La libertà e il liberalismo

Sarebbe bene, visti i tempi che corrono, leggere e rileggere gli scritti di chi ci ha consegnato valori irrinunciabili come la libertà e la democrazia che, non bisogna dimenticarlo mai, hanno dato anche la vita per consegnarcele. Due valori usati e, spesso, troppo spesso, abusati o, addirittura, negati da chi subdolamente ne prende le distanze.

Ci sono tanti maestri del pensiero che ci hanno consegnato metafore educative. Davide Lajolo che ci insegnava a guardare l’erba anche dalla parte delle radici, oppure Piero Calamandrei che sosteneva che “la libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”. Su questi indirizzi, per chi volesse rinfrescare la memoria o combattere l’incipiente indifferenza, tutti possiamo contare su una ampia rassegna letteraria.

Nel bel mezzo di questo dibattito c’è la politica che ha un compito fondamentale, prima di ogni altro, quello di gestire e controllare la “bestia” che si annida in ogni essere umano. La “bestia” non ha colore politico è generica, trasversale, qualunquista, si potrebbe impossessare di chiunque, la politica non la può e non la deve alimentare ma la deve domare. A questo proposito bisognerebbe leggere e ascoltare le lezioni di Raffaele Morelli che sostiene che in ognuno di noi si annida l’animo di un potenziale “assassino”.

Per fare riferimenti elementari basta leggere tutti i giorni le cronache per capire che siamo ai primordi di un qualcosa di complesso e imprevedibile con cui, presto o tardi, dovremo fare i conti. Oggi, a maggior ragione, chi comanda dovrebbe fare riferimento all’unica stella polare, guida irrinunciabile, che è la nostra Costituzione che però, anche lei da qualche tempo a questa parte, è messa in discussione. Si sta aprendo un varco pericoloso tra due parti politiche confuse e controverse che sfocia soltanto in un unico motivo il “potere” e il “contro potere”.

La politica sta degenerando nella sua narrazione, nelle espressioni, nel giudizio dell’avversario che diventa con troppa superficialità un nemico. La nostra Costituzione prevede letteralmente e implicitamente il rispetto tra le persone e io spazio dei loro diritti e doveri. Da qualche tempo a questa parte si preferisce dividere piuttosto che unire, si sceglie la “tecnica” di incolpare gli “altri” per coprire i propri fallimenti o i propri limiti. Essere antifascisti è implicito se all’assunzione di compiti istituzionali si giura sulla Costituzione. Quindi un presidente della Repubblica, un presidente del consiglio, i presidenti delle camere o altre Istituzioni o sono antifascisti o giurano il falso, il che è il peggio del peggio. Non serve a nulla chiedere reiteratamente l’abiura a chi ha ancora oggi provenienze culturali o legami stretti con personaggi e fatti figli di un’epoca buia, non lo faranno mai. E non ci possiamo certamente accontentare delle dichiarazioni di chi sostiene che gli estremismi non sono di casa nel nostro attuale governo. Se poi assistiamo a liste di proscrizione, di censure, di bavagli all’informazione, denigrare chi vuole essere pagato per un lavoro commissionato quando oggi è tutto un “marchettificio” ben diverso dal caso Scurati o cessioni “ad personam” a propri fidi della proprietà dell’agenzia garante dell’informazione, non c’è da stare allegri visto la velocità di mutamento di analisi di molti giornalisti prezzolati.  

Non illudiamoci, sarà lunga e dura la battaglia per rimettere all’onore del mondo la correttezza dei rapporti tra soggetti singoli o associati e della comunicazione e mi auguro che, nel frattempo gli animi progressisti e liberali trovino la giusta via e si facciano sentire. Sono lontani i tempi in cui Sandro Pertini diceva a più riprese la frase che alcuni attribuiscono a Voltaire mentre altri a Evelyn Beatrice Hall: “non condivido quello che dici ma sono pronto a dare la vita perchè tu possa dirlo”. Oggi invece i ragionamenti di questa politica decadente ruotano su menzogne e miserie per raccattare pochi voti alle prossime elezioni dopo le quali le impietose verità dovranno essere dette da tutti e riconoscendo i propri errori e questo governo sarà costretto ad affondare nel mare delle mistificazioni che ha costruito.

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Costanzo Cuccuru

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