Le promesse elettorali della destra e le divisioni delle opposizioni

C’è l’ha messa tutta – ma proprio tutta – tutto l’intero arco politico, per spianare la strada al centrodestra creando le condizioni per la sua conquista del potere.

E’ avvenuto! L’esponente più radicale della politica italiana, discendente dell’ideologia fascista, è riuscita ad affascinare gli elettori e a insediarsi all’apice del potere esecutivo.

Lo ha fatto con promesse allettanti come ordine e disciplina, blocco navale per fermare gli sbarchi degli immigrati, promesse allettanti di carattere economico come la cancellazione delle accise sui carburanti e bonus con un click.

Era risaputo: questa linea elettorale era composta di promesse allettanti che difficilmente si sarebbero mantenute completamente, come è sistematicamente avvenuto una volta alla direzione del governo. Tutto ciò comunque da solo non sarebbero stato sufficiente per ottenere il successo. È stato necessario anche un lungo periodo di confusione politica che ha completamente disorientato l’opinione pubblica.

La ragione reale per cui hanno prevalso è la realizzazione sistematica delle condizioni affinché ciò avvenisse.

Le cause principali sono da individuare nel periodo cosiddetto dell’era Berlusconi e la comparsa sulla scena politica del Movimento Cinque Stelle.

La politica dell’era berlusconiana ha introdotto nella mentalità sociale i concetti del neoliberismo, che in modo subdolo ha prodotto nella cultura popolare la convinzione che tutti si possono arricchire in un un mercato libero o meglio un mercato senza regole, in cui è la contrattazione stessa che si autoregola nell’interesse di tutti.

Questo potrebbe avvenire in una società immaginaria di giusti dove l’egoismo e l’ambizione non appartenessero alla miseria umana; purtroppo queste caratteristiche sono fortemente presenti in ogni essere e salvo nei santi è una caratteristica preminente in ognuno di noi.

I vari governi, forse inconsciamente, hanno fatto leva su queste caratteristiche imponendo con politiche striscianti questo concetto di vita, spingendo i cittadini a vivere come la gazzella e il leone. La gazzella ogni giorno sa che deve correre sempre di più se vuole sfuggire al leone per sopravvivere e il leone deve diventare più veloce se vuole raggiungerla e divorarla per nutrirsi.

La stesse condizioni le ha determinate il governo, imponendo aumenti striscianti dei generi di prima necessità e utenze, costringendo i cittadini a produrre di più per mantenere un livello di vita decoroso, in un affannoso equilibrio tra maggiori entrate e minori spese, per non retrocedere nella condizione di povertà.

Il Lartito Democratico non ha contrapposto una politica liberista, con la quale lo stato impone delle rigide regole al mercato per impedire soprusi e arricchimenti impropri e non concettualmente etici morali, ma garantendone la libertà e le iniziative, permettendo a tutti di sviluppare le proprie potenzialità individuali, e intervenendo con la leva fiscale nella distribuzione delle risorse in modo che a tutti sia garantita una vita decorosa

Invece ha inseguito il berlusconismo, diventando ancora più sostenitore del neoliberismo fino ad identificarsi nell’immagine della stessa moneta; infatti chi ha eliminato la scala mobile che consentiva l’adeguamento delle retribuzioni all’inflazione? Chi ha eliminato lo statuto dei lavoratori, che ha privato il mondo del lavoro di garanzie protettive, trasformando il comparto dipendente in un sistema precario? Il centro sinistra!

E la giustizia: chi l’ha trasformata in un sistema di regole complesse, le quali si prestano alla manipolazione per essere adattate a interessi di parte, quasi sempre a discapito delle vittime e dei soprusi, determinando nella sensazione collettiva un senso di insicurezza?

Infine la scuola e la sanità, che privilegiano le derivazioni private, declassando il pubblico!

Oggi i più facoltosi indirizzano i figli agli istituti privati, inserendoli in un circuito privilegiato e se si ha la necessità di ricorrere al servizio sanitario regionale, ci troviamo di fronte all’assurdo delle lunghe file d’attesa per esami di routine e se abbiamo necessità di curarci con efficienza bisogna ricorrere alle prestazioni di medici privati, che non sono per niente economici. Va da sé che se abbiamo qualcosa di serio bisogna attivare un mutuo per curarci.

In tale contesto, si presenta sulla scena il neo movimento dei Cinque stelle che propone,sostanzialmente, una politica nella filosofia progressista.

Ottengono un notevole successo, conquistano il potere, cercano di cambiare quelle direzioni massimaliste dannose, ma incontrano lo scetticismo dei rivali politici e anche il Partito Democratico che dovrebbe sostenerli con una riflessione sulle proprie origini, si contrappone accanitamente, sentendosi defraudatio da un consenso che inesorabilmente scemava.

Tutte le forze politiche si coalizzano contro e infine, grazie anche a parecchi errori del movimento stesso, riescono a offuscare la fiducia negli elettori che restano sfiduciati.

Dopo un breve governo di transizione che aggrava il clima politico, la strada alla destra è spianata.

Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, le promesse si sono dimostrate tutte farlocche, gli aumenti sono diventati esponenziali come pure il flusso dei migranti, altro che il blocco navale, la giustizia e la sanità sono ulteriormente peggiorate, la povertà è decisamente aumentata mentre tornano in voga i privilegi.

La popolazione premiando il centrodestra, quella che ha votato, ha creduto o perlomeno ha sperato in un minimo di ordine e di stabilità ed invece ci ritroviamo in balia di ideologi allo sbaraglio e c’è da sperare che la loro ideologia politica e la propensione alla guerra non ci trascini ulteriormente nel lato oscuro.

Sarebbe auspicabile che quelle forze che in qualche modo credono nell’idea progressista si compattino mettendo da parte le divergenze e utilizzando con profitto questo periodo di opposizione per suggellare un programma di un futuro governo che riporti la nostra società in un contesto di liberismo illuminato.

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Francesco Giannattasio

3 commenti su “Le promesse elettorali della destra e le divisioni delle opposizioni

  1. L’analisi di Francesco Giannattasio appoggia su un errore di fondo madornale. Alle recenti elezioni la maggioranza degli italiani NON ha votato questa destra. Sono state le divisioni delle altre forze a determinare la vittoria di Meloni, grazie al sistema elettorale in vigore.
    Se Conte e il Movimento 5 stelle non avessero voluto correre da soli, oggi non saremmo qui. I principali responsabili dell’ascesa della destra sono proprio i Grillini, che hanno governato male, evidenziando la loro incompetenza, e che poi non hanno voluto scendere dal piedistallo e fare alleanze. Hanno pensato ai loro voti, e non al paese.

  2. la lingua batte sempre dove il dente duole, Come è facile dare la colpa sempre agli altri. Come aveva visto giusto chi predicò : ” guarda la trave nel tuo occhio e non la pagliuzza nell’occhio del tuo rivale.” Avanti così che ci veniamo a trovare nella selva oscura!

  3. Capisco la necessità di comprimere il testo per dire più cose possibili, ma si rischia confusione tra chi certe determinate situazioni non le ha vissute perché troppo giovane o perché poco interessato all’argomento.
    Lei parte sostenendo (giustamente) che il Partito Democratico ha inseguito il berlusconismo. Vero, ma poi prosegue dicendo che il centro sinistra ha eliminato la scala mobile e lo statuto dei lavoratori. E qui parte la confusione:
    Sembra che il Partito Democratico facesse parte del centro sinistra in quel periodo storico, mentre è nato solo nel 2007, vent’anni dopo. Il centro sinistra era formato da partiti di centro e di destra (es. DC, PRI, PLI) e dal Partito Socialista. Il PCI è rimasto sempre all’opposizione.
    Lo statuto dei lavoratori non è stato eliminato ma modificato (in meglio e/o in peggio) come succede per tutte le leggi).
    La scala mobile è stata eliminata nel 1984 da Craxi (PSI) a capo di un governo di pentapartito di cui non faceva parte il PCI, con l’appoggio di CISL e UIL.
    Infine penso che la giustizia sia stata manipolata ad uso e consumo di chi aveva interesse a coprire le proprie malefatte ed i furti miliardari perpetrati ai nostri danni uscendone pressoché “pulito” (penso sia superfluo fare nomi) e lo stesso per la privatizzazione di scuola e sanità che interessa i professionisti e le partite IVA, non certo gli operai e gli impiegati.
    Vero è che il centrosinistra, che per la martellante campagna elettorale permanente e per le possenti macchine del fango di certa parte politica ha governato poco, non è riuscito a ribaltare questa situazione. E forse non ne aveva neanche tanta voglia, bisogna dire.

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