Finalmente riaperta la linea Novi-Tortona

È stato finalmente inaugurato ieri il primo tratto della linea del Terzo valico fra Tortona e Novi Ligure, per un tratto di 8,5 chilometri. In occasione del viaggio inaugurale  erano presenti il viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi, i governatori regionali di Liguria e Piemonte Giovanni Toti e Alberto Cirio, l’amministratore delegato della Rete Ferroviaria Italiana Gianpiero Strisciuglio e il commissario al Terzo valico-nodo ferroviario di Genova, Calogero Mauceri.

Presenti anche numerosi sindaci, tra cui quello di Novi Muliere e quello di Tortona Chiodi, oltre che al presidente della provincia di Alessandria Bussalino. 

Riaperta anche la stazione ferroviaria di Pozzolo Formigaro, chiusa da anni.
La linea Novi – Tortona  venne inaugurata per la prima volta  il 25 gennaio 1858, e nacque come diramazione della ferrovia Alessandria-Piacenza. Dal 1867, con il completamento della linea Milano-Pavia-Voghera, la linea acquistò notevole importanza, venendo percorsa dai treni da Milano a Genova. Con l’apertura della più rapida tratta Tortona-Arquata Scrivia (1916), perse questo traffico, restando relegata all’ambito locale. Per decenni sul tratto Novi Tortona sono state in servizio le “littorine”, piccoli treni a servizio locale.
Il 4 settembre 2017 la linea è stata chiusa per lavori connessi alla realizzazione del terzo valico, fino alla riapertura avvenuta ieri. 

Una littorina in stazione a Novi nel 2000. Foto da littorina.net

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Moscone

3 commenti su “Finalmente riaperta la linea Novi-Tortona

  1. Finalmente è terminato l’isolamento ferroviario di Novi con Tortona e Milano. E questo è un primo traguardo.
    Ora speriamo che il terzo
    valico, in fase di ultimazione, porti progresso e non solo servitù di passaggio per i treni che lo percorreranno. Gli amministratori pubblici di riferimento si attivino quanto prima, non è mai troppo tardi né impossibile modificare progetti che risulterebbero solo dannosi per la città. Bisogna evitare di rincorrere obiettivi irrealizzabili, magari solo nostalgici, e concentrarsi sul bene dei cittadini.

  2. i si tav insistono a parlare di “progresso”.
    Per avere conferma di una truffa da 10,4 miliardi di euro pubblici (per ora, visto che da progetto avrebbero divuto essere “solo” 6,2, e sempre da progetto dovrebbe essere aperta l’intera linea da tempo, ma si sa che anche la Salerno Reggio Calabria ha avuto qualche costosissimo rallentamento) basta leggere le veline trionfali pubblicate in questi giorni, che presentano la fine della SERRATA della linea Novi Tortona come “apertura della linea TAV Terzo Valico”. Dovrebbe esserci un limite alla diffusione di notizie false. E ai politici che intortano i quagliastri che si bevono la storia del “progresso”.
    Perchè se quella parola avesse un senso, quando pronunciata da tali bocche, non si spiegherebbe la deriva del benessere nella nostra zona, con la drammatica emorragia di posti di lavoro, aziende e attività commerciali che chiudono sempre di più, crollo demografico, disastro del mercato immobiliare, ospedali e servizi sociali ridotti o chiusi, eccetera.
    Ma davvero chi vive da queste parti non se ne accorge, fidandosi ed accontentadosi di vedere stormi di politici tronfi che sghignazzano parlando di “progresso”?

  3. Tanta è la confusione sotto il cielo dell’informazione, direbbe Mao, ma la situazione è tutt’altro che eccellente. Di fatto è stata aperta una linea di ben 8,5 km che è sempre esistita ed ha sempre funzionato, fino a quando non si è deciso che bisognava passare di lì per andare a Rotterdam (sigh!). Ricordo per i più distratti che la linea del Terzo Valico è destinata alle merci e non prevede “nessuna” fermata intermedia. Tuttavia leggendo i giornali pare di essere tornati agli slogan di palenzoniana memoria (“Mangeremo il pesce a Genova e poi andremo alla scala a Milano la sera stessa”).
    Gradiremmo un po’ di informazione anche sulle talpe incastrate nel tunnel di Radimero, o sulle 92 ditte in subappalto che sono già fallite dall’inizio lavori, o sui processi in corso ai vari Direttori dei Lavori, o su un stima “reale” di quanti residenti nel territorio devastato dall’opera ne hanno beneficiato in termini di posti di lavoro (dovevano essere migliaio, mi risulta che siano si e no un centinaio) o sulle pizzerie e/o ristoranti che hanno dovuto chiudere perchè le imprese non pagavano i conti e sparivano da un giorno all’altro………

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