Leghista sì, ma lucu no…

Quasi quasi, c’è da rimpiangere l’esuberanza dell’ex Assessore Maurizio Delfino, all’epoca definito da alcune testate giornalistiche – appiattite sulle notizie fatte filtrare dal Minculpop cittadino – “pezzo da novanta”. Caduto poi in disgrazia, sua sponte. Non si sa ancora bene se la caduta si sia verificata a causa della questione relativa alla permuta dell’area ex Macello con quella della Lidl (questione al momento dimenticata, mentre, all’epoca delle sue dimissioni, il Mungitore riteneva l’operazione sostanzialmente conclusa), oppure se la sua dipartita dalla giunta novese sia stata determinata dall’aumento spropositato, a quanto pare illegittimo, della Tassa Rifiuti.

Delfino non si era certo dimostrato parco di uscite, a volte anche sopra le righe; le sue esternazioni, comunque, avevano il merito di rendere manifesti problemi e contraddizioni della amministrazione. Talvolta era stato intemperante nei confronti di molti, ma poi applicava il potere decisionale conferitogli: il verbo relativo a tale azione – se non fosse chiaro in lingua italiana – in francese è “chosir”, nell’idioma preferito da Sindaco e nipote “выберите”, in serbo изабрати (la scelta linguistica è facoltativa).

Il dott. Delfino, come si diceva, è stato paragonato ad un “pezzo da novanta”, definizione che, secondo l’Enciclopedia Treccani, ha origine quando “… all’artiglieria del Regio Esercito, nel 1941-42 vennero distribuite “poche” bocche da fuoco di un nuovo e “moderno” cannone italiano calibro 90, invidiato anche dai tedeschi, che avevano già il famoso 88 Flak”. 

Certamente non si vogliono proporre paragoni, ma è un fatto che il suo giovane sostituto sia assai moderato nell’elargire notizie, tranne promettere ad ogni piè sospinto che si discuterà, prima o poi, il bilancio; peccato prevalga sempre il poi e si slitti da un mese all’altro, così come per la questione della Tassa Rifiuti, sulla quale si è limitato ad annunciare che tutto è a posto, salvo poi aggiungere che l’ultima parola in merito spetta all’autorità nazionale, ovvero: “io speriamo che me la cavo”.

Intanto, però, i cittadini avrebbero pagato più del dovuto la suddetta Tari.

Qualcuno, in verità, ha sborsato una cifra maggiorata anche di Imu, e questo per merito del primo Assessore al Bilancio, ovvero il Sindaco – coadiuvato dal nipote -; è il caso degli affitti a canone concordato, che di per sé hanno un qualche valore sociale, mentre invece sono stati eseguiti sgravi della medesima imposta per i commercianti, con la generosa motivazione di voler aiutare il commercio. Tuttavia l’operazione non è servita a nulla, anzi, la situazione è peggiorata: basta camminare lungo le vie cittadine per constatare quante saracinesche si sono abbassate, per non più alzarsi, negli ultimi mesi. L’Assessore al Commercio – novità assoluta – in questo caso era il Sindaco, sempre coadiuvato dal nipote. Che abbiano confuso i commercianti con i proprietari dei muri (i quali godono dello sgravio Imu)? Forse promuovere il commercio non è proprio un semplice gioco, né basta valorizzare qualche attività commerciale marginale al centro storico elargendo fior di quattrini, persino per una festa di fine anno mai realizzata. Tali denari, certamente, saranno stati restituiti, o, forse, vengono considerati un anticipo sulla organizzazione degli eventi della prossima estate, considerato che sono già state annunciate una serie di manifestazioni di natura nazional popolare da svolgersi sempre in quella certa area marginale.

Torniamo, però, al Bilancio comunale: sono già trascorsi tre mesi del nuovo anno e del documento non c’è traccia, si viaggia su un bilancio provvisorio, come dire che si marcia a vista.

Qualcuno riferisce che il giovane Assessore stia studiando in qualche antro comunale, altri sostengono ci sia chi studia per lui. Radio Scarpa, ad esempio, ritiene che l’elaborazione del Bilancio sia stata“appaltata” fuori dal Palazzo, e che sia stato conferito l’incarico a ben due teste pensanti, per stabilire le varie voci del documento contabile. Ovvero: Two is megl’ che one”, per dirla con l’inglese maccheronico di un noto spot pubblicitario degli anni ’90, che reclamizzava un gelato. 
Non ci si può credere, non può essere vero!
Sarebbe una abdicazione del ruolo politico della Giunta e del Consiglio Comunale. Significherebbe aver rinunciato ad un compito precipuo dell’Amministrazione. Significherebbe aver appaltato un compito squisitamente politico, come si fa per un qualsiasi lavoro pubblico. Proprio come si presume sia stato fatto per la sistemazione della pista ciclabile di viale Rimembranza, divenuta color rosso corallo, tonalità – si suppone – contestata non solo da molti cittadini, ma anche dal Presidente del Consiglio comunale, il quale, quando vede rosso, si infuria come i tori. Pare abbia esclamato: “Manco i comunisti l’hanno fatto!”.
Non ci si può credere anche perché illo tempore (ma non tanto tempore fa), il giovane Assessore al Bilancio aveva affermato che si sarebbe fidato dei funzionari comunali, che avrebbe lavorato con loro per adempiere al suo ruolo. Non ci si può credere perché, se la notizia fosse vera, i contribuenti novesi pagherebbero due volte un servizio, in primo luogo attraverso la struttura comunale, in seconda istanza ai consulenti esterni.
A quel punto non sarebbe neppure più necessario retribuire un Assessore al Bilancio, il quale potrebbe lasciare vacante la sua poltrona.
Ripetiamo ancora: non ci si può credere! Se così fosse, mentre Delfino era stato paragonato ad “cannone italiano calibro 90”, l’attuale Assessore potrebbe essere paragonato ad un Kalašnikov (tanto per restare in tema), ma … ad acqua.

Il Malalingua

P.S.: avvalersi di consulenti sarà magari lecito, ma in Consiglio comunale è l’Assessore competente che deve illustrare il Bilancio e, soprattutto, rispondere alle domande insinuanti, insistenti, nonché maliziose e fastidiose, espresse dalla opposizione.

PP.SS.: nel frattempo, il coordinatore di Forza Italia ha “licenziato” il Mungitore, dichiarando che i voti“… l’ultima volta, li ha presi dalla Lega e se vuole essere coerente, avendo assunto posizioni diverse, dovrebbe lasciare”. Pare che l’interessato abbia risposto: “Leghista sì, ma lucu no”.

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