Isacco Krachmalnicoff, da Odessa a Novi a Auschwitz

Sabato mattina passeggiavo per novantico, il mercatino dell’antiquariato di Novi, quando il mio sguardo è caduto sul libretto che vedete in foto. Quella grafica, con la svastica su quello sfondo, mi ricordava qualcosa. “Posso vederlo?” ho chiesto all’ambulante. 
Nella prima di copertina ho cercato l’editore. “Edizioni guide turistiche, Novi Ligure – 1942”. Improvvisamente ho ricordato. Quel libretto me lo aveva fatto vedere Gennaro Fusco, anni prima, durante una conferenza sul giorno della memoria che ricorre domani. 
Le edizioni guide turistiche erano di Isacco Krachmalnicoff, un ebreo novese morto ad Auschwitz. Mi è tornata in mente la triste storia di questa famiglia, così come la raccontò Fusco, anche sulle pagine del Novese. Una famiglia prima vittima del comunismo, e poi stroncata dalle leggi razziali fasciste. 

I Krachmalnicoff erano originari della città russa di Odessa, dove erano proprietari di una fabbrica di marmellate, confiscata dopo la Rivoluzione del 1917. I due fratelli, Abramo e Isacco avevano frequentanto l’università in Italia negli anni Venti, e qui cercano rifugio. Non so perchè vennero a Novi, dove arrivarono nel 1922. Novi aveva una fiorente realtà industriale e Abramo divenne direttore di produzione di uno stabilimento di lampadine. 

I Krachmalnicoff si distinsero per spirito imprenditoriale: nel 1937 fecero sorgere la Vosa, Vetri Orologi Speciali e Affini, l’unica ditta italiana che produceva i vetri per orologio. 
Isacco creò la Edizioni Guide Turistiche, specializzata in guide e dizionari di lingue straniere, nonché distribuzione di quotidiani stranieri, soprattutto tedeschi. Abitavano in Villa Krachmalnicoff, in viale della Rimembranza, che poi divenne Villa Coppi. 

I Krachmalnicoff divennero alla fine degli anni venti cittadini italiani, cittadinanza che gli fu revocata con le leggi del 1938. Dovettero cedere la titolarità delle aziende. 

Isacco fu arrestato dalle SS tedesche a Novi il 5 ottobre 1943; fu detenuto a Genova e Milano, e da lì deportato ad Auschwitz il 6 dicembre successivo, con il convoglio 05. Non si sa se sia stato ucciso all’arrivo oppure se sia sopravvissuto nel campo per qualche tempo.

Ecco la storia che mi ha riportato alla mente quel libretto che ho acquistato sabato mattina per tre euro a Novantico. L’ho portato a casa, e ho raccontato la storia di Isacco Krachmalnicoff ai miei figli. Anche questo serve per non dimenticare. 

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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