Elezioni Regionali, Ravetti: non utilizziamo male il nostro tempo

Ritengo utile  inviare queste brevi riflessioni con il fine di esporre   ai  lettori il mio punto di vista sul Piemonte e sul prossimo appuntamento elettorale regionale. Vedo in prospettiva lo scenario ottimale per costruire la proposta alternativa al centrodestra. Bisogna avvicinarsi un passo alla volta.

Il primo passo riguarda il PD, che resta in Piemonte il maggior partito all’opposizione della Giunta attuale. Per scegliere la/il candidata/o alla Presidenza possiamo escludere non il rischio delle Primarie, ma il rischio di una riedizione dello schema delle Primarie nazionali del febbraio scorso?

Non ho certezze, sostengo che è un rischio e sarebbe pure un errore semplicemente perché possibili candidati, contesto e oggetto del contendere sarebbero in ogni caso completamente altri. E poi, diciamo la verità, nel caso di una replica non interesserebbero, se non in una misura risibile, agli elettori che credono ancora in noi.

Fatte le premesse vengo al punto: per non incorrere in ipocrisie, nemmeno in ipocrisie che mi riguardano, dobbiamo ammettere che, nonostante le volontà dell’attuale segretaria nazionale e del presidente dell’assemblea nazionale, i comitati a loro sostegno si sono trasformati anche questa volta (quasi ovunque in Italia) in correnti interne. Cioè, tutti durante i congressi si dichiarano contro le correnti ma il giorno dopo le assemblano o le rafforzano. Alcuni suggeriscono che in un partito di massa (?) le correnti sono fondamentali in quanto contenitori di omogenei orientamenti che incidono sulle scelte e sulle direzioni di marcia. Non ho nulla da obiettare sulla definizione, ho molte riserve invece sulla storica funzione pratica. Diciamo la verità: nella pratica, quasi per naturale inerzia, sono servite poco a discutere di politica ma molto alle candidature, a partire dai pesi di ciascuna corrente nelle liste bloccate per il Parlamento fino agli equilibri nei comuni di una certa importanza.

Ecco la questione: come è noto il PD ha nel suo Statuto l’opzione delle Primarie attivabile da precise percentuali di dirigenti o di iscritti o di elettori. Se le Primarie saranno lo strumento per scegliere la guida della coalizione alternativa al centrodestra io sarò d’accordo ma raccomanderò di evitare di farle correre lungo le linee interne del PD che riguardano le correnti e i destini delle persone che nelle correnti trovano le loro zone di conforto. Tra l’altro, meglio ricordarlo, oltre ad essere le zone di conforto per i capaci in alcuni casi sono state pure le zone di conforto per i mediocri.

In Piemonte vinceremo se la premessa sarà un “comune sentire”, se intercetteremo il “bisogno di cambiamento” e se sapremo trasformarlo in sufficiente “consenso elettorale”. Più che la “conta” tra le correnti servono la sintesi tra differenti idee e la consapevolezza comune che è possibile vincere. I piemontesi che non vogliono più Cirio e la sua Giunta chiedono di non perdere tempo. Conosco chi si è messo a disposizione per guidarci in questo mare agitato o, per usare un’espressione più calzante, dato il contesto territoriale, chi sa mettersi lo zaino in spalla con la volontà di arrivare in cima senza lasciare indietro nessuno. Ripongo in loro la fiducia di chi vorrebbe vivere meno nelle chat di Whatsapp per andare di più tra le persone, che è il posto dove deve stare la politica, per discutere di “loro”, con “loro”, per “loro”; non di “noi”.

Domenico Ravetti – Consigliere regionale PD

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Domenico Ravetti

3 commenti su “Elezioni Regionali, Ravetti: non utilizziamo male il nostro tempo

  1. Se questo è il linguaggio con cui rivolgersi ai piemontesi per proporsi come forza politica la vedo male. Ma forse sbaglio

    1. Trovo il commento di Domenico piuttosto benevolo, il linguaggio e, comunque, anche i contenuti li troverei adatti, forse, a una riunione di circolo.

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