Scandalo rifiuti, il Csr conferma: a Novi Tari maggiorata di 1,3 milioni di euro illegittimamente

Pare proprio che avessero ragione i Dem a chiedere conto delle tariffe Tari approvate dal consiglio comunale di Novi nella primavera scorsa. Solo che avevano sottostimato la maggiorazione operata al di fuori delle norme di legge. Si tratta di una cifra molto maggiore, oltre il doppio, a quei 600mila euro che i Dem avevano ipotizzato. 
A mettere nero su bianco la risposta è stato Angelo Ravera, il presidente del Consorzio servizio rifiuti, che è l’autorità che stabilisce il Piano Economico finanziario (Pef) sulla base di cui vengono stabilite le tariffe Tari per i cittadini. Precisiamo che Ravera è stato nominato dal sindaco di Novi Cabella. 

I calcoli fatti dal Csr sono precisi: tra i conti corretti a norma di legge e quelli del comune la differenza è di 1.287.882 euro, pari ad un aumento del 23%. 

La risposta del Csr arriva dopo l’interpellanza urgente fatta dai Dem lunedì. Simile istanza era stata inoltrata anche al Csr, che ha risposto a giro di posta. Nessuna risposta per ora dall’assessore al bilancio Edoardo Moncalvo, che si era preso qualche giorno per rispondere il 15 novembre scorso. 

Va precisato che la risposta inviata da Ravera è una precisa risposta tecnica, non politica. Infatti Ravera precisa di non sapere per quale motivo ci sia questa enorme differenza, e che questa risposta deve arrivare dal comune, e non dal suo consorzio. 
Il Pef del Csr viene fatto sommando, attraverso un algoritmo predisposto da Arera, l’autorità di regolazione delle tariffe, i costi di smaltimento (da Srt) e di raccolta (da Gestione Ambiente). Questi costi sarebbero notevolmente inferiori a quanto il comune di Novi ha voluto incassare dai cittadini.
Ravera precisa infatti che i conti fatti dal comune risultano difformi da “quanto previsto dal DPR 158/1999 disciplinante il c.d. “metodo normalizzato” di cui il metodo tariffario Arera costituisce specifica implementazione”. In sostanza, c’è una legge precisa e il comune non l’ha seguita. 

Cosa significa questo per i Novesi? Che hanno dovuto pagare un aumento della Tari del 10%, mentre gli spettava una riduzione del 13%. 

Cosa succederà ora? Probabilmente il consiglio comunale dovrà revocare la delibera, in quanto illegittima. Altrimenti ci penserà Arera, comminando anche sanzioni. Ma verranno restituiti ai novesi i soldi che hanno pagato in più? 
I termini del pagamento della Tari erano stati fissati dalla delibera del consiglio comunale in tre rate: 30 settembre, 30 novembre, 31 dicembre.

La delibera della Tari era stata approvata il 30 giugno scorso dal consiglio comunale, dopo l’illustrazione dell’allora assessore al bilancio Maurizio Delfino. Era stata approvata con 7 voti favorevoli, 3 astenuti (Bertoli, Bonvini e Sabbadin) e 3 contrari (Zippo, Muliere e Lolaico). 

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