La torre del castello va dallo psicologo: terza seduta

Buonasera Dottore. Che fatica arrivare a oggi tutta intera! Guardi aspettavo con impazienza la nostra seduta perché ho passato momenti davvero molto difficili.

È strano, in un certo senso mi sento anche pazza a raccontarlo: continuo a sentire nelle orecchie l’eco di un rumore molto forte. Mi coglie all’improvviso, spaventandomi a tal punto da sussultare, è come se un terremoto mi scuotesse dalle fondamenta. È il suono di un tonfo o di uno schianto, simile a quello di un ammasso di ferraglia che si accartoccia. A questo si aggiunge un altro fenomeno inquietante: in tanti momenti della mia giornata mi sembra di essere in un déjà-vu dove visualizzo a ripetizione la scena di un’auto che sfreccia a tutta velocità giù in passeggiata sfiorando una donna. È una sensazione terribilmente sgradevole che mi fa accapponare l’intonaco dandomi l’impressione di potermi sgretolare da un momento all’altro. Come può immaginare, date le mie dimensioni, non ho mai frequentato il cinema e come saprà nel parco non si tiene alcun festival caratterizzato da proiezioni su maxi schermo, quindi escluderei di essere rimasta suggestionata da qualche film terrificante. Parlandone mi pare più plausibile che la natura di questo malessere risieda nel profondo choc che ho provato dopo quel fattaccio di qualche settimana fa: sia le TV nazionali che i social ne hanno parlato e sinceramente credo che in questo momento non le serva che le ricordi i particolari di quanto accaduto. Ecco dove avevo già sentito quel suono! Quel botto che scoppia all’improvviso nelle mie orecchie è di sicuro lo stesso che ha fatto precipitare i Carabinieri fuori dalla caserma per arrestare quel crocerista imbarcato sulla nave dei folli che ha fatto tappa in città. 

Ho dato un giudizio troppo delicato secondo lei? Non penso che si stupisca se cerco di mantenere un certo charme! La volta scorsa del resto credo di averle dato qualche spunto importante sul mio narcisismo… E poi non se lo ricorda che a Novi il più “lucco” suona il violino? In ogni caso sento il bisogno di dirle che trovo molto avvilente che la nostra città venga agli onori della cronaca a causa di eventi violenti! In questo periodo è successo un’altra volta: le mie antenne infatti qualche settimana fa hanno captato le frequenze di “Striscia la notizia” che trasmetteva in prima serata calci, pugni e insulti razzisti in via Amendola. Dice che ormai la società locale è degenere e senza speranza? Ammetto che la tentazione di annegare nel mugugno e pianginismo mi viene, però qui davanti a lei provo a controllarmi e a riflettere. Meglio sforzarsi di guardare “il bicchiere mezzo pieno” no? In fondo è un po’ semplicistico liquidare sempre ogni cosa in una nuvola depressiva. Oltretutto il tremendo lutto del 2001 dovremmo averlo elaborato tutti da un pezzo dato che di Erika e Omar non si parla più. Lei mi insegna che la nostra percezione della frequenza di un evento dipende da quanto spesso ci vengono ripetute/propinate certe notizie: è “l’euristica della disponibilità”, uno dei bis cognitivi più comuni dell’essere umano. Ora che ci penso, ho notato che, per fortuna, è stato dato molto risalto mediatico a quell’eroe che è corso in aiuto di quella donna in passeggiata, non è forse vero? Mi pare che il volto umile di quell’ex militare in pensione sia piacevolmente rimbalzato di schermo in schermo molto più spesso rispetto al filmato che riprendeva l’auto del pazzo. Se mi sforzo di percepire gli eventi in questi termini mi sento avvolgere da un piacevolissimo tepore di speranza, perché mi rendo conto che Novi è molto di più che un’enclave di violenti. C’è infatti un’altra faccia della nostra comunità: quella delle persone con un senso civico, sensibili alle tematiche sociali e pronte a sacrificarsi quando si tratta di proteggere o di aiutare i più deboli. È questo il volto che voglio vedere nel futuro, confortata dalla mia memoria storica recente e antica, che mi ricorda non solo i tanti gesti di solidarietà visti in tempi di pandemia, ma anche che il nostro ospedale non si è costruito da solo, ma grazie alla beneficenza di un nostro nobile concittadino.

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Alessandro Zaccheo

2 commenti su “La torre del castello va dallo psicologo: terza seduta

  1. Fatti di cronaca più o meno violenti accadono in ogni paese o città della nostra bella Italia, purtroppo. Il segreto è non farci l’abitudine e indignarsi soltanto al momento. Serve più senso civico, più rispetto e più attenzione da parte delle istituzioni alle problematiche cittadine che inevitabilmente si creano. Lo sbando generalizzato colpisce tutto il territorio e purtroppo i risultati sono evidenti.

    1. Grazie Marco Rossi per il suo commento!
      Condivido che l’indignazione è bene che resti una reazione momentanea, forse perché é meglio dedicare le energie al ragionamento su come si possono migliorare le situazioni.
      Aggiungo che secondo me Istituzioni e cittadinanza sono due facce della stessa medaglia, dove le prime sono un riflesso della seconda; è probabile che, come nella più classica delle storie, un problema serio risieda nell’armonia, nella comunicazione e nella sinergia tra le due.

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