La ditta Solar 6Pv di Milano ha inviato alla Provincia la richiesta di realizzazione di un grande impianto fotovoltaico a terra da realizzarsi in zona strada Stradella, nei pressi del campo base del terzo valico.
Il campo fotovoltaico avrà una potenza di 4,7 MW e sarà realizzato su di un’area, oggi destinata a coltivazioni, pari a 4,5 ettari, a fronte di un costo di realizzazione pari a 3,4 milioni di euro.
La conferenza dei servizi chiamata a decidere sulla richiesta di installazione di questo nuovo impianto è convocata per il giorno 18 ottobre 2023 alle ore 10 presso sala riunioni della Provincia di Alessandria, in via Galimberti ad Alessandria. Alla conferenza sono invitati il Comune di Novi Ligure, l’Arpa, L’Asl Al, la Regione Piemonte, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Anas, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, il Comando Regione Militare Nord, l’Aeronautica Militare, l’Ente nazionale per l’Aviazione Civile, l’Ente nazionale per l’assistenza al volo e l’Agenzia delle Dogane.
Sempre in tema di energie rinnovabili, sei mesi fa è stata presentata una analoga richiesta di installazione di un impianto nei pressi dell’aeroporto lungo via Mazzini, su una superficie di 16,5 ettari per una potenza di 14,45 MW.
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2 commenti su “In arrivo un altro grande impianto fotovoltaico nel basso Pieve”
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Massì, dai, continuiamo a LASCIARE CONSUMARE IL SUOLO AGLI SPECULATORI PRIVATI. Tanto poi il grano ce lo venderanno i cinesi.
Ci sono decine di tetti di capannoni industriali disponibili per i pannelli, ma troppi interessi nascosti dietro queste colate di cemento mascherate da “green”: fondi pubblici, appalti e regalie, e in alcuni casi anche di peggio.
Si narra perfino di strani “bidoni” occultati sotto qualcuno di quegli impianti. Se fosse vero, in quel caso il business renderebbe molto molto di più. Molto molto di meno in salute pubblica, però.
Quando il grano te lo pagano 8 euro al quintale mentre il pane costa 5 euro al chilo conviene affittare i campi a costoro. Purtroppo, come era prevedibile, siamo di fronte all’economia “green” più disastrosa del petrolio e derivati; il bello deve ancora venire quando i nostri nipoti dovranno smaltire tutto ciò.