Bello il tandem… Ma chi guida? 

L’affermazione di Elly Schlein, contro ogni pronostico, quale segretaria del Partito Democratico, ha posto un problema che nella nostra realtà locale si era già manifestata e posta al giudizio degli elettori: “ il tandem” riferendosi al gergo ciclistico di cui Novi, indubbiamente è una eccellenza.

Lo stesso si evince dalla composizione della nuova squadra di gestione del partito che la nuova segretaria sta mettendo insieme; infatti nomina presidente colui che è stato il suo maggior competitor, che tutti i pronostici davano per vincente, e di cui Lei era la sua vice nella amministrazione della Regione Emilia Romagna.
D’altronde hanno fatto una accoppiata vincente di prim’ordine, nelle primarie entrambi hanno monopolizzato: la prima ha vinto nel suffragio esterno, il secondo in quello interno e quindi hanno ricostituito il tandem regionale, alla guida del partito a parti invertite.

Ora devono entrambi pedalare, ma il manubrio chi lo regge?

Per analogia la stessa condizione si prospetta a livello locale: entrambe le punte di diamante devono pedalare ma il manubrio chi lo gestisce?
Può sembrare una banalità, una casualità dovuta al momento contingente, ma nel contesto della realtà politica è una considerazione che il lettore deve approfondire e non è di secondaria importanza. L’indicazione della nuova segretaria nazionale, va verso una diversa programmazione: “basta capibastone e cacicchi, su questo non intende cedere di un millimetro” (dichiarazione sul giornale).
Un’affermazione che se attuata darebbe un nuovo assetto e un modo di fare politica che metterebbe all’angolo tutte quelle personalità che di fatto detengono il manubrio. 
A prima vista appare più una dichiarazione d’intenti che l’indicazione di un programma di sensibilizzazione verso una moralizzazione programmatica del partito, per ripristinare i riferimenti storici e quindi sensibilizzare la platea degli elettori che si sono spostati verso altri lidi o che delusi disertano addirittura le urne.
Questi concetti a livello locale sono particolarmente importanti, possono non convincere e far passare in secondo piano il fallimento per abbandono della prima esperienza amministrativa del centrodestra a guida leghista.
Una guida che per inesperienza o supponenza ha portato alla cessione per un pezzo di pane il Cit, dopo una odissea durata tre anni che solo l’acutezza di un giudice fallimentare ha rimesso nella giusta dimensione con un’asta fallimentare di oltre quattro volte più vantaggiosa per i proprietari della società, oltre al ritorno dei parcheggi a pagamento alla disponibilità comunale.
Naturalmente gli errori nell’amministrazione del Cit provengono da lontano, ma è indiscutibile che se non c’è uno spirito di salvaguardia del bene comune anche l’esperienza tecnica ha i suoi, limiti come quella di edificare il movicentro sulla proprietà ferroviaria per utilizzarlo per trent’anni e poi sottoscrivere nuove condizioni contrattuali.
Comunque sia, questo è il contesto attuale con il quale ci presentiamo a chiedere fiducia al corpo elettorale e tra le tante incongruenze, c’è da sperare che l’ascesa della destra a livello nazionale non goda di quell’onda di consensi evolutiva che ci faccia cadere dalla padella alla brace. Da notare che l’informazione asservita si sta impegnando alla grande nel trasmettere fatti che indignano: come l’immigrazione incontrollata, con i suoi drammatici disordini, crimini efferati, aggressioni di indifesi cittadini nelle grandi città, il disordine cronico nelle stazioni importanti con la piaga dei mendicanti. Ciò per creare a torto o a ragione una aspettativa di severo ordine e sicurezza nell’aspettativa popolare di vecchia memoria.

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Francesco Giannattasio

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