Casale Monferrato: Stranezze e intrecci che non quadrano

Anche il Cittadino Casalese meno attento alle vicende politiche e a quello che accade a livello amministrativo, si è accorto che in questi ultimi tempi parecchie cose “non quadrano”.

Questa è l’espressione che, sempre più spesso, accompagna i commenti delle Casalesi e dei Casalesi quando ci si sofferma a pensare e a ragionare su vicende quali il “caso Ginepro”; la vicenda dell’acqua pubblica; le numerose e costose consulenze in capo alla municipalizzata AMC Spa; la gravissima probabile perdita economica in capo a Comune e AMC Spa per il fallimento della società legata alla gestione della piscina comunale; le diverse aste che si susseguono per la prevista vendita della “Maddalena Nuova” e i reiterati ribassi che le contraddistinguono: l’incomprensibile alienazione dell’area “PIP5”, unica area industriale presente in Città; la trasformazione, a sua volta, di un’ampia area agricola privata a ridosso della frazione di San Germano, in area industriale per l’ipotizzata realizzazione di una struttura per la “logistica”.

Sono solo alcuni esempi delle tante “stranezze” che contraddistinguono la fase conclusiva di questo mandato amministrativo e che, nella migliore delle ipotesi, si possono leggere come atti e fatti sconclusionati i quali, di certo, rischiano di “fare del male” alla Città per i prossimi anni o decenni.

A voler pensar male, potrebbe esser anche peggio: ma non è questo il tempo di “pensar male”, le risultanze e le azioni del prossimo futuro saranno dirimenti.

Come afferma il proverbio: “il Tempo è galantuomo”!

Possiamo sin da ora affermare che a nostro avviso il bene della Città e della Cittadinanza si persegue in altro modo e con altri obiettivi.
Tuttavia, le più recenti informazioni di stampa impongono a ciascun Casalese responsabile, un supplemento di riflessione critica e di perplessità sulle due “stranezze” da ultime evidenziate poco sopra.

Si scopre, infatti, e ci piacerebbe davvero essere smentiti dalla attuale Giunta comunale, che la svendita dell’unica area industrializzata ancora fruibile (chiamata PIP 5) verrà perfezionata per poco più di 2,1 milioni di euro, a fronte di un esborso complessivo dalle casse comunali di circa 2,9 milioni di euro per la sua messa a punto nel corso degli anni, e a favore della stessa Società (“Crosslog” parrebbe il suo nome) che intenderebbe acquistare proprio l’area agricola privata alle porte della frazione di San Germano per realizzare l’ipotizzato e fantasmagorico “polo logistico”, per un investimento immobiliare di valore nettamente, e di molto, superiore.

Che intreccio… interessante!!

Se poi si aggiunge che detta “Crosslog” non parrebbe finanziariamente in grado di reggere l’insieme degli ipotizzati investimenti, l’intreccio si fa ancora più interessante.
E sorgono, spontanee, diverse ulteriori perplessità, osservazioni, oltre che domande altrettanto urgenti: e la conclusione della vita amministrativa di questa legislatura non permette alle forze politiche di porle, o di iniziare a porle, se non attraverso le pagine dei giornali.

La prima osservazione, che scaturisce dalla ferma battaglia condotta in Consiglio Comunale dalle Forze di opposizione nei mesi scorsi e riportate diffusamente dai giornali, è che “a pensar male non si sbaglia mai”: ci riferiamo sia alla svendida dell’area industriale ex “PIP 5” che alla variazione di destinazione d’uso dei terreni a San Germano per la realizzazione del fantasmagorico “Polo Logistico”.

In una assemblea pubblica si potrà meglio cogliere la portata di queste ferme, e quanto mai motivate, opposizioni e perplessità!

La seconda domanda, che sorge altrettanto spontanea e che rivolgiamo alla Giunta uscente ed al suo candidato sindaco, è sapere “chi” si cela dietro a questa “Crosslog”: il saperlo consentirebbe alla Città di capire meglio il senso di questo interessante ed appassionante “intreccio”!

Tale domanda, se doverosamente e velocemente portata a risposta, permetterebbe a tutti noi di capire il senso di un’accelerazione così imbarazzante e foriera di possibili ulteriori approfondimenti a più livelli, tale da aver portato la Giunta comunale uscente e i consiglieri di maggioranza uscenti ad intraprendere un percorso che a noi non sembra lineare.

Il tutto, lasciando in eredità a chi verrà dopo di loro una Città priva di un’adeguata area industriale, una frazione e un Territorio in fibrillazione per le tante ipotesi che si susseguono, e una Fondazione Aleramo (non ce ne voglia il suo presidentissimo) definitivamente affossata dopo tanto fumo e così poco arrosto.

Partito Democratico, Circolo di Casale Monferrato

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