I nomi? Ecco perché non ce li dicono

I Carabinieri hanno tenuto ieri mattina una conferenza stampa per comunicare ai giornalisti  la conclusioni delle indagini relative a quella che è stata chiamata la “rissa di halloween”, avvenuta in viale Saffi a Novi Ligure la sera del 31 ottobre scorso.  Alle ore 21,30 era scattata una violenta rissa che aveva lasciato a terra due giovani gravemente feriti. Una volta giunti sul posto i Carabinieri erano riusciti a individuare e portare in caserma una delle persone coinvolte, un marocchino, mentre gli altri erano riusciti a dileguarsi. 

Ma la rissa non era terminata: una volta uscito dalla caserma, il marocchino (rivelatosi poi l’autore dei pestaggi più violenti) era atteso dagli amici italiani dei feriti, che lo avevano aggredito e malmenato violentemente, tanto che la vittima aveva cercato di raggiungere nuovamente la caserma Lupano e si era accasciato sulla scalinata d’ingresso. 

Nella conferenza di ieri i militari di Novi hanno spiegato che grazie ad un minuzioso lavoro di indagini, effettuato grazie alle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso gli scontri, ma soprattutto grazie ai riscontri ottenuti negli interrogatori, sono riusciti a identificare e denunciare 7 persone coinvolte. Tutte persone di età compresa tra i 20 e i 30 anni con numerosi precedenti penali per furti e spaccio.

Complimenti a Carabinieri di Novi innanzitutto, al loro comandante di compagnia Federico Smerieri (nella foto) e al comandante di stazione Marco Pingaro. Sono numerosi gli arresti che in questi tre anni di permanenza a Novi il comandante ha operato, a partire dall’operazione “purple drunk” che mise in luce una “gang” di giovanissimi novesi di buona famiglia dediti allo spaccio di droghe “fai da te”.

Sappiamo già, però, quali saranno i commenti agli articoli che oggi usciranno su questi arresti: “I nomi, diteci i nomi!”. “Perchè non ce li dite, li volete proteggere?”. 

Da almeno una decina d’anni il sistema è cambiato. Se prima era cosa comune diffondere nomi e foto degli arrestati, ora non si può più fare. Non lo fanno gli inquirenti, e non lo fanno ovviamente i giornali, perché non li sanno. 
Se prima infatti era comune vedere sulle pagine locali dei giornali foto e nomi delle persone arrestate, anche se in attesa di processo, ora non succede più. 

Da due giorni, inoltre, diffondere i nomi è ancora più difficile. Due giorni fa infatti con 160 favorevoli e 70 contrari la Camera ha approvato un emendamento di Enrico Costa (Azione) alla legge di delegazione europea che modifica la normativa sulla divulgazione di atti e immagini del processo. I giornali non potranno più pubblicare, «integrale o per estratto», il testo di un’ordinanza di custodia cautelare fino al termine dell’udienza preliminare.
Si sono opposti Movimento 5 stelle, Partito democratico e Alleanza Verdi e Sinistra Italiana che parlano di «nuova legge bavaglio».

Quindi, rassegnatevi. Se non vedete sui giornali nomi delle persone denunciate per la rissa di halloween, non è perchè qualcuno li vuole proteggere. Semplicemente, non si può. Fatevene una ragione. 
Che sia giusto o sbagliato non poter più “sbattere il mostro in prima pagina”, decidetelo voi.

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Moscone

Un commento su “I nomi? Ecco perché non ce li dicono

  1. Invece per le vittime nessun rtiguardo.
    Recente il caso tragico di un ragazzino deceduto di Cassano a cui certi “giornalisti” hanno attribuito qualsiasi cosa con nome e cognome, senza alcuna pietà e senza alcun riscontro oggettivo.
    E senza alcun rimorso, quando le loro illazioni gratuite sono emerse per tali.

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