Un bancomat chiamato Novi

Le vicende del centrodestra novese, nei tre anni trascorsi, fanno pensare che Novi abbia perduto la sua autonomia politica, ovvero abbia rinunciato a giocare il ruolo che le compete, istituzionalmente parlando, quale Comune centro zona e terzo Ente locale più importante della Provincia di Alessandria.

Tale impressione scaturisce, innanzitutto, da un confronto rispetto agli altri Comuni di zona: par proprio che l’allora Giunta Cabella si sia crogiolata in un “felice isolamento, asserragliata nella sua, presunta, torre d’avorio o, meglio, barricata come Asterix nel villaggio gallico, timorosa dell’attacco degli altri Comuni, preda di Sindaci “trinariciuti” – o presunti tali – ma anche di quelli teoricamente amici, sospettati però di collaborazionismo con il “nemico”. L’ultima vicenda relativa al CIT, nella quale l’Amministratore, spesso raffigurato con al fianco una bottiglia di champagne (ovvero colui che si è dimesso da A.D. di Gestione Ambiente), nominato all’epoca da Cabella, ha perso contro i Comuni di Gavi, Serravalle e Stazzano ne è forse un esempio (cfr. “Il Moscone” del 29/03/2023).

Riguardo alle nomine degli Amministratori della capogruppo di Acos, fin dai suoi esordi l’allora Sindaco Cabella ha dovuto fare marcia indietro in merito alla richiesta di dimissioni dell’intero Consiglio di Amministrazione. E questo non già per meriti dell’opposizione, ma perché la pretesa di dimissioni di tutti coloro che erano in carica non era ricevibile; in quanto solo alcuni di loro erano stati nominati dal Comune di Novi, altri da un Comune politicamente presunto (loro) amico e dal socio privato.

Quindi, al massimo, Cabella avrebbe potuto chiedere le dimissioni di coloro i quali erano stati nominati dal Comune da lui presieduto, non certo di coloro che erano stati nominati da altri.  Ma l’allora Sindaco con nipote al seguito, aveva il vento in poppa. Aveva vinto la sedicente “rivoluzione del buon senso” e la brama di “tagliare teste” dominava.

Si disse che la maggioranza vincente, a guida leghista, volesse cambiare tutto, ma proprio tutto (persino la carta igienica, sospettata di essere collusa con il nemico). Cabella, però, dovette fare marcia indietro su quella richiesta (la prima di una lunga serie) e attese, più o meno pazientemente, la scadenza naturale degli incarichi. Non si sa se la stessa pazienza fosse condivisa dal suo stretto parente, il quale, comunque, ha atteso tempi migliori per poter fornire qualche suggerimento all’anziano nonno.

Comunque quando Cabella, alla scadenza naturale degli incarichi, ha potuto nominare i suoi, e soltanto i suoi tre membri del CdA, a rappresentare il Comune di Novi è stato inserito un personaggio indicato dal Sindaco …ma di Casale Monferrato, esponente di Fratelli d’Italia; personaggio politico, quest’ultimo, destinato, non certo per volontà divina, a condizionare la politica novese. 

Ma poi le cose sono mutate … Novi è divenuta “città aperta” … a terzi.

Esempi: sulla vicenda della raccolta differenziata dei rifiuti, da subito, il Sindaco del centrodestra di… Tortona si è opposto. E Cabella, silenziosamente e pedissequamente, si è accodato alla posizione tortonese. In seguito il Sindaco tortonese ha innestato la marcia indietro e ha fatto attivare il servizio nella sua città, probabilmente senza comunicarlo al cugino leghista di Novi, che si è trovato a ricorrerlo con almeno un anno e mezzo di ritardo (per non dire due). Perciò ora a Tortona si paga la tariffa puntuale – ovvero i cittadini virtuosi pagano meno – mentre a Novi si è continuato a pagare con il vecchio sistema. Come avrebbero detto i sostenitori di Cabella: GRAZIE.

Sulla vicenda dei fondi compensativi del Terzo Valico, in allora, magnanimamente, il Sindaco Cabella – o chi per lui – ha rinunciato ad una parte di quei fondi, circa cinque milioni di euro, a favore del Comune di Alessandria, pur nella consapevolezza (o anche no?) che il maggior danno al territorio era subito da Novi, e dunque sarebbe stato il nostro Comune a pretendere più fondi rispetto ad Alessandria, neppure sfiorata dal passaggio della ferrovia. Il suggerimento di mollare le braghe, si vociferò, sarebbe arrivato dal grande capo alessandrino della Lega, il quale doveva far fare bella figura all’uscente Sindaco leghista di Alessandria (gli elettori però, nonostante la regalia ricevuta, gli hanno fatto cedere il passo); particolarmente accondiscendente alla operazione, sempre secondo voci di corridoio, sarebbe stato il nipote dell’allora Sindaco novese, bramoso di far carriera politica nella Lega, forse anche accecato dal miraggio di un cadreghino parlamentare. Ma i miraggi, si sa, sono tanto allettanti quanto ingannevoli, e presto svaniscono. 

Non basta: c’è stata un’ulteriore vicenda per la quale una mente novese neppure tanto occulta (sempre su suggerimento alessandrino) avrebbe voluto che Acos abbuonasse alla dirimpettaia Amag di Alessandria qualche “milionata” che l’azienda novese vantava nei confronti della stessa. Nonostante le pressioni dell’allora Sindaco del Comune di Novi, o di chi per esso, la dirigenza Acos (pare con il dissenso di un’alta carica aziendale) non ha ceduto alle lusinghe, anche perché la dirigenza stessa avrebbe potuto essere chiamata in causa e dover pagare di tasca propria l’eventuale “sconto” ambito dagli alessandrini. Evidentemente i dirigenti di Acos (eccetto una/o?) non hanno gradito affatto tali pressioni; in quella circostanza gli alessandrini sono rimasti, come si dice, con il becco asciutto e l’ambito cadreghino ha iniziato a traballare. 

Insomma, per dirla tutta, ai più è parso che Novi sia stata in balia dei Comuni “amici” del centrodestra, “ostaggio”, in ordine di grandezza, di Alessandria, Casale Monferrato, Tortona. Una sorta di bancomat, il cui PIN era: NOVI D (dove per D si deve intendere donazioni), dal quale “mungere”, di volta in volta, quanto serviva ai cugini, tutti dello stesso colore, benché con diverse sfumature.

Come recita un vecchio adagio: “Dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io”.

Tuttavia, l’appetito vien mangiando, e, a quanto pare, Fratelli d’Italia da Casale Monferrato non appare mai sazia. Dapprima presente in Consiglio comunale con un sol uomo (quello del dito medio alzato) traslocatosi dalla Lega, ha notevolmente incrementato la sua forza dopo le elezioni politiche, anche a danno dei leghisti novesi; come il conte Ugolino, invece di cibarsi della prole ha cercato di cibarsi dei cugini, tanto da inglobare nelle sue liste per le elezioni comunali del 14-15 maggio l’odiato Mungitore, già leghista, che ha fatto vedere sorci verdi alla Lega ‘d nuiotri, fino a farle patire le pene dell’Inferno di dantesca memoria, portando alla prematura, nonché disastrosa caduta della Giunta di centrodestra novese.
In conclusione, ai novesi “non resta che piangere” (cfr. il celebre film di Massimo Troisi), mentre ai leghisti novesi rimane l’antico proverbio: “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso” (sempre se si può dire).

Il “tempore” è scaduto

Fonti solitamente ben informate affermano che, dopo essere decaduti dalla carica, per esempio di Assessore al Bilancio, sempre per esempio nel luglio scorso, non si può continuare a lasciare in bella vista, su un famoso network, l’informazione che si ricopre tale carica; quest’ultima, altresì, non può essere definita un lavoro, ma un incarico pro-tempore. Quel tempore” è scaduto, circa nove mesi fa. Non solo: non si può neppure fare richiamo al sito ufficiale del Comune interessato.

Il piede in due scarpe

La notizia che due membri di Italia Viva si presenteranno alle prossime elezioni comunali in una lista di appoggio al nipote leghista dell’ex Sindaco è certa. Altrettanto certo è che i suddetti siano stati esautorati dal ruolo ricoperto nel loro partito di appartenenza, sostituiti da due nuovi coordinatori. I traslocati manterrebbero, secondo notizie di stampa, l’iscrizione al partito di provenienza: un piede al centro, l’altro a destra. Come si dice, tante teste, tante idee.

Voltare pagina

La coalizione di centrosinistra, superate le prime difficoltà, si presenta unita nella competizione elettorale. Ciò significa che si possono lasciare alle spalle i tre anni disastrosi di cui si è spesso parlato ironicamente su queste pagine: sinceramente, se ne sarebbe fatto a meno. Bisogna però riconoscere che gli “spunti” ghiotti non sono mai mancati.

Il 14 e 15 maggio è possibile voltare pagina.

TUTTI, ma proprio tutti coloro che hanno sempre votato per il centrosinistra, diano una mano a sostenere le liste;naturalmente sono ben accetti anche i voti dei delusi del centrodestra.

PER NOVI, per tutti i novesi, senza esclusione alcuna.

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