Il Tribunale di Alessandria ha condannato a quattro anni di reclusione Nicoletta Albano, ex vicesindaca di Gavi, per tentata concussione e falso ideologico. La sentenza di primo grado è arrivata al termine di un procedimento che ha fatto luce su uno scontro politico interno all’amministrazione comunale e su pressioni indebite esercitate a fini personali.
Secondo l’accusa, Albano aveva cercato di forzare le dimissioni dell’allora sindaca Rita Semino (nel frattempo deceduta), con la quale era entrata in contrasto, probabilmente per potersi ricandidare come sindaca di Gavi per l’ennesima volta. A tale scopo, avrebbe chiesto al titolare della catena di supermercati Gulliver di licenziare Alice Zunino, nipote della Semino, nel tentativo di colpire quest’ultima sul piano personale e indurla a lasciare l’incarico.
Il capo d’imputazione per concussione è stato riqualificato in attentato contro i diritti politici di un cittadino, ma il tribunale ha comunque riconosciuto la gravità delle pressioni esercitate. Il reato di falso ideologico riguarda invece l’ordine impartito a una dipendente comunale per alterare il protocollo dell’ente, retrodatando la registrazione della lettera di dimissioni firmata dalla Semino.
Albano è stata assolta dall’accusa di peculato, con restituzione delle somme sequestrate nel 2020, ma è stata anche interdetta dai pubblici uffici per cinque anni.
Assolti gli altri tre imputati nel procedimento: Pier Paolo Bagnasco, attuale sindaco di Stazzano ed ex responsabile dell’ufficio tecnico comunale di Gavi; Giovanna Sutera, ex segretaria comunale; ed Eugenio Rabbia, ex consigliere comunale.
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