Nel 1924 Novi concesse la cittadinanza onoraria a Mussolini. È per sempre?

Prima che si tratti di ogni altro oggetto il Sindaco propone che il Consiglio Comunale deliberi di conferire a S. E. Benito Mussolini, un attestato di ammirazione e di fede, la cittadinanza Onoraria di questo Comune. Il Consiglio unanime stando in piedi approva per acclamazione la riferita proposta”. La scarna nota riportata si poteva leggere nella edizione del 24 maggio 1924 del “Messaggero di Novi”, dunque, senza nessuna enfasi, il Sindaco di Novi Ligure, Armando Porta, venerdì 16 maggio 1924, apriva la seduta del Consiglio comunale nella quale veniva conferita al Duce la più alta onorificenza che un Comune potesse concedere.

Stralcio dal Messaggero di Novi del 24 maggio 1924.

Quindi il Sindaco, dichiaratamente fascista, aveva “liquidato” la decisione con poche e scarne parole, quasi fosse una delle tante deliberazioni burocratiche di cui erano piene le sedute del Consiglio comunale. La conferma è data dal verbale della seduta: il giornale aveva riportato integralmente quanto aveva dichiarato il Sindaco. 

Stralcio del verbale della seduta del Consiglio Comunale del 16 maggio 1924. ACN.

Eppure la concessione della cittadinanza onoraria costituiva e costituisce un riconoscimento onorifico importante, attribuito ai cittadini italiani o stranieri, che si sono distinti particolarmente in campo culturale, sportivo, scientifico, economico, sociale ed umanitario nel Comune; di conseguenza andrebbe motivata in maniera specifica, ma, evidentemente, non nel caso in questione. In realtà la concessione dell’onoreficenza fu imposta dall’alto e non solo al Comune di Novi ma agli oltre ottomila Comuni italiani, una sorta di tassello per la fascistizzazione dello Stato.

Dopo aver tolto di mezzo le Amministrazioni comunali democratiche, sostituite con Commissari Prefettizi, fondata la Federazione dei comuni fascisti, che, nel tempo, sostiuì l’ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), l’obiettivo era quello di diffondere il culto della personalità del Duce e i Comuni vennero invitati a deliberare tale onorificenza.

Un’operazione di immagine

In realtà il primo esperimento avvenne il 21 aprile 1924, quando vi fu la prima celebrazione del “Natale di Roma – Festa del lavoro”, istituita festività nazionale dal governo Mussolini in sostituzione del “rosso” 1° maggio. Nell’occasione fu assegnata dal Comune capitolino la cittadinanza onoraria al Capo del Governo nazionale. Mussolini si compiacque dell’onorificenza assegnatagli declamando un presuntuoso discorso, dicendo tra l’altro: “…Ond’è che io mi domando: Merito io questo riconoscimento solenne? In verità avrei preferito che Roma madre mi avesse accolto cittadino del suo popolo, a opera finita. Che cosa ho fatto per l’Italia? Poco. Per Roma? Nulla o quasi. L’opera è appena cominciata. Mi premiate in anticipo. Ma se questo gesto eccezionale e inaspettato intende essere la vostra testimonianza del mio amore grandissimo per Roma, allora io lo accolgo con coscienza grata e tranquilla…”.

Indubbiamente l’evento ebbe un successo d’immagine per il capo del fascismo, tanto che il Governo decise di generalizzare in tutto il paese il riconoscimento, per aumentare il culto della personalità di Mussolini. Fu così che il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giacomo Acerbo, il 7 maggio inviò ai Prefetti del Regno un telegramma affinchè si attivassero sollecitamente “nei territori di competenza” per il conferimento della cittadinanza onoraria al “Grande Uomo che tanto onora la nostra Nazione”. Dunque ogni Prefetto doveva, a sua volta, sensibilizzare i propri dirigenti che, in larga parte, amministravano i Comuni, perché agissero in tale direzione. A questa direttiva si associava anche la Federazione dei comuni fascisti, già citata. Acerbo, inoltre, indicava che l’onorificenza doveva essere riconosciuta entro il 23 maggio di quell’anno. La data non era scelta a caso, infatti il 24 maggio si celebrava il nono anniversario dell’entrata in guerra dell’Italia nella prima guerra mondiale e si sarebbe inaugurata la nuova legislatura del Parlamento, scaturito dalle elezioni politiche dominate dal manganello. Una legislatura dai presupposti liberticidi e antiparlamentari, segnata, il successivo 10 giugno, dall’uccisione di Giacomo Matteotti, parlamentare socialista e antifascista, omicidio di cui, il 3 gennaio 1925, di fronte alla Camera dei deputati, Benito Mussolini si assunse la «responsabilità politica, morale e storica» del clima nel quale l’assassinio si era verificato. In precedenza nell’agosto del 1923, Giovanni Minzoni, sacerdote antifascista, aderente al Partito Popolare italiano, era stato aggredito da due squadristi fascisti e morì in seguito alle lesioni riportate.

Novi nel 1924

Tornando a Novi, nel 1924 il Comune non era commissariato bensì era governato, come già detto, da un Sindaco dichiaratamente fascista. Nelle elezioni amministrative del 1923 fu promossa una coalizione, il Blocco Nazionale, che comprendeva il Partito Fascista, l’Associazione Combattenti e Mutilati, il Partito Democratico, il Partito Agrario e il Partito Liberale; tale coalizione presentò due liste elettorali, una di maggioranza con ventiquattro candidati e una di minoranza con sei. 

Il giornale fascista novese “Fiamma Italica” avvertiva: “il Partito fascista è impegnato a fondo, per la vita e per la morte, nella lotta dichiarata a tutto il sovversivismo rivoluzionario dilagante, per le vie, le piazze, ovunque è il pericolo. Oggi la battaglia è vinta. Il fascismo – il fascismo del manganello e perché no? delle bombe a mano – ha vinto. Il pericolo immediato è superato”.

A Novi Ligure votarono il 75% degli aventi diritto; gli eletti della lista di maggioranza furono quattordici, dichiaratamente fascisti, tre definiti apolitici, tre agrari, due ex combattenti, un sindacalista, un democratico; gli eletti della minoranza furono cinque fascisti ed un agrario. Su trenta membri del Consiglio comunale, ben diciannove erano dichiaratamente fascisti. Il 21 aprile 1923 il Consiglio votò, all’unanimità, la nuova Giunta comunale: Sindaco l’avvocato Armando Porta, fascista; Assessori effettivi Michelangelo Peretti, fascista, Emilio Curletto, democratico, Angelo Cima, fascista, Giuseppe Castellari, agrario. Assessori supplenti, “pescati” nella cosiddetta minoranza: Achille Bussi, fascista, Lorenzo Bertoncelli, fascista; su sette assessori, cinque erano dichiaratamente fascisti.

Quindi era scontato che la cittadinanza onoraria a Mussolini fosse votata all’unanimità come riportato dal “Messaggero di Novi” il 24 maggio 1924, anche se, a differenza di tanti altri Comuni italiani, senza enfasi.

Cento anni dopo

Come finì l’opera che, nel 1924, quando ricevette la prima cittadinanza onoraria a Roma, Mussolini aveva dichiarato fosse appena iniziata è cosa nota. I primi Comuni a liberarsi dello scomodo cittadino furono Napoli e Matera nel 1944, Arezzo nel marzo 1945. La questione è tornata di attualità, in particolare, negli anni 20 di questo secolo, diverse Amministrazioni comunali hanno revocato quella delibera. 

Il prossimo anno ricorrerà il centesimo anniversario dell’assassinio di Giacomo Mateotti e anche quella delibera del Consiglio comunale di Novi compirà cento anni. E’ ancora il caso che rimanga tale? 

Lorenzo Robbiano

Fonti:

  • Il Messaggero di Novi.
  • Archivio della Città di Novi Ligure.
  • La Fiamma Italica.
  • Mimmo Franzinelli, il fascismo è finito il 25 aprile 1945. Edizioni Laterza, Bari 2022.
  • Lorenzo Robbiano, E venne il giorno della Libertà, Edizioni Epokè, Novi Ligure 2023.

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Lorenzo Robbiano

5 commenti su “Nel 1924 Novi concesse la cittadinanza onoraria a Mussolini. È per sempre?

  1. Secondo me una città che ha avuto sindaci fascisti, comunisti, ex comunisti, socialisti, ibridi e leghisti; oggi guidata da un ex comunista non può cancellare una pagina della sua storia con una delibera di consiglio comunale presieduto da una consigliera che ha preso 73 voti di preferenza. Non può!
    Evidentemente è solo e soltanto un’opinione personale. Dopo di che in materia di cittadinanza onoraria occorre ricordare che questa città ne ha viste di tutti i colori. Ero presente, infatti, quella sera, che … un assessore ed un sindaco … portarono addirittura in Consiglio Comunale la proposta di cittadinanza onoraria per Billi! 😂 Proposta che il Consiglio rigettò con non poca … indignazione. Quella sera ci andò bene. Venerdì 16 maggio 1924, un po’ meno.

    1. E la “democrazia” caro Sig. Giampiero. La Presidentessa del Consiglio che in percentuale sugli aventi diritto ha preso meno voti della Presidentessa del Consiglio Comunale, sta “deliberando” a suo piacimento cancellando diritti a destra e a manca.
      Essere concittadino del duce è una cosa che mi da un leggero fastidio, se si potesse cancellare la delibera ne sarei contento anche se fortunatamente la storia della nostra città parla da sola.

      1. A me invece, Signor Davide, danno fastidio gli storici dilettanti in particolare se propongono cancellare qualche pagina della storia della mia Città. Tutto qui.

        1. Scusate se m’intrometto. Cancellare la cittadinanza, di chiunque esso sia, non equivale a cancellare una pagina di storia ma semmai ad aggiungerne una nuova. E poi, ci scusi se le diamo fastidio, ma anche noi storici dilettanti abbiamo delle opinioni. Proprio quelle che Mussolini e tutti i dittatori anche di oggi non vogliono perchè ne hanno paura.

    2. Io la penso diversamente.
      Perchè non può? Solo perchè la Presidente del Consiglio Comunale ha avuto poche preferenze? E se ne avesse avute 7.300, quale sarebbe la differenza?
      Lo farà (lo spero vivamente) il Consiglio Comunale che, nella sua interezza, conta un po’ più di 73 preferenze. Lo farà perchè Mussolini non si è mai distinto in campo culturale, sportivo, scientifico, economico, sociale e tanto meno umanitario nel Comune. Lo farà perchè Novi è dichiaratamente e profondamente antifascista e lo ha dimostrato.
      Lo hanno fatto 100 anni fa perchè obbligati e non perchè convinti.
      E’ per questo che bisogna cancellare, anzi possibilmente annullare la delibera per mancanza di presupposti (se si può fare, come spero).
      Poi sono daccondo che bisogna dare cittadinanza onoraria a chi veramente se la merita, con il consenso di tutti, in modo che il tempo non possa in alcun modo scalfirne le motivazioni.
      A questo punto sarei curioso di sapere chi sono gli altri miei concittadini, sapete dove si può consultarne l’elenco?

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