati ciclabili già elaborati, le nostre amministrazioni abbiano operato scelte diverse e non abbiano voluto considerare essenziale un progetto vasto per la realizzazione di un percorso di piste che avrebbe collegato il nostro territorio alle grandi ciclovie del nord Italia. 
È mia opinione che, nel momento attuale ed in considerazione degli obbiettivi che vengono posti a livello europeo, quel progetto era l’unico che aveva caratteristiche per potere essere veramente condiviso e rappresentare una utilità e base di sviluppo sia per il turismo che per altre fondamentali aspetti della nostra economia locale. 
Mi rammarico davvero che questa occasione non si sia voluta cogliere, ma sono certa che il serio lavoro degli operatori del settore turistico e degli appassionati della bicicletta rappresenteranno un continuo stimolo per le nostre amministrazioni affinché la questione dei percorsi ciclabili sia affrontata con la giusta prospettiva, quale elemento molto rilevante di sviluppo della nostra zona.

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Marcella Graziano

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