Il Dna leghista

La cronaca di questi giorni mette in evidenza quello che è accaduto a Voghera, famosa cittadina lombarda, laboriosa, con un reddito medio alto rispetto allo standard nazionale. Civilmente progredita, piena di iniziative ed amalgamata con successo tra le varie attività industriali, commerciali, agricole e professionali, tanto è vero che le sue massaie sono notorie come esempio di concretezza e buon senso. Una città ricca, anche per la sua posizione geografica, collocata nella zona più produttiva d’Italia .
Ma come gran parte del Nord ha la gestione leghista, una organizzazione politica che sta facendo affiorare, in modo preoccupante, il concetto del diverso che, inconsciamente o meno, fa avvertire la convinzione di credersi una componente della razza umana diversa, con portamenti di grossolana supponenza. 
Non credo di spostarmi molto dalla verità, nel pensare che hanno la stessa tendenza di quelle masse che si ubriacano di sciovinismo, come avvenne al popolo tedesco che fu inebriato dal concetto della razza ariana che costò al genere umano milioni e milioni di morti con sofferenze e distruzioni immani.
Il male è un veleno dolce che si insinua nell’animo umano con appagante soddisfazione e lo fa affiorare sotto forma di esaltazione. Viene fuori, piano piano, in modo subdolo e si concretizza con la peggiore ambiguità e cattiveria e se non frenato, si può trasforma nella tragedia dell’assurdo .

Queste premesse, vengono espresse per cercare di capire perché una persona , colta, benestante con competenze giuridiche, avvocato, ex poliziotto o qualcosa di simile, assessore, quindi un amministratore della città, si mette a fare lo sceriffo? Deviando completamente dal suo compito che doveva essere quello di osservare, comprendere, analizzare , prendere conoscenza delle anomalie che purtroppo ci sono e si verificano in tutte le società organizzate. Studiarle ed approntare soluzione legali e di supporto, affinché la convivenza civile diventi sempre più omogenea, e dato il profilo del soggetto, doveva possederle tutte le caratteristiche per dare un contributo positivo all’evoluzione civile della sua comunità. 

È prevalso invece l’istinto malefico dell’esaltazione che lo ha spinto ad intervenire contro un disgraziato, uno sbandato immigrato, irregolare o meno, un rifiuto umano. Un essere, che la società non ha saputo, o potuto dargli delle possibilità per consentirgli una esistenza decorosa. Lasciandolo in una condizione di drammatica miseria, che riduce un essere umano nelle condizioni di estremo disagio ed una vita di stenti, nello squallore più traumatico. In tali condizioni,la distinzione tra il bene ed il male è un eufemismo.
Immagino il super uomo come si sia sentito quando è stato aggredito: offeso, toccato nell’amor proprio, strattonato, forse colpito ed insultato. “Come si permette questo sporco beduino maleodorante, ubriaco, mettermi le mani addosso?” L’arma è a portata di mano, che ci vuole? La si prende , si preme il grilletto e il miserabile è servito.

Questo può succedere ed accettato come delinquenza comune, quando lo scontro avviene tra due persone di diverse vedute e condizioni, ma non può esserlo quando uno dei due è un amministratore pubblico, a meno che non ha una visione distorta della realtà e una lunga assuefazione dell’inconscio all’azione risolutiva e si prepara armato per avere il coraggio di attuarla.

Non ci sono scusanti che tengano, l’atto è di vigliacca criminalità! Il saccente ha agito in base alle sue inclinazioni in una condizione esplicita e si è manifestata in tutta l’enorme gravità dell’azione, altro che legittima difesa.

L’assessore, offeso nel proprio io, addirittura aggredito dal diverso che non ossequiava la sua supponenza. Aveva l’arma, quale occasione migliore per usarla? Purtroppo, l’esaltazione fa si che non si rendono conto di quello che fanno.

L’atto delittuoso, preso a se stante , può rientrare nella classifica di crimini, perpetrati in società complesse, incapace di dare risposte esaustive a fenomeni di disagio estremo, forse non abbiamo nemmeno la disponibilità delle risorse necessarie per una azione di supporto e prevenzione a fenomeni così complessi. Quello che è drammatico è la concezione intrinseca di una forza politica che si propone di governare il Paese anzi, in questo momento politico è presente nell’attuale governo, con dei principi discutibili dal punto di vista umani e costituzionali.

Purtroppo è una formazione politica che, già dall’inizio della sua nascita con il fondatore, il famoso Umberto Bossi, esprimeva intolleranza, facendo leva su sentimenti esecrabili, addirittura estremi, per esasperare gli animi con sproloqui contro i cosiddetti diversi, nati in zone disagiate.

L’attuale leader non ha cambiato stile, ha solo corretto il tiro; ha costruito il suo consenso sulla denigrazione dell’immigrante, che non vota, additandolo di tutti i mali che ci affliggono, facendo leva su un disagio che la disorganizzata gestione dei flussi migratori crea sull’opinione pubblica e si è ben guardato dal condannare il crimine dell’assessore, senza se e senza ma, anzi con i suoi seguaci fa quadrato. Addirittura un altro assessore, della stessa giunta, dichiara che si metteranno a sparare per davvero, come dire, abbiamo scherzato , quello morto è stato un inconveniente?
Il popolo leghista , visti i concetti che manifestano e di cui sono animati, è particolarmente sensibile a recepire tali disagi con comportamenti di aggressiva esaltazione ma, comunque non esitano a servirsene quale mano d’opera da sfruttare e possibilmente in nero. L’ingordigia, va a braccetto con l’esaltazione. E’ una organizzazione inquietante per la coesione sociale.

Ricordo che all’inizio della mia attività politica, una sera sedetti al tavolo con Bossi alla festa della della lega a Capriata e, di fronte a del buon vino si esibì in un vero e proprio sproloquio: la superiorità del Nord, Roma Ladrone, l’autonomia della padana che si doveva separare dal resto d’Italia, è ora di finire di mantenere un meridione fannullone etc. e il seguito che lo osannava. Mi sembra che da allora ben poco sia cambiato.
Li abbiamo visti e li vediamo all’opera sia a livello amministrativo che governativo , quello che sono capace di fare e sotto gli occhi di tutti; tutti quelli che naturalmente, sanno separare i fatti dalla propaganda e dai comportamenti. Potranno rendersi conto che il comportamento dell’assessore di Voghera non è isolato, un comportamento che, comunque, ci deve far ben riflettere . 

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Francesco Giannattasio

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