La seggiola vuota

Chi lunedì scorso, verso le ore 18, fosse transitato in via Girardengo, davanti ai locali che, per settimane, hanno ospitato il Comitato elettorale del nipote dell’ex Sindaco Cabella, a sua volta candidato Sindaco ed ora ex pure lui, non avrebbe trovato quella persona (venuta dal profondo nord?) che, instancabilmente, aveva ripetuto, giorno dopo giorno, il nome del suo preferito candidato Sindaco.

La sede elettorale a quell’ora era ormai chiusa ma “sbirciando” una vetrina il passante avrebbe avuto l’immagine plastica del crollo dell’ormai ex candidato Sindaco della Lega ‘d Neuve. Un grande striscione, che chiedeva il “voto utile per il suddetto ex candidato, era miseramente crollato a terra. Non è dato sapere se il supporto di quello striscione avesse ceduto sotto i colpi assestati dagli elettori o se qualche militante leghista, preso dallo sconforto, lo abbia fatto cadere travolgendolo rovinosamente. A terra, assieme allo striscione, volantini abbandonati, in secondo piano tre bottiglie di vino, sconsolate per non essere state stappate e in primo piano, simbolicamente, una seggiola vuota.

Un segno della scomparsa (si presume momentanea) dalla scena politica novese di colui che fino al mese di giugno scorso sintetizzava nella sua persona tutti i poteri (pur non avendone delega formale, è bene precisare) comunali, nonché il titolo (anch’esso non formalizzato con delega) di comandante in capo del centro destra novese.

Cosa era successo? L’ex candidato Sindaco leghista, del quale il Capitano (privo di felpa), giunto appositamente da Roma, aveva sostenuto che avrebbe vinto le elezioni al primo turno (lo aveva detto anche per le elezioni di Alessandria dello scorso anno, che porti sfiga?), aveva raggiunto poco più del 18% dei consensi. Era stato superato da Muliere di quasi 30 punti percentuali (che non sono proprio noccioline) e dalla “Signora in Azzurro” da più di 2 punti percentuali, piazzandosi al terzo posto, quindi ormai scalzato dai giochi elettorali.

Con il classico colpo di reni l’ex candidato, ammettendo la sconfitta, ha subito dichiarato che non voterà mai per Muliere. Quest’ultimo a sua volta, dopo un primo momento di sconforto durato ben un micro secondo, pare, se ne sia fatto, immediatamente, una ragione. 

Eppure solo qualche giorno prima del voto, il nipote dell’ex Sindaco, o chi per lui, era tanto convinto, non più di vincere al primo turno (come aveva presagito il suo Capitano) ma che sarebbe stato secondo in lizza per il ballottaggio, in base ad un sondaggio farlocco che sarebbe stato commissionato dal Partito Democratico, ma che in realtà era stato “confezionato” (o meglio inventato di sana pianta) pro domo sua e che aveva irritato la “Signora in Azzurro”.

Il risultato dei leghisti, diciamolo, è una vera debacle (anche se, presumiamo, che il giovin segretario leghista, ex Assessore al Bilancio, avrà una sua versione trionfante; chissà darà la colpa ad altri non meglio definiti. Suggeriamo che si potrebbe dire (utilizzando una frase da lui usata più volte in passato) che la colpaè di quelli che c’erano prima, ma tra il 2019 e il 2022). 

Per non essere smentiti per aver usato il termine debacle, riportiamo i risultati elettorali della Lega desunti dal sito ufficiale del Comune di Novi Ligure. Nel 2019 la Lega aveva ottenuto il 30,32%, alle politiche 2022 a Novi aveva ottenuto l’11,68%; in queste elezioni il 7,07% dei voti ai quali, magnanimamente, sommando il 5,39% della lista Lavoriamo per Novi, raggiunge il 12,46, poco più delle elezioni politiche.

Non sono serviti a rimpolpare il voto, gli “endorsement” di alcuni pentiti del loro passato a sinistra che, evidentemente, non avevano imparato un granchè dagli scomparsi grandi vecchi di sinistra da loro evocati a sproposito, tentando di accreditarli come loro maestri. Ci vuol pazienza.

Non sono neanche serviti gli sherpa delle liste collegate. La lista di selfie-man ha ottenuto soltanto il 5,18%, nonostante le sue comparsate fotografiche, un po’ nostalgiche, davanti ai cantieri dei lavori pubblici ma che, evidentemente, non hanno convinto nessuno.

Non è nemmeno servita la lista della transfuga del terzo polo che ha ottenuto ben lo 0,78% esattamente 80 voti (dicesi, a scanso di equivoci, ottanta). Eppure per presentare la sua lista aveva raccolto intorno alle 200 firme che evidentemente non l’hanno poi votata. L’esame del voto di questa lista avverrà in una cabina telefonica. E pensare che, nei mesi scorsi, Ella era in odore di essere candidata Sindaca per la destra, dopo il salto della quaglia. Non è per infierire ma per dovere di cronaca, si segnala che la capolista in questione ha ottenuto ben 40 (esattamente quaranta) voti personali, seguita a ruota dall’altro transfuga del terzo polo che ne ha ottenuto soltanto 16.

Tralasciamo di riportare le performance degli ex Assessori della ex Giunta Cabella diremo soltanto che l’uomo che amava portare la fascia ha totalizzato ben 21 preferenze (dicesi ventuno), nel 2019 ne ottenne 37.

L’eterna seconda

Dunque la “Signora in azzurro”, la più volte candidata alla poltrona di Sindaco, questa volta ha provato l’ebbrezza di arrivare seconda nella competizione elettorale, distanziando seppur di soli due punti il cugino, con il quale non corre buon sangue, non solo perché quest’ultimo (o chi per lui) si era auto-aggiudicato il secondo posto al primo turno nel sondaggio farlocco già citato, ma anche perché lo stesso con una decisione, che non ha sorpreso nessuno, aveva rotto la possibile alleanza di centrodestra prima della presentazione delle liste candidandosi a Sindaco. Come dimenticare che da parte leghista era stato detto dei cugini che erano: “Traditori”. aggiungendo “Ci siamo liberati della zavorra. Mai più”.

C’è chi dice che il successo (relativo) della “Signora in azzurro” sia legato a quello dell’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri, non a caso nella sede elettorale primeggiava l’immagine di quest’ultima, quasi ad offuscare l’immagine della candidata a Sindaco. Dobbiamo anche aggiungere che durante la campagna elettorale i due contendenti di centrodestra non hanno mai smesso di lanciare frecciatine (per non dire alabarde) l’uno all’altra e viceversa. 

Segno della litigiosità del centrodestra, dii cui sono stati testimoni i novesi, negli anni trascorsi che hanno portato la città nello stato che conosciamo è stata la divisione elettorale che ora pare cerchino di “medicare”.

Per non farsi mancare nulla, la litigiosità è continuata anche nei seggi elettorali, questa volta addirittura all’interno della coalizione della “Signora in azzurro”, infatti si sono accapigliati il Mungitore e l’ex Presidente del Consiglio Comunale che ha accusato, fino a richiedere l’intervento della forza pubblica, il primo di fare propaganda all’interno del seggio elettorale. 

Parenti serpenti

Come i lettori sanno per i ballottaggi sono possibili apparentamenti, ovvero le liste che sono state escluse dalla competizione possono, appunto, apparentarsi con quelle premiate, la scadenza ufficiale è per domani, entro quel giorno si sapranno le eventuali novità. Sul fronte del centrosinistra non sembra che ci siano apparentamenti, anche se Radio Scarpa parla di confluenza di voti di altre liste non premiate dagli elettori.

Nel centrodestra gli appelli all’apparentamento dei litigiosi cugini si sono moltiplicati sia da parte dei Fratelli casalesi che dalla “Signora in azzurro”, e, a quanto pare, ciò avverrà. A noi tutto ciò appare ridicolo, un papocchio. Hanno litigato per anni e fino all’altro ieri, e ora ripropongono un’unione (fittizia, si può dire?) del centro destra che può durare giusto il tempo del voto. Ci sarebbe da ridere o piuttosto piangere (o viceversa?). 

Forse entrambe le forze di centrodestra avrebbero dovuto prendere atto, non solo della sconfitta dei numeri ma di quella politica che non nasce domenica scorsa ma nel giugno 2019, quando vinsero le elezioni, ma fu solo per…un attimo.

Per far rinascere Novi, c’è un solo voto da dare il 28 e 29 maggio, quello a Muliere, premiando una coalizione che invece di litigare ha pensato al futuro della città.

la sede in disarmo

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