Con il cerino in mano… nella stalla

Tutti ricordiamo la vicenda degli impianti sportivi gestiti per molti anni dal Comitato  “Sport in Novi”, associazione mossa dalla autentica passione per le attività sportive e animata da tanti volontari i quali, invece di andare al bar a giocare a briscola, si prodigavano per far funzionare e tenere in ordine gli impianti cittadini, numerosi a Novi. L’incarico del Comitato scadeva il 31 dicembre scorso.

Ricordiamo anche che la nuova Giunta comunale – quella del cambiamento – animata dalla furia distruttrice del vincitore manifestò la volontà di cambiare radicalmente lo status quo, poiché “quelli di prima” avevanoa prescindere, fatto dei pasticci; magari “… ci mangiavano pure” . Inoltre, diciamolo apertamente, i nuovi inquilini del Palazzo pensavano che i membri del Comitato “Sport in Novi” fossero tutti dei facinorosi, dunque da cacciare, in quanto tali.

In realtà, in città si diceva che la furia distruttrice fosse determinata dal fatto che la “granitica”maggioranza verde-azzurra di allora (oggi non è più tale), dovesse pagare una cambiale (che non era stata in grado di onorare con un ambito e importante incarico “assegnato” altrove, forse per pagare un’altra farfalla … chissà…). Quindi, tale cambiale non fu onorata e si pensò, per evitarne il protesto, di offrire altro al … protestante. In altre parole, c’era “nu bello guaglione” (da non confondersi con l’Occhio vigile, regista della cacciata dei facinorosi), il quale, da tempo, aveva messo gli occhi sulla gestione degli impianti sportivi, convinto fosse grasso che colava, ovvero “piatto ricco, mi ci ficco”. Addirittura, si diceva che l’estate scorsa un terzo, amico del“guaglione”, sarebbe giunto in città, da terre assai lontane, per fondare una società nuova di pacca, atta a scalzare il Comitato “Sport in Novi” dallo “strapotere” acquisito negli anni.

Si ricorderà che la questione fu oggetto di una querelle nell’allora maggioranza (che oggi non è più, sempre meglio ricordarlo), che vide schierati, da una parte, chi tutto puote, sempre ben determinato a cambiare ogni assetto, dall’altra il Mungitor cortese e colui che oggi non è più Assessore allo sport, i quali, invece, erano intenzionati a prorogare l’incarico a “Sport in Novi”, in attesa di bandire una gara per la gestione degli impianti stessi. La furia distruttrice colpì l’Assessore citato, il quale non solo perse la faccia, poiché il Robespierre de noantri gli fece anche saltare la testa, cacciandolo in malo modo. Infatti il Sindaco, all’ultimo momento, con un  coup de théâtre da avanspettacolodegno di Erminio Macario (ma almeno lui faceva ridere), ritirò dal Consiglio comunale “sul filo di lana” – tanto per rimanere in tema – la delibera con la quale si sarebbe prorogato l’incarico a “Sport in Novi”. Il testo di tale delibera, propugnata dall’allora Assessore allo Sport, era già stato concordato in Commissione dall’allora maggioranza (che, ripetiamo ancora per gli smemorati, oggi non c’è più). Cabella non aveva avvertito della fulgida idea l’Assessore allo Sport, ma il nipote, probabilmente, sì (i nonni avvertono sempre i nipoti o, addirittura, ne vengono ispirati). Il Primo cittadino non aveva avvisato neppure l’allora Capogruppo della Lega (anche costui non lo è più), il quale, solitariamente in compagnia di altri due solitari consiglieri leghisti, votò contro la solitaria decisione del Sindaco. E così nacque il gruppo consiliare “Solo Novi”, ovvero: meglio soli che mal accompagnati. I solitari, con il proverbiale savoir faire leghista (portato ormai come esempio dai migliori manuali nazionali di furberiavennero abbondantemente e pubblicamente insultati, ma solo con striscioni, poiché la gogna, nel frattempo, era stata abolita. Gli altri consiglieri verde-azzurri – non è dato sapere se preventivamente avvertiti – supinamente votarono a favore della decisione sindacale: “Vuolsi così colà dove si puòte ciò che si vuole e più non dimandare”.

Era la fine di ottobre: la questione è rimasta sospesa per mesi, fino ad oggi. Non sappiamo se è merito del nuovo Assessore al Bilancio – capace a far di conto – ma la Giunta deve aver compreso che la gestione degli impianti assegnata ad una società privata sarebbe costata ai novesi molto più di quanto riceveva “Sport in Novi” per coprire le spese vive; ricordiamo, ed è scritto nei sacri testi, che i volontari non percepiscono remunerazioni! E, forse, i pretendenti alla gestione si sono resi conto che il piatto non era poi così tanto ricco, anzi, piangeva. In compenso, la furia distruttrice ha ottenuto il suo risultato: ha distrutto una bella realtà novese, costituita da tante persone di buona volontà.

Ora, sempre secondo vox populi, pare che gli impianti sportivi saranno gestiti dalle singole società. Dividi et impera? Come al solito, le grandi menti di quel che resta della maggioranza fanno marcia indietro, anche se parzialmente (per evitare la consueta figura di essere costretti a dar ragione agli odiati predecessori), ottenendo come risultato, si presume, un aumento dei costi; li pagherà il solito pantalone, e il triste esito sarà che le società più grandi probabilmente riusciranno a sostenere la situazione, ma le più piccole si troveranno in difficoltà. Un gran capolavoro!

Frattanto si avvicina – a meno che non scivoli ancora – l’approvazione del bilancio comunale. Come voteranno i “solitari” consiglieri guidati dal Mungitor cortese, dopo tutto quanto hanno subito? Il rischio di perdere la faccia in città è grande, grande almeno quanto i cinque milioni persi da Cabella & Co., qualora dovessero approvare il documento economico-finanziario. In città già si vocifera, qualora il bilancio passasse con il voto dei “solitari”, che tutto il c…aos generato dal Mungitore fosse solo legato ad una questione di mero potere personale “per se stesso medesimo” (si scusi la cacofonia, ma è usata per rendere più efficace il concetto): come diceva Giulio Andreotti, che di politica se ne intendeva, “ … il potere logora chi non ce l’ha”.

Il Mungitore, dunque, sarebbe disposto a passar sopra, oltre agli insulti ricevuti stile mercato delle vacche (delle quali lui si intende), all’aumento dell’IMU, alla cacciata di Cuccuru, e, soprattutto, ai cinque milioni di euro (che non sono noccioline) “donati” ad Alessandria, per un pochino di solitaria visibilità personale? E, a quanto pare, al nulla per i suoi adepti? Questione assai più grave, ci si permetta, del successo ottenuto con la cancellazione del progetto per il Museo del Cioccolato (a proposito: Diego, rimasto anche senza le palle natalizie, pare abbia pianto) o con l’azzoppamento dell’Assessore all’Urbanistica. Anche lui sarà chiamato a spiegare ai cittadini che “tutto va bene, Madama la marchesa” e che è stato giusto perdere quei cinque milioni. In città ormai si dice che il Mungitore sia rimasto con il cerino in mano e che, nuovamente, sia stato politicamente messo in un angolino… della stalla.

Il Malalingua

In piazza Collegiata, il solito gruppo commentava quanto accaduto in Consiglio comunale quando il Presidente ha dato lettura del giornale che annunciava, ancor prima che il Consiglio votasse, l’esito del voto stesso. Il concionatore commentava: “l’hà fatu propiu a figura dee pulastrien”, ovvero”ha fatto la figura del pollastrino”, o del piccolo pollastro, che dir si voglia.

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