Tiri a vuoto

All’esordio da semplice Consigliere comunale, l’ormai rottamato (si potrà dire?) Presidente del Consiglio, dall’alto della sua esperienza, dopo aver dichiarato di essere, per indole, preciso (si aggiunge anche “attento”), ha puntigliosamente rilevato che l’ordine del giorno dell’Assemblea comunale era errato, in quanto nello stesso era previsto, prima dell’elezione del Presidente del Consiglio comunale, il giuramento del Sindaco.

Gli astanti, invece, gli hanno fatto notare la correttezza dell’ordine del giorno: nel documento ufficiale era annunciato esattamente il contrario di quanto da lui asserito. Pertanto si è trattato di uno svarione, per il quale l’ex si è poi scusato, affermando di aver letto un altro foglio. A quel punto il mistero si è infittito: da quale foglio era stata assunta l’informazione errata? Forse da quello di quattro anni prima, quando Egli presiedeva l’Assemblea cittadina, e che, con nostalgia, aveva portato seco? 

Non contento della precedente performance, l’ex ha poi chiesto la motivazione per la quale un Consigliere comunale ha rassegnato le dimissioni ancor prima della seduta, condendo il quesito con un pistolotto (quasi un’omelia) sul fatto che un eletto, a suo parere, dovrebbe motivare tale scelta. Si potrebbe anche convenire, ma, eventualmente, siffatte ragioni dovrebbero essere fornite agli elettori del dimissionario e non certo a lui (il quale, non per infierire, non è più Presidente del Consiglio comunale dal 1° luglio 2022). 

A seguire, finalmente, il Consiglio ha votato, come previsto e non dallo svarione polettiano, l’elezione del nuovo Presidente, e, in seconda battuta, l’elezione del Vice. La maggioranza avrebbe voluto, come spesso è avvenuto nel tempo e come segno di distensione, che il nome del Vice fosse indicato dall’opposizione; tale delicatezza non era stata usata nella passata legislatura, allorquando la maggioranza aveva calato l’asso pigliatutto. Tuttavia, l’attuale opposizione di destra ha rifiutato la proposta. 

Però, a votare il Presidente del Consiglio comunale – che, si ricorda, è organo di garanzia e non di parte, al contrario di come è stato il tanto preciso (si aggiunge “attento”) predecessore, il quale aveva sciolto la sua ultima seduta pur in presenza del numero legale – non è stato tutto il Consiglio, ma solo una parte. Infatti l’attuale minoranza (quanto piace questo termine) di destra, in linea con la migliore tradizione, si è divisa. Quattro consiglieri – Forza Italia e Lega – si sono astenuti, mentre il birichino Mungitore (Fratelli d’Italia) ha votato a favore, così come il Consigliere 5S, quest’ultimo distinguendosi dall’armata Brancaleone di destra. Risultato: la “compattezza” (volendo, si può ridere) della destra al ballottaggio si è frantumata al primo giro di boa.

Cominciamo bene

In realtà, il piccolo cabotaggio del centro-destra novese si era manifestato ancor prima della seduta inaugurale della legislatura. Mentre “il cadavere non era ancora freddo”, coloro i quali hanno preso una sonora legnata elettorale e si definiscono Lega-Lavoriamo per Novi, già manifestavano la loro forte opposizione al potere, segnalando alla popolazione che la vecchia fontana di piazza Falcone e Borsellino era sporca, e così lanciando un primo fendente, si direbbe mortale, alla nuova maggioranza. Pare che Muliere ne abbia patito e tremato fino a pensare di rassegnare le dimissioni, ipotesi poi superata grazie all’intercessione di Bastiano, stratega del centrosinistra, che ha esclamato: “non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Fermo restando il fatto che la fontana deve essere ripulita, non si ha contezza se la medesima fosse stata nettata durante il governo (si fa per dire) del centrodestra dall’allora Sindaco: nessuno ricorda di averlo visto, con stivaloni e spazzolone (pinne ed occhiali), impegnato nell’opera.

Una seconda pesante critica alla maggioranza è giunta dalla “giunta ombra”, istituitasi subito dopo la sonora sconfitta – si dice – in terra novese e lombarda, forse rimembrando un vecchio slogan di un noto brandy che diceva: “… se la vostra squadra del cuore ha perso” (e non ci si riferisce ad eventi calcistici, N.d.R.) consolatevi con …” (nel caso in questione, più che un “cicchetto”, pare ne sia servito un magnum da due litri). Un altro fendente, infatti, è stato lanciato nei confronti dalla nuova maggioranza, rea di non aver esposto tempestivamente la bandiera a mezz’asta in occasione della dichiarazione del lutto nazionale. Una svista, poi recuperata, che non doveva accadere… Ma se il buongiorno si vede dal mattino, pare proprio che gli argomenti utilizzati della minoranza di destra (in questo caso costituita da esterni al Consiglio comunale) siano, quantomeno, miseri.

Dimostrazione ulteriore: la Lega-Lavoriamo per Novi, forte di colui che aveva, come molti sostenevano, “comandato” l’allora maggioranza, ha lanciato un roboante slogan, affermando con forza di voler chiedere l’accesso agli atti per consultare il progetto di riqualificazione del Parco Castello. È il caso di far notare agli strateghi trabajadores che i Consiglieri comunali hanno il diritto, dicesi diritto (dura lex, sed lex), di accedere agli atti senza farne specifica richiesta. Forse, negli anni di permanenza in seno alla maggioranza, costoro non hanno studiato a sufficienza; eppure, si tratta degli attrezzi minimi del mestiere. Sarà per questi motivi che los trabajadores ‘d Neuve prima sono finiti in cassa integrazione e poi sono stati licenziati dagli elettori?

In ogni caso i “cattivi” della nuova maggioranza, invece di riunirsi nelle segrete stanze per discutere il progetto del Parco Castello, hanno convocato un’assemblea al Museo, molto partecipata di cittadini, quasi come le riunioni, per pochi, che il vecchio centrodestra faceva in via Amendola, a volte con svolazzo di seggiole. La riunione si è svolta non senza qualche commento scomposto di chi, in passato, era dedito all’auto-fotografia, come diceva un tale: “il potere logora… chi non ce l’ha”.

Infine in soccorso alla minoranza di destra è corso un giornale online, neppure molto noto, che ha chiosato sul look della neo-Presidente del Consiglio comunale, presentatasi – si riporta testualmente – “in minigonna rossa, trucco pesante, tacchi a spillo”. Considerazione davvero bacchettona ed inopportuna: non ha importanza, dunque, che la neo Presidente abbia dichiarato di voler essere, nel suo ruolo, super partes (questa la vera notizia, considerati i comportamenti del suo predecessore), bensì sottolineare il suo abbigliamento. Lo scoop vero era dato dal fatto che mai il Presidente del Consiglio comunale novese si è presentato con una simile mise, né si osa immaginare il suo predecessore in tali vesti. 

C’è sempre una prima volta: se ne faranno una ragione?

Il Malalingua, una tantum

Anniversari

1° luglio 2022 – 1° luglio 2023. Buon compleanno novesi.

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