Meloni e automobili

Roma è una città unica, particolare, viverci significa respirare dovunque il potere, quello dei Cesari, dei Papi, degli Imperatori, compreso quel signore che, nell’idea di recuperare il glorioso passato portò l’Italia alla guerra ed alle leggi razziali.

Se poi a Roma ci sei nato, magari in una famiglia non ricca e con dei triboli, e sei una ragazza intelligente vivace e ambiziosa e pensi di farti strada con la politica , o ti intruppi con gli anarchici e vai a dipingere delle “A” sui muri o, inevitabilmente, diventi una di destra ; non ci sono mezzi termini, se come mi è successo sei un socialdemocratico ti danno subito del comunista e cosi sei bollato per sempre.

Nasce di qui il disegno che ci è stato presentato in questi giorni, un’Italia libera e felice in cui ognuno può fare senza costrizioni le proprie scelte di vita quotidiana mentre dall’alto una guida forte e sicura garantisce il rispetto delle regole e la conservazione del mandato dei padri e della religione degli avi.

Signora Meloni, non siamo sicuri che il popolo italiano, che pure le ha dato in massa la fiducia in un innamoramento forse più legato al personaggio che ai contenuti, abbia capito o voglia questo: non siamo sicuri che servano all’Italia i populismi di Salvini, i residui ormai disgregati del berlusconismo di trent’anni fa, i collezionisti di busti, i nuovi Torquemada che allestiscono pire su cui bruciare gli eretici: tutta questa paccottiglia è già stata vista e digerita, è come quei cestoni in cui si buttano i vecchi giocattoli rotti dei bambini che ormai sono diventati grandi.

Quanto poi alla libertà , signora Meloni, gli italiani se la sono già riconquistata nel 45, e l’hanno scolpita dentro la Costituzione: non siamo quindi sicuri che serva all’Italia un libertarismo “stile no vax”, in cui in nome di un concetto sbagliato di libertà si va ad incidere su una delle più importanti libertà degli altri, che è quella di non ammalarsi.

L’Italia è uno strano paese, tutto allungato lungo i meridiani, dove se abiti in Sicilia e ti alzi in punta di piedi potevi vedere Gheddafi (ora non più) e se fai lo stesso in Alto Adige puoi scorgere i monti dove l’aquila con i baffetti aveva il suo nido mentre morivano 60 milioni di esseri umani: la bellezza dell’Italia sta nelle diversità e nell’intelligenza e creatività del suo popolo, solo noi italiani potevamo dare al mondo prima l’Umanesimo e poi il Rinascimento; la nostra libertà fondamentale è quella di liberarci dal bisogno e permetterci di essere quello che siamo liberando tutte le nostre doti ed energie migliori; è per questo motivo che le autocrazie ed i presidenzialismi non ci si confanno.

Forse, Signora Meloni, il problema è un altro : siamo di fronte a cambiamenti epocali, tecnologia, ambiente, risorse energetiche, nuovi e vecchi imperi che sgomitano e minacce di distruzione atomica eccetera, in altri termini tutto ciò che ci rende oggi cosi insicuri e timorosi di un futuro difficile da decifrare: ma allora il modello deve essere diverso, e ci deve parlare di lavoro, di welfare, di solidarietà, di pace e unione tra i popoli (no, le nazioni lasciamole stare, abbiamo già dato); forse dobbiamo capire meglio quali sono i cambiamenti da affrontare e come ci si può attrezzare per superare gli enormi problemi che ci si porranno.

Signora Meloni, l’auto su cui lei ci vuole portare nel futuro è ricca di specchi retrovisori ma ha il vetro anteriore un po’ sporco, per cui non si vede bene dove stiamo andando: stanno qui tutti i nostri dubbi, magari se ripuliamo il vetro riusciremo meglio a capire quanta e quale strada c’è da fare…  Eforse qualche concetto che la sinistra da troppo tempo tiene nel cassetto potrà tornare utile a questo paese.

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Paolo Da Novi

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