Gli Italiani non si sono lasciati abbindolare dai referendum sulla giustizia


E’ passato qualche giorno dalla prova elettorale, inclusi i quesiti referendari, per cui, passata la sbornia delle argomentazioni dei partiti, i quali hanno argomentato i risultati con articolate opinioni, atte più a convincere se stessi di aver vinto o quanto meno di non aver perso.

Il solo leader che sembra abbia dato una versione attinente all’effettiva realtà è apparso l’ex Presidente del Consiglio, attualmente alla guida del Movimento Cinque Stelle, il quale non ha nascosto il pessimo risultato. Conseguito, oltre alle cattiva organizzazione anche al non tenero comportamento, tenuto dalla stampa in generale, nei loro confronti.  Così va il mondo non è facile portare avanti il loro programma, fatto di rinunce difficili da sopportare.
Ma non sono le problematiche dei partiti ad essere interessanti, ma l’elettorato che in queste elezioni hanno dato prova di maturità democratica che va oltre la considerazione dei capi politici avulsi da tempo dalla realtà popolare. 
I quesiti referendari, coi quali si intendevano  legittimare condizioni di privilegio verso la categoria politica sono stati sonoramente bocciati. Come sopra detto, da tempo non è in sintonia con le esigenze popolari che: avverte la necessità di una giustizia più severa verso una criminalità sociale sempre più aggressiva. 
La nostra legislatura da tempo remoto, ma sopratutto dall’inizio dell’era Berlusconiana, si è orientata verso una giustizia rieducativa in modo che le pene siano concepite verso il pieno recupero del soggetto criminale, ponendo minor attenzione alle ragioni della vittima, che il più delle volte vengono trascurate.
In tal modo si è creata una sperequazione esasperante tra il crimine e la società. 
In linea di principio può anche apparire una evoluzione di civiltà giuridica ma nella realtà incoraggia l’azione delittuosa, il criminale sa in partenza di aver a che fare con un sistema giudiziario repressivo piuttosto blando quanto generoso.
Ne abbiamo un esempio plateale sul fenomeno dell’occupazione abusiva degli appartamenti degli anziani che se lo abbandonano per pochi giorni, magari per necessità sanitarie, se lo vedono occupato e riaverlo indietro è tutt’altro che facile, bene che vada passa qualche anno e in condizione disastrose.
Come pure i ladri che se anche vengono presi in flagrante, vengono rimessi subito in libertà con pene irrisorie, e non sia mai che si pensi di reagire, allora si che la giustizia diventa severa, per non parlare della corruzione, piaga nazionale che solo scoprirli è un’impresa, condannarli è quasi impossibile. C’è infine il dramma nel dramma di chi si sente minacciata dal un congiunto o da uno spasimante deluso e si rivolge alle autorità per avere protezione… è come chiedere la luna nel pozzo. Infine ma non meno inquietante e la carenza morale degli istituti di credito. 
Se ne avuto la massima espressione nella vertenza delle banche, i responsabili sono stati tutti prosciolti, la banca è fallita da sola, impoverendo clamorosamente i risparmiatori.
Si potrebbe continuare all’infinito ma la situazione come ha dimostrato l’assenza generalizzata di votanti ai quesiti referendari è ampiamente sofferta dall’opinione pubblica che non andando alle urne ha dimostrato platealmente il proprio dissenso.

D’altronde solo dei presuntuosi, avulsi dalla realtà del paese, potevano presentare un quesito che conteneva la cancellazione della legge Severino, che prevede la non eleggibilità di personaggi condannati, e la limitazione ulteriore dell’arresto preventivo.

E’ innegabile che la giustizia è gravemente imperfetta e discriminatoria: se un povero diavolo, per un irrilevante reato, capita nelle grinfie della giustizia e non è supportato da un buon avvocato, gli fanno fare il girone dell’inferno Dantesco, lo stesso reato ascritto a un potente con la disponibilità di valenti avvocati, diventa una barzelletta.

Infine c’è l’infamia della prescrizione che cancella tutto: chi ha avuto avuto chi ha dato ha dato! 

E pur vero che ci sono giudici corrotti, pigri, irresponsabili come in tutti gli strati della società, ma sono le leggi che permettano comportamenti discutibili, e sono emanate dal potere legislativo. 

Il potere giudiziario può solo interpretare ed eseguire e siccome la maggior parte di queste leggi sono scritte con l’intento, nemmeno tanto velato, di aggirale, ecco che comincia il giochino del rinvio e voilà la prescrizione, è li che aspetta.

In questo sistema i potenti che per combinazione cadono in un’inchiesta complessa di qualche giudice scrupoloso, se non riescono a sgattaiolare prima hanno la rete di protezione della prescrizione che li salva.

Purtroppo con rammarico di chi scrive si deve constatare che siamo un popolo che sa superare tutto con l’arte di arrangiarsi ma questa volta con i referendum non si è lasciata abbindolare.

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Francesco Giannattasio

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