Aveva ragione Sciascia, la mafia è una borghesia parassitaria

Ormai tutti conosciamo la famosa frase pronunciata dal Procuratore Capo di Palermo De Lucia, dopo la cattura di Matteo Messina Denaro sulla “borghesia mafiosa di Palermo”. Ma cosa avrà voluto dire? Questa domanda ha angosciato e continua ad angosciare la nostra stampa, cartacea e non, e tutta una serie di esperti, o ritenuti tali, a cui è stata ri-girata. Cosa abbastanza stucchevole. Rovistando nel casino immenso della mia piccola libreria ho trovato quello che cercavo: Il giorno della civetta, Leonardo Sciasca, ristampa del 1970, per Feltrinelli.

In un brave prefazione Sciascia stesso scrive “Ma la mafia era, ed è, un’altra cosa: un sistema che in Sicilia contiene e muove gli interessi economici e di potere di una classe che approssimativamente possiamo dire borghese: e non sorge e si sviluppa nel “vuoto” dello stato (cioè quando lo Stato con le sue leggii e le sue funzioni è debole o manca) ma “dentro” lo Stato. La mafia insomma non altro è che una borghesia parassitaria, una borghesia che non imprende ma soltanto sfrutta.” Ora in verità imprende anche, e come. Sciascia scriveva queste parole nel 1960, 63 anni fa, anno in cui uscì questo racconto, come lo definisce l’autore.

Sicuramente la mafia non è solo questo, però un po’ aiuta nel comprendere la frase del Procuratore Capo di Palermo, non così oscura in verità. 

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Giacomo Orlando

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