La follia della fine del mercato tutelato: un labirinto di speculazioni e oligopolio energetico

Come avrebbe detto il celebre ragioniere Fantozzi, togliere il mercato tutelato dell’energia e del gas è una “Cagata Pazzesca!” Questa espressione forse un po’ colorita riflette il crescente malcontento nei confronti della tendenza a liberalizzare settori cruciali senza considerare appieno le implicazioni reali.
La prospettiva di una fine del mercato tutelato per l’energia e il gas, infatti, potrebbe sembrare allettante per alcuni, ma è essenziale esaminare attentamente le possibili conseguenze negative che potrebbero derivare da tale scenario.

Partiamo dalle radici di tutto questo:

Negli anni 2000, il mondo occidentale, si è lasciato convincere dalle teorie neoliberiste, credendo che il capitalismo avrebbe portato a miglioramenti economici e sociali generali. Oggi, di fronte a grandi crisi economiche, guerre e instabilità sociale, è essenziale fare un mea culpa e assumersi la responsabilità di una inversione di rotta volta a tutelare i più deboli anziché favorire interessi economici di grandi gruppi che effettuano speculazioni, spesso, a breve termine.

Quella logica politica, di cui è stata vittima anche la sinistra, ha messo in discussione servizi primari e pubblici in nome di una presunta liberalizzazione e di un libero mercato finalizzato alla riduzione dei costi. Tuttavia, la realtà ha dimostrato che questa liberalizzazione, in gran parte, ha generato un aumento dei prezzi e una diminuzione dei livelli di servizio, con spiegazioni spesso basate su mere speculazioni anziché su miglioramenti reali.

Questa cosa l’abbiamo vista anche con il processo di apertura alla privatizzazione nella sanità, presentato come un modo per migliorare il Servizio Sanitario Pubblico (SSN), che ha invece portato al declino del sistema pubblico. Grandi gruppi privati speculano sulla salute, all’interno e all’esterno degli ospedali, generando disuguaglianze economiche e riducendo la qualità del servizio per il cittadino.

Ma torniamo a parlare di Energia e di Gas.

La base per un mercato libero è la possibilità di differenziare le fonti di approvvigionamento.
Tuttavia, nel caso del mercato energetico e del gas, questa possibilità è limitata dalla complessità della rete e dell’approvvigionamento.
L’Italia dipende ampiamente dalle importazioni di gas naturale, principalmente provenienti da Russia, Norvegia, Algeria e Paesi Bassi.
Dopo l’inizio del conflitto russo-ucraino, anche questa rete non poteva garantire gli approvvigionamenti necessari, per questo tutto questo è stato coadiuvato dai rigassificatori che, per l’appunto rigassificano, il gas liquido che viene trasportato a bordo di queste grandi chiatte simili a delle petroliere con delle enormi bombole sopra.
La rete di gasdotti, gestita principalmente da Snam, è intricata e collega le diverse regioni del paese, tutto questo porta alla conclusione che vi è un unico fornitore di gas a livello nazionale.

La possibilità di scegliere un’azienda di vendita nel settore energetico, d’altrocanto, potrebbe sembrare liberatoria, ma in realtà pone di fronte un labirinto di offerte difficili da confrontare.  Questa cosa già la stiamo toccando con mano, infatti, sono centinaia le telefonate che ogniuno di noi riceve da qualche call center con l’offerta luce-gas migliore sul mercato…

Il cittadino si trova ora di fronte al rischio concreto di un oligopolio energetico. Grandi aziende pianificano offerte a ribasso per eliminare la concorrenza locale, minacciando la diversità e la concorrenza leale. La fine del mercato tutelato, con la sua stabilità garantita da un “acquirente unico”, lascia il cittadino vulnerabile agli stratagemmi delle grandi imprese.

Concludendo, la fine del mercato tutelato si è rivelato un passo discutibile. La stabilità e la tutela offerte dal mercato tutelato potrebbero essere rimpiante in un futuro in cui i cittadini si trovano a navigare in un mare di offerte senza bussola. È forse giunto il momento di riflettere sulla reale convenienza di sacrificare la sicurezza e la chiarezza a vantaggio di un’illusoria libertà di scelta nel mercato energetico.

Ed è in particolare dovere della sinistra fare autocritica e accettare di aver adottato una “ricetta economica” errata, solo così possiamo proporre soluzioni alternative che possano realmente tutelare tutti i cittadini.

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Daniele Mascia

Un commento su “La follia della fine del mercato tutelato: un labirinto di speculazioni e oligopolio energetico

  1. il neoliberismo – o meglio l’ultra liberismo che nulla ha a che fare con la parola “liberale” e tutto con le parole “capitalismo sfrenato” – ha distrutto l’europa, la sua economia e i suoi popoli.
    Un cancro che finge di essere ideologico ma è figlio, semplicemente, delle lobby multinazionali e dell’imperialismo yankee.
    Solo azzerando i simulacri partitici che fanno da sponda a questo cancro, utili idioti o furbi complici che siano, si potrà sperare di ridare speranza alle persone, prima che il disastri sia definitivo.
    Ma attenti, la deriva verso la dittatura del denaro è molto, molto avanti. Da decenni alligna e prolifera come metastasi nel binomio “centro-sinistra”. E un grandissimo economista aveva già previsto tutto oltre 150 anni fa. “non esiste plusvalore senza disvalore”. Tradotto per gli elettori ultraliberisti: non si fanno soldi senza derubare o sfruttare altri.

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