Cara Daria, tra forma e sostanza io salvo la sostanza. 

Daria Ubaldeschi qui, sulle pagine del Moscone, giovedì ha sollevato una questione molto sentita, almeno da me. Per Daria – mi permetto di fare una sintesi – non è ammissibile pubblicare articoli scritti in un pessimo italiano, con tragici sfondoni grammaticali. Cosa che  spesso succede a qualcuno sulle pagine del Moscone. 

Concordo su molto di quanto scritto da Daria, ma non su tutto. È inutile scrivere bene, se non si ha nulla da dire. La sostanza deve sì essere espressa in bella – o almeno corretta – forma, ma deve esserci. Forma e sostanza devono possibilmente andare in coppia, ma se devo scegliere tra forma senza sostanza, e sostanza senza forma, scelgo la seconda. 

Troppo spesso mi capita di sentire lunghi discorsi di chi non ha nulla da dire, e altrettanto spesso mi capita di notare che chi ha le idee chiare, riesce a esprimerle con maggiore sintesi rispetto a chi vagola tra parole vuote. 

Il Moscone è un non-giornale aperto a tutti: chi vuole scrivere, è sempre bene accolto. Sono i lettori i giudici, non i professori di grammatica. 

È anche vero che un buon cuoco non devo solo saper cucinare, ma anche impiattare. Ma una schifezza ben mostrata, resta sempre una schifezza. Mentre un buon piatto, ma malamente impiattato, resta buono al palato. 

Spesso però la sciatteria della forma, va di pari passo con la scadenza dei contenuti, non posso negarlo.

Nella professione, o meglio nella passione, del giornalismo, ho capito una cosa. A scrivere un bell’articolo in una settimana, sono capaci quasi tutti. Ma un buon giornalista è quello che è   capace di scrivere un articolo passabile in un quarto d’ora, mentre le rotative stanno per partire. 
Per chi scrive per professione, gli errori grammaticali sono come ferite da rasoio mentre ci si fa la barba. Capitano, danno fastidio ma capitano. 

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andrea vignoli

Giornalista, scrittore, insegnante.

3 commenti su “Cara Daria, tra forma e sostanza io salvo la sostanza. 

  1. Entrambi i punti di vista possono essere validi a seconda del contesto e degli obiettivi comunicativi.
    Daria sostiene che l’uso corretto della lingua sia essenziale per comunicare in modo chiaro ed efficace. Non è difficile concordare che una grammatica accurata può aiutare a evitare ambiguità e malintesi, consentendo una migliore comprensione del messaggio.
    Tu ritieni che il contenuto di un articolo sia di gran lunga più importante della forma grammaticale. Pensi in sostanza che un’informazione preziosa e interessante possa compensare eventuali errori grammaticali o imperfezioni stilistiche.
    Avete ragione entrambi, tuttavia, vale sottolineare che il modo in cui una persona comunica può influire sulla percezione del messaggio da parte di chi legge. A me succede che un articolo mal strutturato rende difficile la fruizione del contenuto e talvolta ne sospendo la lettura. L’obiettivo dovrebbe essere quello di combinare entrambi gli aspetti: un contenuto di qualità presentato con una grammatica corretta. Una buon articolo dovrebbe cercare di bilanciare entrambi gli elementi, fornendo un messaggio chiaro, interessante e ben formulato. Una corretta padronanza della grammatica non dovrebbe essere vista come un ostacolo al contenuto, ma come uno strumento per potenziarlo.
    La soluzione migliore è cercare di combinare entrambi gli aspetti per garantire che il messaggio sia accurato e coinvolgente per chi legge l’articolo

    1. Bravo. Ma allora io che sono un tantinello iniorante non potrei esprimermi. Ma scriviamo commenti sul moscone, mica siamo all’accademia della crusca. E’ da un po di tempo che state rimestando su questa faccenda. Vogliamo escludere quelli che non sono attrezzati a dovere con l’italiano? Anche Vignoli bisticcia con i congiuntivi, ma non si può sopprimerlo.
      Ad maiora.

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