La gogna

Dunque: un paio di settimane or sono, Fratelli d’Italia provinciale, rompendo gli indugi, aveva operato lo strappo, dichiarando ufficialmente di volere, fortissimamente volere includere il Mungitore & Co. nella propria lista elettorale (come ad affermare che, a casa propria, si invita chi si vuole). A seguito di tale affermazione, non è tardata la piccata (si può dire?) replica leghista, che si potrebbe tradurre in un “neanche per sogno” (cfr. “Con quelli lì non andremmo mai a cena e neppure a prendere un caffè). Eppure, nel 2019 erano tutti uniti, appassionatamente insieme; i leghisti, presumibilmente, avevano gustato la fetta di panettone natalizio, non prima di essersi fatti immortalare su un mega manifesto, per mezzo del quale si erano affacciati alle contrade novesi, augurando buone feste ai cittadini. Ciò malgrado, si sospetta che l’armonia fosse già terminata e che i canditi del panettone fossero rimasti nel gargarozzo di qualcuno. 

Dopo gli ultimi accadimenti, il fotografo di Forza Italia a ruota (di scorta), candidato alla poltrona di Sindaco nel “pectore” di Cavallera, ha dichiarato che la situazione è delicata, e di coltivare la speranza “… che si discuta tutti con buonsenso, le opinioni personali dovranno essere superate”. 

Pur se la speranza (per non essere volgari) è l’ultima a morire, par proprio (ammettiamo di essere faziosi) che nelle discussioni non esistano opinioni personali. Per dirla con le parole del giovin Segretario leghista, che si prendono a prestito: “Non possiamo candidarci con chi ha fatto saltare un Amministrazione comunale come se niente fosse. È stato un gesto molto forte che porta inevitabilmente a delle conseguenze”.

Come è logico, pareva che tra i partiti del centro-destra si fossero messe in movimento le diplomazie per cercare di trovare una quadra (cfr. Umberto Bossi): tentare di ricucire uno strappo – meglio, una lacerazione – sempre più profonda e difficile da rammendare. Bastiano direbbe: non ci riuscirebbe nemmeno “Primu, u sertù”, se tornasse al mondo.

La settimana scorsa un settimanale locale aveva riportato, dopo lo strappo citato, la seguente frase: “Non resta che Bertoli e suoi facciano ammenda, un’ammenda che deve essere pubblica. In altre parole scusarsi, chiedere venia, scusarsi”. Una sorta di gogna.

Non è ben chiaro chi sia l’autore di questa infantile e certamente bizzarra pensata, che a molti è sembrata surreale, ad altri indecente. A quanto pare dai Fratelli è arrivata una crassa risata (taluni dicono accompagnata da una sonora pernacchia), le cui eco hanno pervaso tutta via Girardengo e non solo, facendo saltare l’ennesimo tentativo conciliatorio.

Si provi, solo per un momento, a prendere sul serio la bizzarra, nonché infantile, proposta. Sinceramente, non si comprende quali avrebbero potuto essere i contenuti dell’ammenda: in base alle norme vigenti, per ammendasi intende un contributo in denaro per una contravvenzione, una lieve mancanza, tipo un divieto di fermata o di sosta, ma non l’aver determinato un enorme incidente, con concorso di colpa di ambo le parti, come quello occorso l’estate scorsa a quella che fu la maggioranza (politicamente parlando, si potrebbe affermare con esiti mortali), le conseguenze del quale meriterebbero ben più di un’ammenda. 

Si potrebbe sostenere che Mungitore & Co. abbiano sostato in Consiglio comunale “abusivamente”, dopo aver lasciato il gruppo consiliare della Lega per il quale erano stati votati e aver fondato, più o meno “abusivamente”, un gruppo consiliare non presente alle elezioni. Nel caso, ci si permette di suggerire che tale ammenda sarebbe da estendere anche all’uomo dal dito medio alzato, migrato dalla Lega ai Fratelli, ed egualmente alla consigliera Chessa, la quale ha abbandonato gli Azzurri, per approdare al medesimo lido “abusivo”

Pare evidente, però, che le accuse rivolte dai leghisti agli “imputati” siano di ben altra natura. Ancora una volta si prende in prestito (chiedendo venia) una frase riportata dai giornali una quindicina di giorni or sono, formulata dal giovin Segretario leghista: “Riteniamo impossibile ogni tipo di alleanza con chi è stato complice della caduta della prima amministrazione di centrodestra nella storia di Novi. Per coerenza e rispetto dei nostri elettori, verso l’ex sindaco Cabella e della sua giunta”.

Evento drammatico, mai accaduto a Novi dal 1946 (meditate gente, meditate) e destinato a rimanere negli annali; la storia ne parlerà.  Sentenza lapidaria, dunque, senza diritto di ricorso in appello; roba da gogna medioevale in piazza Dellepiane. Altro che ammenda! 

Non pare, considerati i precedenti, che il Mungitore ed i suoi siano disposti a genuflettersi al cospetto del nipote del Sindaco & Co. recitando il mea culpa, o, più modernamente, cantando “ritornerò in ginocchio da te”, facendosi ispirare dalla canzone di Gianni Morandi. Sarebbe una esecuzione canora tardiva e stonata.
Senza esagerare, si pensa invece che le scuse, il centro destra novese tutto, senza esclusione alcuna (in primis i leghisti, tutti quelli del mega manifesto natalizio citato) dovrebbe rivolgerle (per rispetto degli elettori) ai cittadini novesi, per aver fatto perdere tre anni alla città, imbrigliato nelle sue beghe interne, mai sopite.

P.S. Ma non è detta l’ultima parola pare che il 29 febbraio p.v si terrà un ennesimo incontro per tentare di ricucire il centro-destra novese.

Solo amoveatur

La scorsa settimana Gestione Ambiente ha sostituito l’Amministratore delegato dell’azienda (all’epoca indicato dalla Lega novese), dimissionario perché, secondo le sue dichiarazioni, chiamato ad un più importante incarico. Non si tratta, però, di un “promoveatur ut amoveatur”, poiché il soggetto non risulta essere stato promosso ad alcun nuovo incarico prestigioso nell’arcipelago Acos. A quanto si dice, il suo nuovo e più importante incarico dovrebbe essere fuori dell’ambito pubblico. Prosit.

L’ultima spiaggia

Il Mungitore, dopo mesi di silenzio, è ormai approdato ai Fratelli d’Italia. Nella sua lunga carriera (sei legislature in Consiglio comunale, ossia oltre trent’anni di attività amministrativa) tra partiti e liste civiche si è presentato agli elettori sempre in una veste diversa, irrequieto e con giacchette diverse, pur sempre di destra. 

Ora sembrerebbe arrivato al capolinea: si quieterà? Se farà ancora il birichino (atteggiamento che gli riesce bene), dopo i Fratelli c’è … il baratro. Ancora recentemente, ha vantato i voti da lui ottenuti come fossero suoi e soltanto suoi; per i quali, però, non sono previsti contributi previdenziali, quindi il Mungitore non ha diritto (né voglia) di andare in pensione. Tra cinque anni, dunque, potrebbe ricominciare il giro dei partiti, sempre con svolta destra (come Antani). 

Nel 1966 il complesso musicale “I Corvi” cantava: “Non ho più parole, non ho più pensieri”. Il brano, oggi, è tornato di attualità a Novi: a distanza di quarantaquattro giorni dal fallimento del CIT, il centrodestra non ha ancora proferito parola. Chissà quanti pensieri …

Argajemse e mànghe

Non per insegnare ai gatti ad arrampicarsi, ma, qualora il centro-sinistra dovesse vincere le elezioni, tra le tante cose di cui occuparsi una appare importante e prioritaria: stabilire livelli minimi di democrazia in città. Ad esempio, coinvolgendo in primis tutto il Consiglio comunale (minoranza compresa) e ancor di più i cittadini nelle scelte, a maggior ragione quelle importanti. Il tempo di un uomo solo al comando è terminato.

Il Malalingua

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Un commento su “La gogna

  1. NESSUNO STIMA QUESTA PERSONA , MA TUTTI LA CERCANO , PERCHè SONO INTERESSATI AI SUOI VOTI .
    SINCERITA’ ZERO

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