Riapre il Museo Archeologico di Tortona, si chiamerà MA DE. Grazie, Paola Comba!

Oggi, 14 luglio 2023, riapre il Museo Archeologico di Tortona chiuso da 34 anni. Sull’onda di tanti altri musei, avrà un nuovo nome: MA DE, cioè Museo Archeologico Dertona, senza l’h, l’ho scritto tante volte, ma il Derthona con l’h ormai si è imposto, che ci vuoi fare.

Io sono tra quelli che ha atteso questa riapertura con vera partecipazione, l’archeologia è tra le mie passioni dilettantesche, e ho sempre sofferto che una città così ricca di storia e di reperti non avesse un luogo deputato ad accoglierli entrambi, reperti e storia. Quindi sono veramente felice, forse non andrò all’inaugurazione, ma presto, in un giorno più calmo, mi recherò a visitare con attenzione questo primo lotto di museo. Dico “primo lotto” perché l’allestimento non è ancora completo e verrà ultimato più avanti.

Ho pensato bene a cosa scrivere su questo argomento e ho deciso di fare un articolo di opinione e non meramente informativo, troverete quel tipo di taglio su molti giornali cartacei e online.
Quindi non vi metterò nulla sui metri quadri, sulle sale (andrete a vederlo, no?), su come si siano reperiti i fondi, ma troverete alcune riflessioni e miei pareri personali che spero possano interessare ed essere di stimolo a chi gestirà la struttura.

Paola Comba

Prima di iniziare questi miei pensieri sparsi, vorrei però tessere le lodi di una persona e questa persona si chiama Paola Comba. Potrei fare i nomi di tante altre persone, ma se il Museo, oggi, finalmente riapre, lo dobbiamo alla tenacia, alla forza di volontà, al lavoro, alla preparazione e all’entusiasmo di quella che, se l’incontrate, vi sembra una ragazza e invece è una donna di grande personalità.

Paola Comba, archeologa, è la conservatrice della sezione archeologica del Museo Civico di Tortona dal 2019 ed è colei che ha portato a compimento un progetto che sembrava non approdare mai, assai peggio di Ulisse. Paola è di Torino, ma si è così appassionata alla storia della città che la ospita, da diventare una delle principali fautrici della conservazione dell’immenso patrimonio archeologico tortonese.
Oltre ad essere una bella ragazza, è pure una persona cordialissima e alla mano, ma la finisco con i complimenti per non sembrare eccessivamente adulatrice, però quando i riflettori si devono accendere, è opportuno che vengano puntati sulla persona giusta e Paola Comba se lo merita veramente questo spot, in tutti i sensi.

Dato il giusto spazio a chi è riuscito nell’arduo compito di ridare il Museo archeologico a Tortona, vorrei sottoporvi alcuni miei pensieri, in fondo Il Moscone si definisce un sito d’opinione e non d’informazione.

Iniziamo da cosa secondo me dovrebbe essere un Museo.

Un Museo, a mio parere, dovrebbe essere un punto d’organizzazione che faccia confluire in sé tutto ciò che il territorio circostante offre in merito alla storia che racconta. Faccio un esempio, un Museo vicino, parlo del MAC, il Museo Archeologico di Casteggio, il quale, oltre a essere un luogo espositivo molto interessante, è diventato anche il centro di riferimento della ricerca archeologica di tutta la zona a lui vicina.
Si è fatta informazione al riguardo, in modo che anche i ritrovamenti casuali, sia per lavori agricoli che edilizi, vengano convogliati al Museo, non rischiando la dispersione. 

Si è invitato e incoraggiato le persone, anche attraverso i social, a portare nella sede del Museo eventuali reperti emersi casualmente, così come i giovani archeologi che lavorano in siti segnalati alla Sovrintendenza fanno capo e base al MAC. Ho trovato questa iniziativa molto intelligente e pratica e mi piacerebbe che anche il MA DE potesse mettere in pratica un progetto simile.

Tortona e il circondario hanno dato alla luce solo una parte dei loro “tesori nascosti” e quindi sarebbe una buona cosa che ci fosse la possibilità di consegnare eventuali tracce del passato rinvenute per caso, invece che tenersele nei cassetti come, a volte, capita.
Altro ruolo importante di un Museo dovrebbe essere il raccordo con i siti di ritrovamento che spesso ci parlano dei motivi di un insediamento e ci fanno immaginare come si svolgesse la vita in epoche passate.

Quindi sarebbe una cosa entusiasmante avere un percorso cittadino, un parco archeologico all’aperto, con cartelli che raccontino la storia del sito in questione rimandando ai reperti esposti nelle sale museali.

In questo Tortona è carentissima, non esiste un cartello marrone davanti all’Esselunga che racconti che qui vi era un Porto Canale, che narri che dove oggi c’è un magazzino, all’epoca dei Romani c’erano magazzini per le merci che arrivavano via acqua.

A questo proposito ci sarebbe tanto da dire, la distruzione e la cementificazione di un luogo di tale importanza storica non sono fatti commentabili se non con il turpiloquio, ma non facciamo polemica, vediamo di salvare il salvabile. Anche tratti di mura antiche, spalle di ponte, resti di monumenti funebri hanno o cartelli consumati e illeggibili (vedi Via Rinarolo) o totalmente assenti (spalla di ponte nelle vicinanze del Bingo, sepolcri in Via Emilia sud).

Quindi sarebbe un giusto completamento della visita museale poter portare i visitatori in tour per la città raccontando e facendo immaginare momenti della vita quotidiana di quando Tortona era Dertona. Questo tipo di attività, insieme a laboratori interni al Museo, sarebbe adattissima per le scuole. Per esperienza vi posso dire che non esiste un modo migliore per appassionare i giovani alla ricerca e alla storia che portandoli sul campo dando concretezza a ciò che si spiega.

Infine spererei che che fosse un torna a casa Lassie di tante cose portate a Torino e che dovrebbero tornare nella loro casa naturale, ma anche qualcosa di rimasto a Tortona, ma non nel posto giusto, come il pavimento a mosaico d’epoca imperiale situato, alla non si sa bene cosa, sulla parete destra della scala mobile dell’Iper e, notate bene, manco è stato trovato lì, ma in Piazza delle Erbe.

Capiterà ancora di parlare di questi argomenti, ma ora è il momento di godere di questo successo, facendo ancora tanti complimenti alla dottoressa Paola Comba che sicuramente saprà far crescere il MA DE, in fondo è una sua creatura, pervicacemente voluta.

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Maria Angela Damilano

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