1969: la carneficina del jet set a Villa Lomellina.

Alla città di Novi ogni tanto capita di essere al centro dell’attenzione del mondo, e non sempre per fatti edificanti. Come successe ad esempio il 13 e 14 dicembre 1970, quando il cosiddetto “jet set” si presentò a Villa Lomellina (nella foto di apertura), e il fatto ebbe strascichi che rischiarono addirittura di far cadere la monarchia in Olanda. 

Esagerato? Leggete cosa successe. 

Erano gli anni del cosiddetto “jet set”, un termine giornalistico usato per identificare una gruppo elitario di persone che si spostano in giro per il mondo con aerei veloci, i Jet, per partecipare ad eventi mondani.  I personaggi della vicenda novese erano molto noti allora, e lo sono ancora oggi. 

I protagonisti

Il 13 e 14 dicembre 1969 Edilio Raggio, Marchese D’Azeglio, organizzò nella sua tenuta a Villa Lomellina una sontuosa battuta di caccia. I giornali dell’epoca ci riportano i partecipanti, e già a raccontare la loro storia – per chi non li conoscesse – c’è da perdersi. 

Walter Chairi

Partecipò Walter Chiari, allora all’apice della sua carriera. Dopo pochi  mesi, il 13 maggio 1970, mentre si stava recando negli studi radiofonici della Rai per registrare una puntata del programma “Speciale per voi”, venne arrestato con l’accusa di consumo e spaccio di cocaina. Finì in carcere per tre mesi  trascinando con se nello scandalo l’amico Lelio Luttazzi, che non c’entrava nulla. La condanna fu un duro colpo alla sua carriera, e ancora più a quella di Luttazzi, che invece venne prosciolto da tutte le accuse ma che finì per ritirarsi dalle scene. 
Chiari è stato un personaggio complesso e controverso. Nato a Verona nel 1924, nel 1943  è arruolato dalla Wehrmacht e inviato nella squadra antiaerea tedesca impegnata nel nord della Francia in Normandia, dove viene  leggermente ferito nei combattimenti durante il D-day. 
Fatto prigioniero, viene messe in un campo di prigionia americano a Coltano (PI). Casualmente, con lui nel campo ci sono alcuni nomi che diventeranno a loro volta famosi nel campo dello spettacolo: Raimondo Vianello, Dario Fo ed Enrico Maria Salerno. 
Oltre che il successo a teatro, al cinema e in televisione, Chiari miete successi anche in campo sentimentale e le sue love story riempiono i rotocalchi. Tra le sue conquiste più celebri l’attrice americana Ava Gardner e Lucia Bosè (questo nome tornerà nella storia).
Tra i flirt che gli attribuiscono i giornali anche quelli con Elsa Martinelli, Anita Ekberg, Delia Scala, Mina e  Maria Gabriella di Savoia, la figlia dell’ultimo Re d’Italia. 

Luis Dominguin

A Villa Lomellina c’era anche il torero Spagnolo Luis Dominguin, famosissimo al tempo. Anche lui è un noto latin lover e deve avere gusti simili a Walter Chiari. Come lui è stato amante di Ava Gardener e solo due anni prima si è separato dalla moglie Lucia Bosè, da cui ha avuto tre figli tra cui il cantante Miguel Bosè

Il Principe Bernardo d’Olanda

Ma del jet set non fanno parte solo attori e toreri. A villa Lomellina c’è anche Bernhard van Lippe-Biesterfeld, meglio noto come Principe Bernardo d’Olanda. È il marito della regina Giuliana d’Olanda, regnante nei Paesi Bassi. Non solo, il Principe Bernardo è anche presidente del gruppo Bildenberg e presidente del WWF. A causa di quanto successo a Villa Lomellina, sarà quello che passerà più guai, sebbene goda dell’immunità come consorte di capo di stato. 

Stavros Niarkos

Infine, a Villa Lomellina c’è anche un personaggio forse meno noto, ma sicuramente il più benestante di tutti. È l’armatore greco Stavros Niarkos, ricchissimo e spregiudicato. Secondo Forbes è tra i 100 uomini più ricchi del mondo, ed è anche il marito di Eugenia Livanos, sorella della ex moglie di Aristotele Onassis, Tina Livanos. Eugenia morirà di suicidio pochi mesi dopo gli eventi che stiamo raccontando, il 3 maggio del 1970. Nel 1972, Niarkos si risposerà con la sorella della sua ex moglie e ex moglie di Onassis, Tina Livanos. Anche Tina morirà poco tempo dopo, nel 1974, anche lei per overdose di barbiturici. In entrambi i decessi Niarkos fu indagato, con l’accusa di aver tolto di mezzo entrambe le moglie e sorelle. Per religione, infatti, il magnate greco non poteva divorziare. 

Lo so, la storia sembra assomigliare sempre più ad “invito a cena con delitto”, e in effetti ci fu un’ecatombe. Ma ci arriviamo. 

Jackie Bouvier Kennedy Onassis con la sorella Caroline Lee Bouvier Radziwill. Anche loro furono coinvolte dallo scandalo novese

Secondo il Times di Londra (si, se ne occupò anche lui della gita a Villa Lomellina) a Novi c’era anche Caroline Lee Bouvier Radziwill. Il nome non vi dice nulla? È la sorella di Jackie Bouvier, meglio nota come Jackie Kennedy,  la vedova del presidente americano JFK e al momento moglie di Aristotele Onassis, il rivale di Niarkos. 

Addirittura, fu proprio  Jacqueline  a scrivere una lettera indignata al Times, per negare la presenza della sorella a Novi. Anzi, al tempo il Times avanzò il sospetto che a Novi ci sarebbero dovuti essere anche Jacqueline e Onassis, ma declinarono l’invito proprio per la presenza di Niarkos e per la gelosia tra i due armatori greci. 

Ma chi invitò questi personaggi a Villa Lomellina?

Edilio Raggio, Marchese d’Azeglio

La Villa era allora la residenza di Edilio Raggio, Marchese d’Azeglio, nipote di quel Conte Raggio che fu l’uomo più ricco d’Italia tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.  Il marchese era il figlio di Paolo Raggio e di  Thea Cattaneo della Volta Spinola. Il padrone di casa sopravvisse poco a questa storia: morì 4 anni dopo a Milano, a soli 56 anni. 
Il capostipite Edilio Raggio lasciò una evidente impronta nella storia di Novi Ligure. Di famiglia genovese dell’alta borghesia ma non di origini nobili, Edilio Raggio fondò nella seconda metà dell’800  a Novi Ligure la carbonifera, azienda che trattava il carbone producendo mattonelle per la trazione ferroviaria. Eletto deputato dal 1874 fino alla morte nel 1906, fu anche industriale ed armatore navale. In occasione delle Colombiadi del 1892, venne proclamato conte dal Re (ma il titolo non era eriditario).
A Novi lasciò importanti donazioni, come cospicui fondi per la realizzazione dell’ospedale. Al momento della morte era ritenuto l’uomo più ricco  d’Italia e le sue residenze in città furono due: Villa Minetta, oggi purtroppo in stato di grave decadenza, e Villa Lomellina, che ancora oggi è possibile ammirare lungo la strada a cui dà il nome. È la villa dove avvengono i fatti che vi stiamo raccontando. 

la battuta di caccia

L’attore Chiari, il torero Dominguin, il principe  Bernardo d’Olanda e l’armatore greco Niarkos vennero a Novi, il 13 e 14 dicembre 1969, per una battuta di caccia nell’immenso parco di Villa Lomellina, che copriva circa tutta l’estensione della strada che da Novi conduce a Gavi.  I giornali dell’epoca riportano che parteciparono numerose autorità italiane e straniere, ma i nomi che elencarono furono solo quelli più famosi al momento. 
L’armatore Niarkos, in occasione della battuta di caccia novese, regalò un’automobile a Edilio Raggio. 
I due giorni di caccia provocarono una vera e propria ecatombe di animali selvatici: i giornali dell’epoca stimano in circa duemila i capi abbattuti. 

La rabbia dei cacciatori novesi

La cosa non sfuggi ai cacciatori novesi, che si arrabbiarono parecchio per il fatto che la battuta di caccia avvenne nonostante il terreno fosse innevato. La legge sulla caccia disponeva, e dispone tutt’ora, il divieto di  cacciare su terreni parzialmente o totalmente innevati. 

La prima pagina de la Gazzetta di Novi del 14/03/1970

Riportano i giornali dell’epoca che alcune guardie volontarie novesi (Ezio Cavazzini, Mario Bergaglio e  Piero  Antonio Andreoli) avrebbero, il giorno 14 dicembre, conferito con l’amministratore della tenuta, tal Armando Grasso, facendogli presente «l’illecito comportamento dei cacciatori». Gli stessi, successivamente, avrebbero ottenuto un colloquio anche con il capo delle guardie del Marchese Raggio che avrebbe ammesso, secondo il quotidiano torinese “La Stampa”, che «In quelle condizioni non era lecito cacciare, ma che non era più possibile rinviare la battuta, considerato che tra gli invitati erano, tra gli altri, il principe Bernardo, l’armatore Niarkos e il torero Dominguin».

Le guardie venatorie novesi non si fecero intimidire dal jet-set e presentarono un esposto alla Provincia di Alessandria e al Pretore competente, quello di Serravalle, allegando prove fotografiche che documentavano in maniera chiara che la battuta di caccia era avvenuta su terreno abbondantemente innevato.  La notizia della denuncia contro il jet-set venne riportata da tutti i rotocalchi, e anche il “Times” di Londra vi diede spazio in prima pagina.
Il Pretore di Serravalle Giacinto Briata avviò il procedimento speditamente, denunciando tutti per violazione della legge della caccia. Anzi, tutti tranne uno, il principe Bernardo non imputabile in quanto  consorte di capo di stato, la Regina d’Olanda. 

La vicenda si concluse rapidamente e i giornalisti non ebbero il piacere di vedere il jet-set rispondere dal banco degli imputati perchè nel frattempo intervenne il decreto di amnistia del Presidente della Repubblica n. 283, del 22 maggio 1970, che sospese il processo e mandò tutti liberi senza conseguenze. 
I cacciatori novesi però non si diedero per vinti. Nel settembre del 1970 il direttivo della federazione italiana della di Alessandria decise con il Comitato provinciale caccia la revoca della concessione della riserva del marchese Edilio Raggio d’Azeglio.  Ma è una revoca breve: dopo poco viene accolto il ricorso del marchese.

L’eco della notizia fu tale che due anni dopo venne dato alle stampa il libro “L’imbroglio ecologico” di Dario Paccino, edito da Einaudi. Il libro prendeva spunto proprio dai fatti novesi per sottolineare l’ipocrisia di un certo tipo di ambientalismo, come quello del Principe Bernardo d’Olanda che era al momento presidente mondiale del Wwf e contemporaneamente andava a caccia con un torero.

A Novi, ci fu chi la buttò in politica. I cacciatori novesi era al tempo vicini al Pci, e ci fu chi sostenne che la loro denuncia fu dovuta più al livore contro questi ricchi sfaccendati, che ad altro. Un giornale scrisse che avevano fatto fare brutta figura alla città davanti a personaggi così noti, e che avrebbero dovuto essere più riconoscenti per quanto la famiglia Raggio nel tempo aveva fatto per la città.

Che fine fecero i personaggi coinvolti? 

Walter Chiari cadde in disgrazia presso la televisione italiana non per la vicenda venatoria ma per l’arresto e la condanna per droga. Sospettato a lungo di simpatie fasciste (fu anche membro della X mas)  fu comunque uno dei più geniali attori comici italiani. Morirà a Milano nel 1991.

Luis Domiguin (1926-1996)  era torero per tradizione familiare. Il padre Domingo Dominguín fu un leggendario torero degli anni trenta,  e il figlio iniziò la sua carriera nell’arena a soli  11 anni. L’enorme popolarità nel suo paese ebbe inizio nei primi anni quaranta, disputando corride vittoriose in Spagna, in Portogallo e in Colombia. Figura di spicco, assieme a Manolete, delle corride nazionali nel 1954 si legò sentimentalmente all’attrice italiana Lucia Bosè, che sposò l’anno dopo e da cui ebbe tre figli, il cantante Miguel Bosé, la stilista Paola Dominguín e Lucía Dominguín. Nel 1956 partecipò come attore nel film “Il giro del mondo in 80 giorni” di Michael Anderson. Nel 1968 divorziò da Lucia Bosè. Morirà  per un infarto nel 1996, all’età di 69 anni. Dalla sua rivalità con il collega Antonio Ordóñez, Ernest Hemingway trarrà spunto per la stesura di “Un’estate pericolosa”. 

Bernhard Leopold Friedrich Eberhard Julius Kurt Karl Gottfried Peter van Lippe-Biesterfeld (1911-2004), per brevità detto Principe Bernardo d’Olanda. Di origine tedesca, Bernardo militò nel partito nazista prima di conoscere la futura moglie Principessa Giuliana d’Olanda alle Olimpiadi di ‘36 a Berlino. Si sposarono lo stesso anno. Quando i nazisti occuparono l’Olanda, nella seconda guerra mondiale, i principi fuggirono prima in Inghilterra e poi in Canada. Giuliana fu regina d’Olanda dal 1948 al 1980. 
Bernardo fu presidente del Gruppo Bilderberg fino a quando, nel 1976, diede le dimissioni per lo scandalo di una tangente da 1,1 milioni di dollari dalla Lockheed Corporation per la vendita di aerei caccia all’aviazione olandese. Il primo ministro dei Paesi Bassi ordinò una inchiesta sul fatto, mentre il principe Bernardo si rifiutò di rispondere alle domande dei giornalisti, affermando: “Sono al di sopra di queste cose”.
Bernardo fu anche presidente della Federazione internazionale sport equestri e fu il primo presidente del Wwf, dal ’61 al ’76.  Morirà nel 2004, pochi mesi dopo la moglie, a 93 anni. 

Stauros Spyrou Niarchos (1909-1996) è stato un armatore, imprenditore e collezionista d’arte greco. Divenne noto per essere stato il proprietario della prima superpetroliera.  Morì nel 1996 in Svizzera, di polmonite. Al momento del decesso, la sua fortuna era stimata del valore pari a 22 miliardi di dollari.

Caroline Lee Bouvier Radziwiłł (1933-2019) come dicevamo  è stata la sorella di Jackie Kennedy Onassis. Alcune fonti la danno come partecipante al “safari” novese, altre smentiscono. Era moglie del principe polacco Stanisław Albrecht Radziwiłł. Amante di Onassis prima della sorella, nel 1972 andò in tour con i Rolling Stones.

Del padrone di casa, Edilio Raggio Marchese d’Azeglio, ho trovato poche notizie. Così “Il Popolo di Novi” diede notizia della sua morte, il 7 aprile 1974:
“E’ deceduto a Milano il nostro concittadino Marchese Edilio Raggio Conte D’Azeglio, presidente la S.p.A. Acque Sorgenti Novesi. lì rito funebre è stato officiato nella cappella della «Lomellina» la villa di proprietà dei Marchesi Raggio. La salma è stata tumulata in Gavi Ligure nella tomba di famiglia”.

Ebbe un figlio, Carlo, che si spegnerà a soli 47 anni nel 1989. Con lui finirà senza eredi la dinastia Raggio.

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

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