A proposito dell’iniziativa del centro sinistra contro la violenza sulle donne

Giovedì scorso si è svolto l’incontro pubblico, al For. Al di Novi Ligure, per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La brillante iniziativa è stata organizzata dalle forze politiche di centro sinistra, senza interferenze e gestita magnificamente dal gentil sesso.

La partecipazione è stata numerosa e qualificata, per l’importanza e qualità, meritava la partecipazione del pubblico delle grandi occasioni. Le oratrici che si sono succedute al microfono, tutte di notevole spessore, suscitando scroscianti applausi , hanno letto e commentando pezzi sul ciclo della violenza: dalla seduzione alla tensione, dalla violenza al pentimento.

Tra queste anche la bravissima Laura Gualtieri che mette in evidenza , il ciclo degli eventi, soprattutto l’inadeguatezza dell’azione giudiziaria nel perseguire i violenti ma l’ancora più drammatica la realtà delle donne che soggiogate da condizioni contingenti sono più incline a subire che a denunciare i soprusi.

L’orazione più interessante, a mio giudizio, è stato quello che ha posto l’attenzione sull’aspetto di costume di una società assuefatta da una supremazia maschile, non riesce o non vuole cambiare mentalità. E’ indubbio che gli interventi di violenza che, purtroppo, si verificano con eccessiva frequenza fino all’orribile femminicidio sono una piaga sociale; la polizia e la magistratura non sempre forniscono adeguata attenzione eprotezione (anche qui le cause sono molteplici).

La violenza più disdicevole è sicuramente quella che si consuma tra gli ambienti domestici, tra due persone che hanno formato una famiglia con dei figli piccoli o grandi che siano, i quali diventano parte dei problemi. Non è facile trovare le cause che portano allo scontro , sono infiniti e di difficile individuazione, quasi sempre si trascinano nel tempo e si sommano in un cumulo di incomprensione che generano attriti,, insoddisfazioni, difficoltà economiche, rancori e infine esplodono nella violenza. Di fronte a tali prospettive , trovare il modo di continuare, nella speranza che passi la burrasca, soprattutto nella sottomissione del soggetto più debole e segno di buon senso e di speranza. Ma non sempre è la soluzione migliore, il rancore, purtroppo è sempre lì, assopito nell’intimo e riesplode con maggior violenza ai primi dissidi.

L’intervento delle Autorità determina la separazione della coppia con l’aggravio comunque delle problematiche che rimangono, si ingigantiscono se non opportunamente regolate e fatte osservare, ma non possono comunque annullare il fallimento e il rancore e nei casi più efferati le tragiche conseguenze.

Un intervento che prendeva in esame l’assuefazione della mentalità, a secoli di sottomissione delle donne alla supremazia maschile appare la soluzione più realistica ma necessita di tempi lunghi, cambiare mentalità secolari non è per niente facile. Il genere femminile ha il maggior compito educativo dei figli, sia nella famiglia sia nelle scuole ,devono! Fin dalla tenere età imporre un comportamento egualitario, adattandoli ad affrontare la vita sulla base e sul rispetto paritario pur nelle diverse funzioni.

Devono pretendere che l’impegno casalingo deve essere rivalutato al pari di qualsiasi altra attività. Deve essere una libera scelta della coppia a prescindere di quello che lo svolge con la completa collaborazione e la massima attenzione alla famiglia e diritti al pari di tutti i lavoratori. Il lavoro casalingo è basilare per formare una società che non è limitato ad un orario.

Le coppie che non vogliono rinunciare al lavoro, devono trovare il modo di dividersi i compiti educativi e casalinghi con uguale responsabilità. La violenza fuori dalla famiglia è solamente delinquenza comune e le leggi che la contrastano vi sono e non ne servono altre con il rischio di creare una forma di distinzione del reato per creare un’oasi protetta che non inverte la mentalità con il rischio di creare nuove forme di distinguo.

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Francesco Giannattasio

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