“Nun c’è trippa pe gatti” e l’invasione dei topi in città

Secondo la Società Italiana di Medicina Ambientale in Italia ci sono circa 500 milioni di topi, vale a dire circa 9 roditori per ogni persona. In questa lunga estate calda, si stanno realizzando le condizioni ambientale perfette per una esplosione demografica di questi ospiti sgraditi delle nostre case, delle nostre cantine e dei nostri tetti. Il caldo e l’umidità aumentano la prolificità di questi animali, mentre i rifiuti abbandonati dagli incivili gli forniscono un eccellente nutrimento.

Sono sempre maggiori in questi giorni le segnalazioni da parte di cittadini della presenza di topi e ratti per le vie della città. Ma topi e ratti sono lo stesso animale? No, non lo sono. 

Nelle nostre città si trovano in massima diffusione il mus domesticus (topo domestico) che può raggiungere i 25 cm di lunghezza coda compresa, e che predilige vivere dentro le case, siano essere disabitate che abitate. Il rattus rattus (ratto dei tetti) predilige vivere nei sottotetti, è di colore nero e può raggiungere i 50 cm di lunghezza coda compresa. Infine, il più diffuso è il rattus norvegesicus (ratto di fogna) che è di colore marrone, ha dimensioni simili al ratto dei tetti e vive nelle fogne e negli ambienti umidi. Infine, nelle campagne si trova il topolino di campagna, molto più piccolo, e il toporagno, che raggiunge solo i 5 cm di lunghezza. 

Una differenza evidente tra topi e ratti, al di là delle dimensioni, è la pelliccia: morbida nel caso del topo, ispida nel caso del ratto. 

La nostra specie da sempre si trova a convivere, e a combattere, contro i topi. Il problema più grande legato alla loro presenza è la diffusione di malattie: infatti questi roditori sono veicoli di malattie infettive per gli uomini come Leptospirosi, Hantavirus, Salmonella, Febbre tifoidea, Meningite linfocitaria, Tifo, Febbre da morso di ratto e Tenia del ratto (solo per citare le più note). 

In tutte le città si stanno attuando campagne di eliminazione delle colonie di ratto di fogna. Più difficile, visto che vivono nelle nostre case, combattere il topo domestico e il ratto dei tetti. 

Ernesto Nathan

È legato alla presenza dei topi il detto romano, diffuso ormai ovunque, “Nun c’è trippa pe gatti”. Esso nasce grazie Ernesto Nathan,  Sindaco di Roma dal 1907 al 1913. Egli decise di dare un taglio al bilancio comunale, eliminando le spese inutili. Esaminandolo, trovò la voce di spesa “frattaglie per gatti”. Chiese agli uffici a cosa si riferisse questa spesa, e gli venne risposto che si trattava dell’acquisto di frattaglie necessarie all’alimentazione dei gatti capitolini, che avevano il compito di eliminare i topi che minacciavano di mangiarsi i documenti in archivio.  Nathan cancellò quella voce si spesa, scrivendoci di fianco la frase “Nun c’è trippa pe gatti”. Da allora  i gatti avrebbero dovuto procurarsi da soli il cibo, appunto mangiandosi i topi. 

In effetti, il gatto è da sempre ospite delle nostre case sopratutto perché deve (o meglio doveva) occuparsi dell’eliminazione dei topi, cosa che gli riesce bene se è affamato. Oggi abbiamo numerose colonie feline in città, ma sono ben pasciute, e probabilmente hanno di meglio da fare che procurarsi il cibo cacciando i topi. 

Forse è meglio chiedere aiuto, ancora una volta, ai nostri amici gatti, magari lasciandoli un poco a dieta. Tenete presente che una mamma topo può partorire fino a 15 volte in un anno, e ogni volta può dare alla luce fino ad un massimo di 24 topolini. Una coppia di topi in un anno può dare alla luce più di 300 discendenti, nelle condizioni ottimali… come quelle che abbiamo qui da noi ora. 

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

6 commenti su ““Nun c’è trippa pe gatti” e l’invasione dei topi in città

  1. Chi da mangiare ai gatti , non si rende conto del danno che , in termini ambientali, igienici ; le cosi dette colonie fanno solo sporco.
    Mi spiace per le persone anziane , ma per impeganre il tempo in Via Cavanna c’èe un centro culturale meraviglioso oppure altre attività più sane per loro e per la comunità.
    Il Tafano

    1. Anche il tafano è un animale da combattere, al pari dei topi. Esso diffonde agenti patogeni. Nel caso di specie diffonde cattiva cultura.
      Fortunatamente – diversamente dai topi – scompare con l’arrivo dell’inverno.

      1. Il problema, non sono gli animali nè gli psudonimi , ma gli esserri umani , nella fatti specie no sapiens , che augurano il male.
        Ps
        La verità rimane per sempre, gli uomini , tutti spariscono per sempre

  2. Belein, ma ugh’è scritu che ti po’ doghe da mangiò ai gati e che un’è mia pruibì. Ma l’è propiu in tafan chilè….!

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