La doppiezza internazionale sulla questione ucraina e palestinese

È d’obbligo fare una precisazione postuma sull’articolo.
Quando l’articolo è stato scritto e programmato per la pubblicazione non erano ancora arrivate le notizie dei massacri e delle stragi perpetrate da Hamas.
Questo pezzo non vuole in alcun modo giustificare le azioni di Hamas, anzi, cerca di analizzare quelle che sono state falle ostacolanti per questo, come per qualsiasi altro processo di PACE.
Nell’articolo si analizzano volutamente delle situazioni macroscopiche senza entrare nel merito di avvenimenti specifici, tantomeno si vuole giustificare la violenza di una parte o dell’altra.
Sembrava doveroso il chiarimento.
Daniele Mascia

Il mondo è testimone di due tragiche situazioni di conflitto: la guerra Russo-Ucraina e il conflitto Israelo-Palestinese. Entrambi i casi pongono in evidenza l’approccio disuguale della comunità internazionale nei confronti delle aggressioni e delle occupazioni. Nonostante le differenze nei contesti storici, politici e culturali, le similitudini nel trattamento da parte della comunità internazionale sollevano domande profonde sulla coerenza e l’equità delle politiche globali.

Ma vediamo brevemente il contesto.
Aggressione Russa in Ucraina: la Russia ha annesso la Crimea nel 2014 e ha sostenuto i separatisti nell’est dell’Ucraina. Innescando un conflitto, con l’invasione dell’Ucraina avvenuta un anno fa, che sta causato centinaia di migliaia di morti e sfollati. La comunità internazionale ha condannato fermamente l’aggressione russa, ma le risposte concrete sono state limitate. Le sanzioni economiche sono state adottate, ma non hanno fermato l’ingerenza russa.
Piccola nota: l’Unione Europea ha dimostrato per l’ennesima volta di non essere in grado di prendere decisioni unitarie, per questa ragione abbiamo posizioni e azioni diverse in base allo stato.
Anche questa incapacità dell’UE nel gestire unitariamente una situazione bellica al suo confine non aiuta una risoluzione.

L’Occupazione Israeliana in Palestina: il conflitto tra Israele e Palestina affonda le radici in decenni di tensioni territoriali e religiose. L’occupazione israeliana, la costruzione di insediamenti e le violazioni dei diritti umani nei territori palestinesi occupati sono state oggetto di critiche internazionali e risoluzioni Onu. Tuttavia, l’azione concreta per fermare l’espansione dei coloni (accompagnati da squadre specializzate dell’esercito) e garantire i diritti dei palestinesi spesso manca, sollevando preoccupazioni sulla coerenza delle politiche globali.
Israele in molte zone attua delle politiche di governo dei servizi essenziali: Acqua, Energia e le stesse infrastrutture, precludendo ai palestinesi l’accesso ad esse.
Il popolo palestinese continua a soffrire a causa delle politiche di occupazione e di blocco.

Due pesi e due misure

L’espressione “due pesi due misure” emerge quando si confrontano le risposte internazionali a questi conflitti. Mentre le violazioni russe in Ucraina vengono condannate e sanzionate, l’occupazione israeliana riceve condanne verbali senza conseguenze significative. 
Anzi spesso i paesi occidentali parteggiano per Israele in questo conflitto, dimostrando maggiore solidarietà proprio con il popolo e il governo israeliano che con quello palestinese. L’Italia non è da meno, basti vedere la bandiera di Israele proiettata a Palazzo Ghigi o iniziative di solidarietà con Israele fatte da molti altri enti.
Questa disparità solleva domande sulla coerenza delle politiche globali e sull’equità nell’applicazione del diritto internazionale.

Serve coerenza e giustizia

L’inequità nell’affrontare questi conflitti richiede una riconsiderazione delle politiche globali. La comunità internazionale deve agire in modo coerente e basato sulla giustizia, applicando standard uniformi. Ciò implica non solo condanne verbali, ma anche azioni tangibili per fermare le violazioni dei diritti umani e l’occupazione illegale, indipendentemente dal contesto.

La disparità nell’affrontare i conflitti Russo-Ucraino e Israelo-Palestinese pone seri interrogativi sulla coerenza delle politiche globali e sulla volontà della comunità internazionale di agire in modo equo.

L’obiettivo dovrebbe sempre e comunque essere la Pace e la creazione di tavoli utili a questo obiettivo.
Solo attraverso azioni concrete e uniformi, basate sulla giustizia e sui diritti umani, possiamo sperare di raggiungere una soluzione pacifica e duratura per questi conflitti e per il mondo intero.

Lascio questi due video del divulgatore “Nova Lectio” in merito alle crisi Israelo Palestinesi.

La nascita dello Stato d’ISRAELE: una storia mai risolta
Come Israele occupa la Palestina (illegalmente)

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Daniele Mascia

6 commenti su “La doppiezza internazionale sulla questione ucraina e palestinese

  1. C’è libertà di opinione anche per mascia naturalmente. Dinnanzi a tanto orrore però bisognerebbe almeno essere più preparati sull’argomento. Macia mi pare lo sia molto superficialmente.
    Sono sbalordito comunque dal vuoto di sentimenti di chi dinnanzi a bambini sgozzati disserta sui pesi e sulle misure.
    Mauro

    1. “Il vuoto di sentimenti” a cui lei sta tentando di alludere è un paravento dietro il quale, sovente, ci si rifugia per evitare di approfondire – o ammettere alcune verità – su questioni di politica internazionale, che sono complesse e, spesso, non alla portata di noi comuni cittadini.
      Non mi pare il caso di parlare di insensibilità di fronte ad orrori di una tale portata che nessuno si sognerebbe di porre in secondo piano.
      Soltanto, mi sembra, che nell’articolo si voglia sottolineare un orientamento parziale di gran parte della stampa nazionale (ed estera) verso Israele, sottacendo molti fatti e circostanze di un passato recente che non giocano certo a favore di Israele stesso.
      Vada a rivedersi ciò che è accaduto negli ultimi quindici anni.
      Tutto qui.
      Meglio non tirare in ballo il “vuoto dei sentimenti” perchè spande odore di strumentalizzazione.
      Cerchiamo di analizzare le questioni nel loro complesso, partendo dal presupposto che il terrorismo in ogni sua forma vada condannato, così come i crimini di guerra.
      Si legga qualcosa:
      https://www.amnesty.it/israele-territori-palestinesi-occupati-indagare-sui-crimini-di-guerra-commessi-ad-agosto-durante-loffensiva-di-israele-contro-gaza/

      1. Ciò non toglie che alla base ci sono anche risoluzioni dell’ONU che sono state totalmente ignorate da Israele
        Se può interessare… basta leggersi il libro del Teorizzatore del Sionismo (Ebreo Austro-Ungarico) Teodor Erzl…
        E soprattutto l intervento “non sospetto” ai primi del 900 di un tale… Lord … Rotschild che, se la memoria, non m’inganna era ministro degl’esteri Britannico…
        Aggiungo… già programmarono la spartizione dei territori dell’impero ottomano a guerra in corso…

        Comunque grazie della precisazione inviata ma a compendio bisognerebbe anche dire che Israele adoperava senza tanti scrupoli bombe al fosforo bianco…

  2. Faccio solo notare che le notizie dei massacri so giunte simultaneamente a quelle dell’operazione di Hamas. Ho conosciuto Arafat, ho visitato quelle zone diverse volte, ho avuto contatto con olp e israeliani. Un pochino la questione ho avuto modo di approfondirla. Mauro

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