La sera di venerdì 18 aprile, a Otto e Mezzo, la professoressa Mariarosaria Taddeo dell’Università di Oxford ci ha tenuto una breve, chiara e inquietante lezione sull’utilizzo da parte di Israele dell’Intelligenza Artificiale nell’eliminazione del popolo palestinese. Decidete voi se si tratta di genocidio, crimine di guerra, legittima difesa o un’operazione immobiliare, secondo le ultime tendenze.
La professoressa ha parlato di due algoritmi utilizzati da Israele per decidere, in parole povere, quante vittime innocenti potevano essere «accettabili» nell’ambito di un assassinio mirato contro un rappresentante di Hamas. Questi due programmi si chiamano Lavender (credo significhi «lavanda») e Hanbsora («gospel»). Secondo quanto riferito, l’accuratezza di questi sistemi sarebbe intorno al 10%, una percentuale giudicata inammissibile dalla professoressa, che auspicava un margine d’errore prossimo allo 0,0… Inoltre, il tempo decisionale riservato all’intervento umano è praticamente nullo: una volta che l’algoritmo si attiva, il processo è immediato.
Vorrei anche che si ricordasse che l’algoritmo non è un’entità astratta calata dalle stelle: è creato, impostato e piegato alla volontà di uomini ben precisi.
Di Israele si è parlato per incidens: il tema della trasmissione era più ampio, dedicato alle nuove tecnologie digitali. La signora Gruber, Scanzi, Padre Mieli e il professor Tatarrela, presenti in studio, sono caduti dal pero. Di tutto questo, sui principali canali televisivi, non mi pare si sia mai parlato seriamente… Peccato, perché già in una serata d’estate a Novi Ligure il professor Traverso aveva raccontato questi fatti, come si può leggere nel suo libro Gaza davanti alla storia(Editori Laterza), a pagina 22 e seguenti.
Yuval Abraham, giornalista e coautore del documentario No Other Land, vincitore nel 2024 del Premio Oscar per il miglior documentario, riporta sulla piattaforma +972 Magazine (nell’articolo A mass assassination factory: inside Israel’s calculating bombing of Gaza) le dichiarazioni di un ufficiale dell’esercito israeliano — citate anche da Traverso —: «Nulla accade per caso. Quando una bambina di tre anni viene uccisa in una casa a Gaza, è perché qualcuno nell’Esercito ha deciso che non importava che fosse uccisa, che era il prezzo per colpire [un altro] obiettivo. Noi non siamo Hamas. Questi non sono razzi sparati a caso».
Uno dei coautori del documentario, Hamdam Ballal, è stato pochi giorni fa arrestato, malmenato e poi rilasciato «per buona misura», senza alcun motivo ufficiale. La notizia è passata quasi inosservata.
Buona Pasqua a tutti (senza asterischi).
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Un commento su “Quando decide l’algoritmo: Gaza, tecnologia e coscienza”
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Caro Mino, perchè scrivi del genocidio palestinese oggi che è giorno di pasqua? Lo sai che rischi di turbare le abbuffate e le feste dei tanti “democratici” che hanno da subito RIMOSSO quel disgustoso genocidio e ogni tipo di informazione non guidata dai sionisti sull’argomento?
Silenzio assordante da parte di chi guadagna sulla vendita di armi all’esercito invasore, e sulle sue generose “sponsorizzazioni”. E NESSUNA SANZIONE , MAI. A partire dal 1948 la cattiva coscienza e l’avidità dei postfascisti ha fatto si che il sionismo sterminatore fosse di fatto un moloch intoccabile.
La sanzioni si applicano solo agli altri, vecchi amici trasformati ex abrupto in nemici mortali.
Se i folli non decidono di cancellare definitivamente il mondo con le loro bombe nucleari, il futuro dimostrerà che le efferatezze, i missili e i cecchini di nethaniau che sparano metodicamente su bambini, medici e giornalisti in Palestina stanno seminando vento infinito, e si raccoglieranno tempeste tremende. Nel silenzio complice dei “democratici”, ovviamente. Che DOPO proveranno a scaricare il barile delle loro omertà, prima o poi, con qualche convegno ipocrita. Una tecnica collaudatissima ma sempre meno credibile.