Guerra dell’acqua, il Pd: La Lega fa squadra sulle tasche dei cittadini


Il Partito democratico di Novi e Alessandria attacca a testa bassa la Lega sulla vicenda che vede contrapposte le aziende che si occupano della gestione del ciclo idrico, Amag per Alessandria e Gestione Acqua per Novi. «Questo è uno dei tanti esempi della volontà della Lega di gestire questioni pubbliche, che riguardano gli interessi di tutti i cittadini, come fatti privati da decidere nelle stanze del loro partito» recita un comunicato diffuso ieri da Giorgio Abonante (candidato sindaco per il centro sinistra nel capoluogo), Otello Marilli (segretario provinciale del Pd) e dai membri del gruppo consiliare Democratici per Novi (Simone Tedeschi, Alfredo Lolaico, Luca Patelli, Stefano Moro e Rocchino Muliere). 

La questione potrebbe essere semplice – dicono i Dem – il contratto di servizio dell’Ato 6 prevedeva che le aziende ottenessero una tariffa agevolata a fronte di investimenti di ammodernamento della rete idrica. Investimenti che, ormai è acclarato, Novi ha fatto e Alessandria no”.

Capire le basi dell’intricata vicenda non è semplicissimo, in verità. Innanzitutto bisogna dire che esiste un Ato (ambito territoriale Su tutto il territorio nazionale) al cui interno, in caso esistano più gestori, (come nel nostro Ato 6) viene individuata una tariffa unica che risulta da un calcolo che complessivamente tiene conto dei costi e degli investimenti dei vari gestori.
Arera (autorità regolatrice delle tariffe) prevede, in virtù del fatto che i gestori hanno contribuito in maniera diversa alla composizione della tariffa, che si proceda ad una successiva compensazione tariffaria, la cosiddetta “perequazione”.
Infatti i costi e gli investimenti dei vari gestori sono in genere diversi e se presi singolarmente per calcolare tariffe singole danno origine a tariffe più alte o più basse di quella calcolata cumulando gli importi relativi al servizio di tutti i gestori.
La “perequazione” è necessaria per riequilibrare gli introiti tariffari di ogni gestore con compensi positivi verso il gestore che avrebbe avuto diritto a una tariffa più alta rispetto a quella unica e con compensi negativi verso il gestore che avrebbe avuto diritto a una tariffa più bassa rispetto a quella unica.
Nel nostro caso, i tre gestori, legati tra di loro da un contratto che prevede la perequazione, hanno affidato alla stessa società di consulenza la definizione dello studio del sistema di perequazione.
I risultati dello studio evidenziano che Gestione Acqua risulta essere, per l’anno 2020, creditrice di una cospicua somma in massima parte da richiedere ad Amag Reti Idriche, anche tenendo conto che gli investimenti realizzati da Gestione Acqua superano di gran lunga quelli di Amag Reti Idriche.
Si tratta dei 2.375.000 euro di cui Gestione Acqua chiede conto. Ma non è finita qui: si dovrà poi procedere con il calcolo degli scompensi relativi al 2018 ed al 2019 ed in futuro con gli anni successivi.

Per i Dem si tratta di “una scelta di buon senso, quella di garantire maggiori introiti alle aziende che investono sulla manutenzione, per limitare le perdite idriche nelle condutture (che arrivano a valori del 40%), che Novi ha rispettato, e Alessandria no. Ma la vicenda è anche – purtroppo – tutta politica. Leghiste sono le amministrazioni comunali interessate, leghisti sono i vertici delle aziende, e leghista è il presidente dell’Ato6, Enrico Bussalino. 
Una questione che la Lega ha scelto di gestire in maniera non trasparente, cercando di risolverla a suo interesse nelle sue stanze. Con il risultato di rischiare o di danneggiare i cittadini di Novi, che si troverebbero a pagare i “conti” di Amag, oppure gli alessandrini, che invece di vedere i loro soldi investiti sulla loro rete, li vedrebbero andare ai novesi.
Tutto questo, da qualunque lato lo si guardi, getta pesanti ombre del futuro delle aziende.  Ancora una volta a fare le spese della incapacità amministrativa della Lega saranno i cittadini.  A Novi, aspettiamo che la Lega chieda che a Gestione Acqua venga corrisposto quanto dovuto da Amag, anche se ci rendiamo conto che potrebbe risultare imbarazzante con in corso la campagna elettorale per le amministrative del capoluogo. Un curioso comportamento da parte di chi diceva “prima i novesi”.  Ma a farne le spese saranno sopratutto gli alessandrini, che con le loro bollette hanno pagato investimenti che non sono stati fatti, e che ora rischiano di vedere partire per Novi Ligure 2milioni e 375 mila euro per il solo 2021”.

Maurizio Delfino

Sulla vicenda intervenne anche Maurizio Delfino, al tempo in cui era assessore al bilancio in comune a Novi Ligure, durante un consiglio comunale. Delfino stimò che in totale Amag doveva a Gestione Acqua, in totale, circa 10 milioni di euro. Delfino se ne uscì con una proposta che fece scalpore: «Visto che Amag Reti deve almeno 10 milioni di euro a Gestione Acqua, sia quest’ultima a comprare l’azienda alessandrina. È l’esatto contrario di quanto proposto da Arrobbio, ma visto il debito Gestione Acqua può comprare l’azienda dell’acqua di Alessandria, se non addirittura la capogruppo Amag».  Di lì a poco, Delfino si dimise da assessore per motivi mai ben chiariti. 

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