La magia della Pasqua

La Pasqua dovrebbe rappresentare un giorno di pace per tutti gli esseri umani. E’ portatrice di un messaggio di perdono e di libertà verso una speranza di vita nella pace, nella libertà e nella tolleranza di mutua assistenza tra i popoli.

Per il cristianesimo, la Pasqua, rappresenta un significato ben preciso: “Indica il passaggio dalla morte a vita di Gesù Cristo, il passaggio a vita nuova per i cristiani, liberati dal peccato con il sacrificio sulla croce e chiamati a risorgere con Gesù.”
Per gli ebrei rappresenta invece il momento della liberazione dalla schiavitù. “La Pesach indica la liberazione di Israele dalla schiavitù sotto gli egizi e l’inizio di una nuova libertà con Dio verso la terra promessa. Gli ebrei che vivono entro i confini di Israele la celebrano in sette giorni.”

Per i mulsulmani rappresenta: “La Pasqua Islamica, l’Eid al-Adha, è la festa del sacrificio del profeta Abramo, primo patriarca del’islam, nei confronti del figlio Isacco.”
Dio volle mettere alla prova la fede di Abramo chiedendogli il sacrificio del suo unico figlio, nato per intercessione Divina sul quale aveva riposto tutte le speranze per una discendenza numerosa.

Con il sacrificio si vuole indicare l’offerta di tutta la nostra vita per amore e ubbidienza a Dio. Questi popoli che sono indissolubilmenti legati a una comune origine che nel tempo si sono differenziati, dando un diverso significato a quello che dovrebbe essere la magia del dogma pasquale con tre diversi significati:
– per mulsulmani rappresenta il sacrificio;
– per gli ebrei la liberazione;
– per i cristiani la ressurreziomne.

Tutti comunque riconducibili al concetto di amore verso una coesistenza di pace, serenità e libertà. L’amore e la coeistenza pacifica nella mutua assistenza, a distanza di secoli e secoli è ancora una speranza. Un comportamento ipocrita umano da scaricare sulla speranza futura. Un sistema di vita basato sulla sopraffazione, l’intolleranza e l’egoismo, fino a concretizzare e giustificare le barbarie più cruenti, più assurde e inconcepibili, contro i dettami di un Dio a cui tutti dovremmo fare riferimento.

Sono proprio queste tre discendenze che posseggono il massimo potere, la massima forza militare, che nelle barbarie dei secoli non hanno ancora appreso la magica parola dell’amore e dell’intolleranza che la Pasqua propone.
Sordi e ciechi ad ogni avvertimento, impavidi verso la concreta dissoluzione da ogni forma di civiltà e di vita procediamo come un greggie, guidati da un copione che sembra già scritto, che lentamente e subdolamente ci viene inculcato.
Appare evidente a chi ancora riece a capirci qualosa che le ragioni umanitarie, ma soprattutto quelle pratiche siano un qualcosa di irrazionale , viste con ostilità e contradette da versioni sottilmente farneticanti ma di facile presa sulle masse.
Daltronde se restiamo indifferenti all’eccidio di migliaia di bambini, alla sofferenza di altrettanti storpiati e mutilato e, allo straziante dolore dei genitori che vagano smarriti, inorriditi con i corpi dei figli in braccio, in un contesto di distruzioni, talmente innaturale che anche Dante nella descrizione dell’inferno avrebbe trovato difficoltà nel trovare le giuste rime descrittive.

Se vogliamo credere alla magia della Pasqua senza mortificare la coscienza, dobbiamo riprendere i dettami di quel Dio di amore e pace: che ha fatto morire il figlio sulla croce per la nostra ressurrezione, che ci ha liberato dalla schiavitù, che ci ha donato l’essenza del sacrificio, o per chi non è credente, fare in modo che la logica della ragionevole buon senso riprende l’uso della ragione.

Buona Pasqua serenità e benessere.

(la foto di apertura è un dipinto dell’autore, Francesco Giannattasio).

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Francesco Giannattasio

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