Mauro D’ascenzi sul Parco Castello: perchè non riprendiamo il progetto di Acos del 2018?

Si sta per avviare un proficuo -spero- dibattito sull’intervento di recupero e ristrutturazione del parco castello. Vi sono a disposizione ingenti risorse, tali da poter fare grandi cose, ma anche grandi danni, come pensano taluni.

L’attuale progetto è stato elaborato dalla precedente amministrazione di destra e sarebbe un grave errore se lo si riprendesse in mano con la voglia di cancellare ogni cosa. Una delle ragioni per cui fallì quella giunta fu propri il “furore iconoclasta” con cui si voleva cancellare ogni cosa realizzata delle precedenti amministrazioni. 

Proprio per questo atteggiamento politico, anche una persona ragionevole e di buon senso come l’allora vicesindaco e delegato al problema, ignorò completamente l’esistenza di un progetto concreto prodotto da Acos ed inserito nel project di “efficientamento energetico degli edifici pubblici del comune di Novi Ligure”.

Si formò una associazione di imprese guidate da Acosì, società in totale controllo di Acos, assieme a Tre Colli e Iren Energia. Il raggruppamento si aggiudicò il bando e quelle proposte assunsero valore di impegno formale e sostanziale.

Oggi che si riparla del parco castello può essere utile rilanciarle.

Allego a questo articolo i documenti ufficiali -redatti nel 2018- che del resto sono pubblici e a disposizione presso gli uffici comunali. Si tratta di un Parco energetico didattico.

Acosì propose di recuperare i vecchi manufatti conservandone e valorizzandone la struttura ottocentesca fatta di mattoni per muri portanti e travoni in legno a vista. In quegli edifici vi sono delle vasche che fanno parte da allora della rete acquedottistica di Novese.

L’idea quindi esclude nuove costruzioni e colate di cemento.

L’edificio molto alto viene suddiviso in due piani. Il pavimento calpestabile, realizzato in materiale trasparente, permette di svolgere le attività apparentemente galleggiando sull’acqua. 

Il primo piano diventerebbe una sala multimediale con la possibilità di approfondire tutte le pratiche e le teorie relative sia ai danni dell’inquinamento da produzione energetica che le possibilità di sviluppare modelli e tecniche di produzione da fonti rinnovabili.

Nel piano inferiore , in bella vista, una turbina idroelettrica produrrebbe energia pulita e diventerebbe a sua volta uno strumento didattico.

La struttura diventerebbe una sede in grado di ospitare scolaresche e studenti di medie e superiori. Attività che il gruppo Acos ha dimostrato, anni addietro, di saper ben gestire, quando il parco di Bettole era visitato da migliaia di ragazzi ogni anno.

Aggiungo che questo spazio potrebbe diventare anche la sede di una scuola di formazione continua degli operatori in campo ecologico e energetico o per corsi parauniversitari simili. La Fondazione Acos nacque anche con questo mandato.

Il progetto non si ferma a una serie di enunciati sintetici, ma entra nei dettagli tecnici, nelle modalità concrete di gestione per scongiurare il pericolo di una realizzazione che poi non abbia gambe per camminare.

Riassumendo, si tratta di:

  • recuperare una parte delle strutture del Castello rispettandone la forma e la storia,
  • contribuire al reinserimento di questa are urbana nel tessuto cittadino
  • farlo attraverso una continua attività sia ludico- didattica che di formazione professionale.
  • trasformare e la sensibilità ambientale in crescita professionale ed opportunità di lavoro.

È naturalmente un progetto parziale, non esaustivo. Non può che essere solo una parte di un piano più vasto.
L’unico difetto che il progetto Acos costa troppo poco rispetto alle spese ingenti di cui si parla.

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Moscone

4 commenti su “Mauro D’ascenzi sul Parco Castello: perchè non riprendiamo il progetto di Acos del 2018?

  1. Sono contento Mauro che lo hai fatto risorgere quel progetto che se declinato in ambito ambientale mi sembra possa contribuire ad arricchire la già importante offerta del Parco, ma non escluderei i servizi e le proposte integrate dal Piano PNRR che finalmente porterebbe a compimento la riqualificazione dell’area.
    Di colate di cemento nel progetto non ne vedo, piuttosto l’uso di materiali di ultima generazione appositi per un ambiente naturale.
    Sui costi mi esprimerò una volta compreso bene il valore, ma per ora confermo che integrare il progetto Acos sarebbe cosa bella e giusta e strumento ulteriore per un progetto turistico basato sui buoni valori anche ecologici.

  2. Diciamo che abbiamo dei buoni punti di partenza , due progetti , perchè non prendere il meglio dei due?
    Partendo dalle cose più importanti , ma partire , non dimenticando poi la manutenzione regolari , questo per evitare cattedrali nel deserto.
    Un abbraccio e grazie

    1. Il progetto Acos non è alternativo a quello del pnrr ma complementare. Tra l’altro sono due linee di finanziamento differenti. Il progetto Acos è incluso nel project financing che L’ATI, di cui Acosi è mandataria, si è aggiudicato

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