“Emmo za daeto!”

In questo avvio di campagna elettorale compaiono gli slogan con i quali ogni candidato alla poltrona di Sindaco intende proporsi agli elettori.  Si resta stupefatti – usando un eufemismo – da un post del nipote dell’ex Sindaco “Per dare una speranza a Novi, nel quale indica se stesso agli elettori come latore di speranza, asserendo che, nelle prossime elezioni, qualcosa può cambiare (1). 

Se i novesi, tre anni or sono, fossero entrati in un profondo letargo e al risveglio, in questo mese di aprile, avessero letto tali slogan, nulla sarebbe da eccepire; ma i novesi sono rimasti ben svegli, obtorto collo. Può forse essere che qualche elettore di destra abbia assunto un potente sonnifero per non dover assistere ai “fasti” della Giunta Cabella, ma, anche in questo caso, al risveglio si accorgerebbe come è stata lasciata la città da quella che fu, ma non è più, la maggioranza di centro destra.

Di tale maggioranza – non lo si scrive in senso polemico, venga inteso come complimento – “Deus ex machina” è stato (e rimarrà, scolpito nella pietra e nei secoli) proprio colui che oggi si presenta come candidato Sindaco, affermando che questa volta (sottinteso: con lui al comando) qualcosa può cambiare.

Si potrebbe forse leggere lo slogan come una critica all’operato del nonno ex Sindaco? No! Giammai! Si potrebbe forse leggere lo slogan come un’autocritica del giovane nipote del suddetto nonno per le sue fulgide pensate? No! Men che meno! Diamo al … nipote quel che è del nipote, e al nonno ciò che è del nonno, in solido.

Dunque, su cosa devono sperare i novesi? I concittadini pare abbiano le idee chiare -anche quelli di destra – poiché errare humanum est, perseverare diabolicum.

Tu dov’eri?

In verità, solleticano l’attenzione anche gli slogan della “Signora in azzurro” e di un suo sostenitore: la prima promette di far rinascere Novi, il secondo annuncia e di voler risollevare la città (2). La domanda, per dirla con Marzullo, sorge spontanea: “Tu, dov’eri?” (cfr. I Pooh)

Se è vero che la candidata azzurra è stata resuscitata (non per rigirare la lama del coltello nella piaga) dopo aver tentato per ben tre volte di diventare Sindaco e una volta Vice-Sindaco, è pur vero che il suo partito è stato parte della maggioranza di centrodestra fino al 1° luglio scorso, partecipe di ogni scelta compiuta dalla passata amministrazione, di cui ha votato pedissequamente tutte le delibere proposte in Consiglio comunale, Consiglio presieduto dall’intemperante azzurro, il quale è arrivato al punto di sciogliere l’Assemblea cittadina pur in presenza del numero legale, firmando con tale atto una pagina da cancellare nella storia novese. Un vero capolavoro, da … Oscar

Infine, non risulta che la Signora in azzurro, nei tre anni trascorsi, si sia pubblicamente dissociata da quella che era la maggioranza; anzi, è sempre rimasta saldamente ancorata al partito azzurro.

È pur vero che gli azzurri erano rappresentati in Giunta dal Vice-Sindaco – per la plebe selfie-man – uomo presente alla trattativa nella quale hanno rinunciato a 5 milioni di euro a favore di Alessandria, nonché dal “portatore di fascia” dimentico degli anniversari; ma sono, entrambi, fuggiti altrove, nella speranza (perduta) di essere candidati a Sindaco. Va dunque considerato di quale enorme potere godevano gli Azzurri nella Giunta che fu: due Assessori e il Presidente del Consiglio comunale, pur avendo ottenuto alle elezioni del 2019 un misero 9,15% e soltanto due Consiglieri comunali. 

È pur vero che nella compagnia della “Signora in azzurro” c’è anche il “mitico” Mungitore, fautore dell’unione del centrodestra nel 2019, nonché stampella della ex maggioranza per ben tre anni, infine pentitosi (ovvero: come vi ho fatto, vi distruggo).

Insomma, se la città è nello stato in cui oggi versa, la responsabilità non è di qualche abitante di Petaluma (cfr. Peanuts) paracadutato nell’estate 2019 e poi dileguatosi “impagliando i tondi”. Sono i personaggi di centrodestra, senza esclusione alcuna, che hanno fatto precipitare Novi nella situazione odierna.

Dunque, non esiste la verginità politica né per l’uno, né per l’altra candidata a Sindaco del centrodestra; e si aggiunge, per far buona pesa, nemmeno per i relativi partiti, tutti, possono “tentare” di presentarsi politicamente vergini.

Come direbbero i genovesi, “Emmo za daeto!”. Abbiamo già dato, è ora di tornare ad una normalità fatta di scelte serie e ponderate, evitando regalie a destra … e a sinistra, pardon, e a destra. Chi governerà la città, a differenza degli ultimi tre anni, lo faccia con serietà, senza delegare le scelte a foresti o, peggio, elargendo donazioni a chicchessia (siano essi alessandrini, casalesi o tortonesi), senza demandare a funzionari scelte che devono essere politiche. 

Anche su questo punto vi è la certezza che i novesi abbiano le idee chiare.

NOTA: Bastiano, in piazza Dellepiane, diceva agli amici: (1) “Um tuca propriu dilu, però u ghà in bel muru”, mentre,riferendosi ai due candidati di centrodestra, sottolineava: (2) “Chilù, Neuve, ‘n la risuleva mancu cun parancu”.

Verginità

Certo che, se per tentare di rifarsi una verginità, il nipote dell’ex Sindaco deve andare alla ricerca di personaggi già di sinistra, che a molti sembrano rancorosi, deve essere mal preso… Infatti ricerca consenso da coloro i quali, folgorati sulla via… dei giardinetti, si sono riposizionati a destra e che ora tentano, vanamente, di accreditarsi come allievi di persone che sono state, per tutta la vita, di sinistra. Com’è risaputo non tutti gli allievi imparano la lezione, tanto che vengono a volte rimandati e poi definitivamente bocciati. Tali maestri, più prosaicamente, li avrebbero presi a calci nel deretano. Ci si permette di affermare, senza tema di smentita, che le persone citate a sproposito, piuttosto di votare per il “nemico”, si sarebbero tagliate la mano destra.

Come si dice: scherza con i fanti … (o, se si preferisce, con i nipoti).

I “pentiti” – tutti – dovrebbero rendersi conto che il loro tempo è scaduto (come per lo yogurt) e, soprattutto, che “il bel tacer non fu mai scritto”. 

A tal proposito, se non si ricorda male, colui che è stato Sindaco per soli tre anni, nella campagna elettorale del 2019 aveva dichiarato che il Sindaco Pagella, il quale ricoprì la carica per ben ventitré anni (solo vent’anni di differenza … una quisquiglia, una bazzecola), portando sempre a termine i suoi mandati, era il suo mentore. Considerato come è finita la storia lo scorso anno, Cabella dal mentore citato non deve aver imparato un granché … Oppure tale mentore deve essere stato sostituito in corsa da uno stretto parente, e/o da colui con il quale passeggiava ai giardinetti. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Non è bello

Se è pur vero che sulla propria pagina di un social network ciascuno può scrivere ciò che vuole, è anche vero che, quanto meno per decenza, una persona non dovrebbe dichiarare di ricoprire un incarico quando è decaduto dal medesimo:qualcuno potrebbe essere tratto in inganno. Tuttavia, permane sulla pagina di colui che fu, per un fugace periodo, Assessore al Comune di Novi Ligure, tale qualifica, come se costui esercitasse ancora il ruolo, proprio come Antani (cfr. “Amici miei”). Ma non è così e,diciamolo: non è affatto bello.

Il Malalingua

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