Voto di scambio e Ndrangheta, confermata la condanna per l’ex deputato del centro destra Roberto Rosso

Nel processo di appello del procedimento Carminius-Fenice,  l’ex assessore regionale piemontese  Roberto Rosso, accusato di voto di scambio politico-mafioso  con esponenti della ‘ndrangheta, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi. 

Roberto Rosso è nativo di Casale Monferrato ma vive a Trino Vercellese. La sua è una lunga carriera politica:  a 19 anni è già iscritto alla Democrazia Cristiana e viene eletto consigliere comunale a Trino, il suo paese d’origine. In seguito ricopre i ruoli di vice segretario regionale della DC piemontese e di consigliere provinciale a Vercelli.

Dopo lo scioglimento della DC, nel 1994 aderisce al movimento politico di Berlusconi Forza Italia e viene eletto deputato alla Camera, dove è confermato per le successive cinque legislature fino al 2013.

Nel 2001 sfida Sergio Chiamparino per la poltrona di Sindaco di Torino. Nel 2004 è nominato Sottosegretario di Stato al Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel Governo Berlusconi III.

Il 16 aprile 2010 il Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota (Lega Nord) nomina Rosso nuovo Vicepresidente della Regione Piemonte e Assessore regionale al Lavoro. Il 14 luglio, dopo appena tre mesi dalla nomina rassegna le dimissioni dagli incarichi preferendo il ruolo di parlamentare nazionale in seguito a contrasti con il PdL piemontese guidato da Enzo Ghigo[4].

Nel novembre 2010 aderisce al gruppo di Futuro e Libertà per l’Italia, lasciando il PdL[5].

Ma solo tre mesi dopo, il 17 febbraio 2011 ritorna nel PdL dopo un incontro, svoltosi lo stesso giorno, con il Premier Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli.[6], e il 5 maggio 2011 viene nominato sottosegretario di Stato al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali del Governo Berlusconi IV, fino al novembre successivo. Resta deputato fino al 2013.

Nel 2018 aderisce a Fratelli d’Italia, di cui è capogruppo al Comune di Torino e Vice Sindaco di Trino.

Alle elezioni regionali in Piemonte del 26 maggio 2019 viene eletto Consigliere regionale, con Fratelli d’Italia in provincia di Torino, ottenendo 4.777 voti di preferenza. A seguito di ciò diventa Assessore della Regione Piemonte fino alle dimissioni il 20 dicembre 2019, quando vene arrestato nell’ambito di un’inchiesta sulla ‘ndrangheta piemontese: l’accusa è di aver raggiunto con essa un accordo per un “pacchetto di voti” per le elezioni regionali del maggio 2019 in Piemonte in cambio di 15.000 euro, di cui ne sarebbero stati versati 8.000, quando risulterà poi eletto.

In primo grado Rosso era stato condannato a 5 anni di reclusione. Contro di lui si è costituito parte civile anche il partito di Fratelli d’Italia, che dovrà risarcire. 

Secondo le accuse, Rosso aveva pagato Onofrio Garcea e Domenico Viterbo, due boss della ‘Ndrangheta piemontese, per ottenere voti alle elezioni. Rosso ha ammesso di aver pagato i due, ma non sapendo che fossero esponenti della criminalità organizzata. Inoltre, alcuni giornali riferisco che ha detto di essere vittima di un disturbo bipolare che lo porta ad essere generoso. 

Per saperne di più: 

https://torino.corriere.it/notizie/cronaca/23_luglio_20/roberto-rosso-mai-fatto-accordi-con-la-ndrangheta-andrei-in-carcere-da-innocente-ee69438a-5dd8-4a46-9751-98392fb32xlk.shtml?refresh_ce

https://torino.repubblica.it/cronaca/2023/07/20/news/ex_assessore_roberto_rosso_condanna_appello-408401606/

https://www.corrieredellacalabria.it/2023/05/20/voti-in-cambio-di-soldi-la-cassazione-condanna-due-boss-di-ndrangheta-in-piemonte/

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