Rumenta-gate, la questione non è politica.

Il sindaco di Novi Ligure ha deciso di aprire un tavolo di confronto con Gestione Ambiente e il Consorzio smaltimento rifiuti per decidere cosa fare in merito al Rumenta-gate, cioè le tariffe “gonfiate” della Tari per i cittadini di Novi Ligure. 
In una video conferenza su facebook, il gruppo consiliare dei Dem ha spiegato come sia nata la questione. “Quando abbiamo visto i dati della percentuale di raccolta differenziata a Novi nel 2020, ci siamo chiesti il motivo della profonda differenza con quelli di Tortona” ha detto Simone Tedeschi, capogruppo Dem. 
Novi e Tortona sono partite contemporaneamente con il nuovo sistema di raccolta rifiuti domiciliare, il cosiddetto “Porta a porta”. Nel 2020, questo ha permesso a Tortona di raggiungere il 73% di raccolta differenziata, mentre Novi è rimansta ferma al 53%. 
“Per cercare di capire il motivo di questa differenza – ha continuato Tedeschi -abbiamo chiesto al Csr di inviarci il Piano Economico Finanziario (Pef) e abbiamo subito notato che le cifre non tornavano. Gli importi del Csr erano e sono inferiori a quelli che il comune ha approvato nella delibera che fissa le tariffe della Tari. Abbiamo immediatamente chiesto chiarimenti alla giunta nel consiglio comunale del 15 novembre. Non ci è arrivata nessuna risposta, e allora abbiamo deciso di inviare una interpellanza urgente al comune e in copia al Csr. Dal comune è proseguito il silenzio, ma il Csr ci ha subito risposto, confermando che i dati non coincidono e che non spetta al comune definire i costi della raccolta rifiuti, ma solo modulare le tariffe”. 
La normativa – in vigore dal 2020 – parla chiaro: l’ente territorialmente competente per la definizione del Pef è il Csr, non il comune. “Da tempo abbiamo lanciato l’allarme sui danni del ritardo dell’avvio del nuovo sistema di raccolta differenziata – ha detto ancora Tedeschi – perché mentre gli altri comuni portavano sempre meno rifiuti in discarica, a Novi continuavamo ad avere alti livelli di conferimento e questo non avrebbe potuto fare altro che aumentare i costi di raccolta”. 
Secondo i Dem uno dei motivi dell’aumento dei costi sarebbe quindi da cercare nel ritardo dell’avvio del nuovo sistema porta a porta. Una ipotesi che non spiega però come mai a Tortona, dove il sistema è partito con lo stesso ritardo che a Novi, non ci sia stato lo stesso problema. Inoltre, l’aumento di costi per i conferimento in discarica sarebbe dovuto emergere dal Pef del Csr, senza intervento della “manina” del correttore in comune a Novi. Il sindaco pochi giorni fa è intervenuto per la prima volta sul tema, ma senza dare risposte alle domande dei Dem e soprattutto ai cittadini, che proprio oggi hanno la scadenza della seconda rata della Tari. 
Per segretario della Lega, e nipote del sindaco Cabella, Giacomo Perocchio, la colpa è “di chi c’era prima”, come sempre. Il consigliere ha dichiarato a “la Stampa”: «Le tariffe sono calcolate con algoritmi complicatissimi e l’ufficio Ambiente e l’ufficio Tributi esprimono cifre che non combaciano con quanto avrebbero calcolato i tecnici del Consorzio servizi rifiuti. Quindi i costi del servizio per noi ricoprono interamente quelli di raccolta e di smaltimento. Abbiamo puntato a portare in pareggio il ciclo, invece l’ultimo Pef presentato dai dem Tedeschi e Muliere e dall’ex segretario comunale, lasciava un buco di oltre 400 mila euro. Questa polemica si ritorcerà contro al Pd: i nostri uffici stanno predisponendo le relazioni e al più presto risponderemo in sede opportuna a tutte le loro false osservazioni».
Per la maggioranza quindi si tratta di “false osservazioni”. Peccato che non vengano dal Pd (che ha solo fatto domande) ma dal Csr, organo di governo del sistema di raccolta rifiuti. Come è possibile capire dalla risposta del Csr, che abbiamo pubblicato ieri, nella vicenda c’è ben poco di politico e molto di tecnico: per la legge non spetta al comune ma al Csr definire i costi che vanno poi coperti dalla Tari, secondo un sistema di regolazione nazionale. Se il comune non li riteneva corretti, avrebbe dovuto richiedere al Csr di rivederli, seguendo il percorso stabilito dalla norma a garanzia dei cittadini, cosa che non ha fatto. 
Ridurre il rumenta-gate ad uno scontro politico da destra e sinistra, come sta cercando di fare Perocchio, è un grosso errore. Qui non siamo nel campo delle opinioni, che sono tutte e sempre legittime, ma nel campo delle regole e della legge. Per questo esistono i giudici e i tribunali. 
Mentre la politica decide, e in attesa di un eventuale interessamento di qualche tribunale, i cittadini cosa possono fare? Per questo genere di problemi esistono le commissioni tributarie, che hanno autorità su queso genere di questioni. Le Commissioni Tributarie Provinciali e Regionali sono organi giurisdizionali deputati a decidere sui ricorsi presentati dalle parti processuali, tra cui i ricorsi presentati dai contribuenti che ritengono infondate le richieste dell’amministrazione finanziaria e di altri enti impositori.
Qui in provincia la commissione tributaria è presieduta da Antonio Marozzo ed ha sede in Alessandria, in via Arnaldo da Brescia. Tutti i riferimenti (e la modulistica) su https://www.giustiziatributaria.gov.it

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