Consiglio Comunale: una rappresentazione teatrale senza trama.

Assistere all’ultimo consiglio comunale dell’anno è stata un’esperienza che ha rasentato il teatro dell’assurdo. In scena, il dibattito sulla ricognizione dei servizi pubblici dell’anno precedente, ovvero il 2022. Il coro dell’opposizione canta la solita aria di lamentele: «Oh, perché non abbiamo fatto prima la commissione consigliare?». La maggioranza, in un solenne contrappunto, risponde: «Colleghi, non c’era tempo! Se non approviamo questa delibera entro l’anno, saremmo sanzionabili!».

Da spettatore, trovo la motivazione della maggioranza abbastanza convincente. Infatti mi chiedo: perché diavolo si dovrebbero pagare sanzioni per non aver battuto un timbro su un pezzo di carta in tempo? Ah, le delizie dell’amministrazione pubblica!

Ora, l’opposizione sembra avere un mantra: ripetere le stesse cose, all’infinito. Mi chiedo, perché non cambiano disco? Invece di suonare sempre la stessa canzone, perché non improvvisano con qualche domanda di merito sui servizi del 2022? Così, solo per dare un po’ di soddisfazione a noi spettatori. Ah, ma ecco che arrivano gli emendamenti, due per la precisione, cantati in chiave di protesta: “scrivete che non avete fatto la commissione!”. E io penso: ma cosa c’entra questo con la delibera? Forse è solo una sinfonia di parole senza significato.

Il climax arriva finalmente con le domande dell’opposizione. Un consigliere, interroga con ardore lirico: “Quanti studenti con disabilità sono stati trasportati dallo scuolabus?”. La risposta dell’assessore suona come un déjà vu: tre! E l’oppositore, in un acuto di confusione, risponde: “si ma nel 2022!” Mi chiedo:”perché mai si aspetta dati del 2023 che saranno in ricognizione nel 2024, ha tutto un anno davanti per parlarne!” Boh la logica in politica è sempre fuori tempo!

La performance continua con un’interrogazione sulla fine del mercato tutelato nel 2024. Non capisco più niente, fanno domande sulla ricognizione dei servizi dell’anno prossimo. Siamo alla futurologia. Così mi rivolgo al mio vicino e gli dico: “Ora è chiaro, tutta questa storia della commissione è solo una farsa, un pretesto per mettere in difficoltà la maggioranza”. Il mio vicino avvezzo alla politica mi risponde: “la minoranza non può fare domande sui servizi erogati quando erano al governo loro! Vedrai che voteranno a favore della delibera, mica son fessi!” Ah, la politica, sempre pronta a sorprendermi.

Alla fine, si vota. Contrariamente a ogni previsione, l’opposizione vota contro. Me ne vado, mi gratto la testa, pensando che forse il consiglio comunale è solo un grande teatro, dove tutti recitano una parte, ma la trama… La trama è sempre un mistero.

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Giorgio Bologna

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